Intervista a Gitrop (Blue Skin - Ottocervo)

L'intervista a Gitrop a Lucca Comics and Games 2022, sul suo graphic novel d'esordio Blue Skin e la sua lavorazione.

Avatar di Rossana Barbagallo

a cura di Rossana Barbagallo

Proseguono le interviste di CulturaPop ai protagonisti di Lucca Comics and Games 2022: stavolta, è il turno di Gitrop, giovane fumettista che giunge al festival con il suo graphic novel d’esordio, Blue Skin, pubblicato da Ottocervo. Al suo debutto nel mondo fumettistico, Gitrop dimostra fin da subito di possedere talento e sensibilità, doti che non sono sempre scontate tra gli autori che fanno parte di quest’ambito, come confermato dal fumettista Giulio Rincione, il quale ha presentato Blue Skin in occasione della kermesse. Abbiamo avuto dunque modo di prendere parte all’incontro e di intervistare in via diretta Gitrop, che ci ha fornito alcuni approfondimenti sulla sua prima opera come autore completo.

Gitrop e Blue Skin

Classe 1997, catanese, Gitrop (alias Giuseppe Tropea) debutta quest’anno con il graphic novel fantasy Blue Skin. Autore che firma la sua prima opera per Ottocervo, dopo essersi diplomato alla Scuola Internazionale di Comics di Pescara, Gitrop giunge a Lucca Comics and Games 2022 con qualcosa che non si vede tutti i giorni: fantasia, talento e voglia di raccontare. Blue Skin è la storia di Ardus, un giovane dalla pelle blu che intraprende un viaggio alla ricerca delle proprie origini, insieme alla fenice Marla e al porso (un cucciolo di orso polare) di nome Goni. Un viaggio in un mondo fantastico e pericoloso, ricco di sorprese e strane creature, che rivelerà ad Ardus molto più di quanto si aspettasse sulla sua identità. E non è un caso che sia Gitrop che il suo graphic novel siano stati presentati da Giulio Rincione (Paperi, Vite di Carta, Noumeno) durante il festival, con una prima domanda netta e immediata: cosa ha spinto Gitrop a intraprendere la strada del fumetto?

Amo l’arte, amo disegnare. Poi un giorno ho scoperto che i fumetti non sono solo manga o eroi Marvel (proprio grazie a Paperi), così mi sono detto “Proviamo a fare fumetti”.

Una prova che lo stesso Rincione ha definito ampiamente superata, anche in virtù del numero di pagine che Blue Skin presenta: come ha gestito Gitrop una narrazione così articolata già fin dal suo graphic novel d’esordio?

La mia filosofia è: “Se c’è qualcosa da fare, facciamolo”. Se quella certa storia richiede un certo numero di pagine, credo che bisogna lasciarle il giusto spazio che necessita.

Ma qual è l’idea dietro Blue Skin e la storia che racconta?

Mi hanno ispirato tre cose. La prima è stata l’idea del finale, che non racconto qui per ovvi motivi. La seconda è stata l'aver iniziato a realizzare alcune illustrazioni di questo ragazzo blu, il protagonista. La terza invece è stata un sogno, in cui c’era un bicheco cowboy (quello presente poi tra la pagine di Blue Skin con il nome di Manny, n.d.r.) che mi diceva di essere un’evoluzione dei trichechi!

E per quanto riguarda invece i tempi di lavorazione?

Circa due anni. Ci sono stati dei momenti di down, a volte sono rimasto fermo per un paio di settimane, ma mi sono sempre impegnato per Blue Skin perché intendevo portarlo a termine e ci ho sempre creduto. Ho anche ricevuto molte correzioni lungo il percorso, che mi hanno spinto ad andare avanti, a trovare idee nuove per risolvere i vari problemi.

Blue Skin presenta anche alcune sequenze che infrangono la quarta parete, un elemento che può essere molto interessante e divertente all’interno di un fumetto. Ma perché spesso si gioca tanto su questa “trovata”?

Credo che sia una sorta di piccolo “sfogo” di chi lavora a un fumetto, un modo per dire qualcosa che altrimenti non potrebbe dire. L’autore così può parlare degli aspetti più tecnici, come dire “In questo fumetto ho scritto così questo personaggio perché...”, elementi che insomma esulano un po’ dalla trama.

L’intervista a Gitrop a Lucca Comics and Games 2022

Anche CulturaPop ha avuto l’occasione di incontrare rapidamente Gitrop e di approfondire la lavorazione di Blue Skin con l’autore. Abbiamo chiesto a Gitrop, innanzitutto, di parlarci del suo graphic novel:

Blue Skin racconta di un ragazzo blu che vive in solitudine, nella tranquillità della sua casa. Fino a quando questa calma viene interrotta bruscamente, e si ritrova impegnato in un’avventura che lo porterà a scoprire aspetti che non conosceva del suo passato.

Data la natura piuttosto originale dei disegni e del character design in generale, abbiamo anche chiesto quali sono stati i riferimenti che hanno ispirato Gitrop per le sue illustrazioni:

Sicuramente un autore che mi ha aiutato molto è stato Mathieu Bablet, soprattutto per quanto riguarda il volt e le forme del corpo. Per quanto riguarda i colori Moebius. Mentre per gli effetti di luce o le esplosioni, sicuramente manga come Dragon Ball e Naruto.

Blue Skin, oltre a essere una prova di grande talento grafico, presenta anche una trama che dimostra una forte inventiva, nella quale le creature animali che conosciamo (siano esse reali o mitiche), assumono nuovi contorni e nuove identità. Qual è stata la scelta dietro all’inserimento della fenice Marla e del porso Goni tra i protagonisti?

Si tratta di due personaggi della mia immaginazione che ho inserito perché non volevo che Ardus, il protagonista, avesse troppe spalle umane nel suo viaggio. E ciascuno di questi personaggi ha caratteristiche particolari, una storia che, se fossero stati esseri umani, non avrebbe avuto senso. Ognuno di loro ha motivo di essere quella determinata creatura, cosa che non avrebbe funzionato se fossero stati umani o altri tipi di animali. E poi è divertente perché parlano!