Intervista a Francesco Dossena: storia di un artista "horror" ispirato dalla natura

Abbiamo intervistato Francesco Dossena, artista dall'istinto poetico, ispirato a tutto quello che lo circonda, che lo carica e lo emoziona.

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a cura di Francesca Sirtori

Una firma che è da poco tornata ufficialmente a calcare le scene, e le pagine, di fumetti e schizzi nel panorama produttivo italiano è Francesco Dossena, artista dall'istinto poetico, ispirato a tutto quello che lo circonda, che lo carica e lo emoziona. Legato alla patria, non si preclude la proposta di qualche concept anche all'estero, ma le sue produzioni sono davvero variegate e interessanti. Lo abbiamo incontrato a ALEComics lo scorso 14 settembre per porgli qualche domanda su passato, presente e progetti futuri.

Da quanto tempo sei nel settore?

Sono nel settore grafico e illustrativo almeno da 20 anni; al fumetto mi ero approcciato all'inizio tra i 20 e i 25 anni e ho poi mollato per 15 anni. Ora sono art director per una nota compagnia telefonica e disegno la sera, perchè prima disegnavo per vivere. Ora invece mi occupo delle campagne e della comunicazione social, a volte c'è un contenuto più grafico, a volte è più illustrativo, quindi mi manca il disegno per via di questa attività in azienda e devo ammettere che nel disegno le cose vanno meglio di prima. Collaboro con una casa editrice di Roma, sto finendo un lavoro su Dylan Dog e ho altri progetti in ballo. Era ritornato come uno svago, ma sta prendendo piede come un lavoro.

Quando hai cominciato, quali erano i soggetti dei primissimi lavori?

Erano commissionati da una casa editrice di La Spezia, due storielle da 20 pagine a tema fantascientifico, e da lì avevo capito che ero però più vicino al genere horror.

Da dove era nata la tua passione?

Ho iniziato a disegnare grazie a Dylan Dog, copiavo quanto vedevo in quei fumetti e questo ha segnato la mia carriera di studi: ho frequentato il liceo artistico, poi l'Accademia di Belle Arti. L'idea era di restare nel campo artistico, infatti ho trovato lavoro come concept artist, toy designer e tante altre cose.

Quali sono i progetti in atto al momento?

A Lucca uscirà un mio volume a colori, Geppetto: storia di un padre, una reinterpretazione horror della sua storia e presenterò anche un gioco di carte per Dark Calamaro. Ho contribuito disegnando ambienti e personaggi su circa 80 carte. Ho sempre seguito un mio caro amico che ha un gruppo musicale, sono un suo fan, e lui a sua volta è appassionato dal mio lavoro e aveva un concept bellissimo per questo gioco, perché ama i giochi in scatola. Parla di un personaggio come nel film Split, dove il protagonista soffre di personalità plurime e quindi ho disegnato 80 personalità diverse facenti capo alla stessa persona, oltre ad ambienti vari. Intanto ho finito una storia breve, un paio di copertine e qualche volta faccio anche qualche mio disegno.

E quelli futuri?

Non ancora; mi piacerebbe fare qualcosa dedicato all'Italia e quindi investire le mie energie in questo Paese, ma anche portare qualche concept all'estero, in particolare in America e in Francia, perché ho visto che ci sono degli editori interessati a investire e per l'impronta che si trova in Francia. Ora poi sto trovando un equilibrio tra lavoro e fumetto, all'inizio avevo l'ansia perché vedevo crescere questa passione in maniera importante e mi chiedevo se fosse giusto lasciare la mia attività. In seguito però ho capito che il mio stile si adatta anche in base alle tempistiche a disposizione, quindi mi piacerebbe investire le capacità in tal senso.

Secondo te c'è commistione tra videogiochi e altri media?

Sì, anche perchè banalmente ci sono già case editrici che pubblicano fumetti basati su videogiochi come Dishonored, Assassin's Creed e anche nel mondo cinematografico Marvel sta traslando parecchi fumetti in cinema. Si sta vivendo un momento in cui diversi linguaggi e contenuti si appianano per portare avanti una macrostoria. se prima c'era solo il film di un personaggio come Batman, adesso esce il film quasi in contemporanea con il fumetto e arriva il videogioco. C'è una forte commistione.

Edizione digitale o cartacea?

Cartacea. Sicuramente.

Parlaci di tue passioni personali, storie e personaggi che consiglieresti e che ti danno uno stimolo creativo.

Dylan Dog è un amore incondizionato, poi mi ispira molto la musica, ma anche il luogo dove abito e l'atmosfera autunnale in particolare. Mi appassiona e mi ispira tutto quello che vedo, mi sento un po' un poeta, sento il desiderio di comunicare qualcosa perché ricerco colori e sensazioni che mi ispirano molto e che devo esternare in qualche modo. Guardo moltissime serie tv e film, infatti adoro il western di Sergio Leone, devo vedere una volta all'anno Il corvo e a Natale Una poltrona per due.

Con cosa preferisci disegnare?

Ho riscoperto il digitale per una questione di tempo e rimango più fresco ma è meno intenso come profondità. Il colore è più bello quando lo carico davvero. Una volta stavo dieci giorni su una stessa tavola e invece ora faccio quattro tavole in dieci giorni. Ovviamente per imparare bisogna prendere la matita e impegnarsi, anche per tecniche diverse da quelle che si sentono proprie: all'inizio avevo paura di chinare perchè non aveva freschezza della matita e una volta avevo fatto un disegno che non mi piaceva molto e aveva preso tantissimi like su Facebook e allora ho cercato di tradurre cosa avessi fatto, con la pennellata secca, non lo facevo perché piaceva alla gente, ma ho scoperto che piace anche a me. I social network mi hanno dato una grossa mano a livello di lavoro come contatti e pr, per commissioni e editori, usandoli intelligentemente portano anche effetti positivi, riversando sui social le mie skill per promuovermi.

Un consiglio da dare ai giovani che si avvicinano al fumetto?

Prima di tutto bisogna sempre crearsi una via d'uscita in termini artistici e professionali, mentre a livello tecnico è importante studiare grafica in generale perchè porta a ottenere un equilibrio anche nella visione delle cose. Io poi gioco tanto sui pesi, sui vuoti, sviluppare questo lato mi è stato fondamentale. Io riesco a portare avanti due lavori, non è facile. Le madri dei giovani artisti mi chiedono spesso se i loro figli abbiano bisogno di frequentare una scuola di fumetto e questo serve sempre, anche solo per prendere spunto da esempi e tecniche. Non so come possa essere il futuro in questo settore, le edicole stanno vivendo un momento strano, il fumetto prende la strada della libreria, bisogna capire quali siano i canali delle nuove generazioni e i loro interessi.

A livello culturale e pop culturale sono stati fatti sicuramente dei passi in avanti grazie alla presenza di fiere, gadget, lo stereotipo del "nerd" e tanti mondi aperti anche da serie TV come Big Bang Theory. Non c'è continuità, bisognerebbe essere un po' più dinamici e flessibili nell'adattarsi alle nuove richieste e ai nuovi interessi ma penso che il futuro possa essere positivo. Una volta si iniziava a lavorare in una casa editrice e si resta fino alla fine della propria carriera, oggi invece si è imprenditori di se stessi e ci si guarda intorno.

Quali sono infine i tuoi progetti futuri per le prossime fiere?

Oltre a Lucca Comics dovrò presentare il prossimo prodotto in uscita, quindi vorrei promuoverlo a Napoli, Palermo, ma anche a Cartoomics 2020.
Se siete interessati a scoprire di più circa il prossimo libro di Francesco Dossena, potrete trovare Geppetto: storia di un padre in uscita su Amazon da fine novembre 2019.