Intervista a Helena Masellis: giovane talento pieno di entusiasmo

Abbiamo intervistato Helena Masellis, giovane promessa del settore che ci ha raccontato parecchie cose di sé e di come sia cresciuta in un ambiente di ampio respiro creativo e suggestivo.

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a cura di Francesca Sirtori

Helena Masellis: vulcanica, solare, iperattiva. In una parola: speciale. Una delle più giovani firme presenti ad ALEComics ha lasciato la sua testimonianza in fatto di arte, fumetti e creatività applicata a qualunque ambito mediatico esplorabile. Parliamo di Helena Masellis, giovane promessa del settore, dallo spirito internazionale e dalla gioia di vivere davvero encomiabile e impareggiabile, la quale ci ha raccontato parecchie cose di sé e di come sia cresciuta in un ambiente di ampio respiro creativo e suggestivo.

A cosa stavi disegnando prima che ti interrompessi per l'intervista?

Una donna, mi ispirano di base soprattutto le figure femminili
, sono bellissime e mi piace molto disegnarle, ma quando sono in fiera faccio praticamente tutto quello che mi commissionano, dall'horror al fantastico all'umoristico.

Come hai cominciato la tua carriera e perché?

Sono in Italia dal 2009, nata a Rimini da origini brasiliane e calabresi, ho iniziato a fare fumetti negli studi, spingendomi già in illustrazione, animazione e fumetto all'Istituto d'Arte di Urbino ed è stata l'unica formazione scolastica sul fumetto perché i due anni precedenti avevo studiato architettura e ancora prima Moda e Grafica. Uscendo da lì, mi sono iscritta all'Accademia di Venezia, ma è stato un errore per il mio percorso formativo. Quindi ho continuato a cercare di inserirmi non tanto nel fumetto, quanto nell'animazione e nello storyboard. Ho cominciato come storyboard artist per produzioni cinematografiche e da lì per necessità e volontà ho iniziato a fare bottega da alcuni artisti. Nel 2016 ho iniziato con il fumetto mantenendo anche il percorso di storyboard e lavorando anche in videogiochi e giochi da tavolo.

Ho lavorato come inchiostratrice, che è la mia passione principale, per Marvel, per Image e per DC su Aquaman come ghost inchiostratrice, ma ora mi sto prendendo una pausa per prendere solo incarichi e lavori che mi dessero gioia, per fare cose bellissime e mi sento molto felice perchè svolgo un'attività che mi rappresenta e anche tutti i coinvolti ne sono soddisfatti. Inoltre non mi sento mai arrivata, un fatto che ritengo davvero sbagliato, e sono sempre stimolata, non riesco a fare solo un progetto, ad esempio sono uscita con due lavori agli antipodi come stile, con i quali sono esordita a Lucca Comics&Games 2018. Sento di avere con me un bagaglio davvero ampio.

Cosa ti ispira?

Crescendo ho letto fumetti di tutte le nazionalità e di tutti i generi e provare a educare le nuove generazioni di lettori non solo con i testi, ma anche con le immagini non è facile; devo tradurre quello che vedo in un linguaggio comprensibile a tutti ed è quello che mi stimola a continuare. Non so però cosa sia all'origine della mia ispirazione, perché ho avuto un percorso travagliato anche a livello di cambiamenti personali, considerando che non volevo nemmeno studiare arte. Mi ispira però il fumetto e la sua forma "perfetta" sarebbe quella dove troviamo un equilibrio perfetto tra testo e immagini.

Un personaggio che ti piace tantissimo?

Ho amato Wolverine alla follia, ma non è quello che mi ha spinta verso i fumetti, non sono cresciuta con un eroe particolare, ma amo tutto, sono uno "scanner umano" perchè vedo qualsiasi cosa e la elaboro, assimilo tutto quanto vedo.

Finora quali esperienze lavorative hai alle spalle?

Ho cominciato con una produzione piccola nello storyboard di un film, e da lì ho cominciato a lavorare su altre produzioni, anche come Zagor, Nathan Never, alcuni volumi come assistente di disegnatori per Bonelli su Tex. Da lì c'è stato un passaparola tra persone e ho lavorato anche all'estero e lavoro nel fumetto da tre anni, mentre come storyboard da 6 anni, anche in USA, Germania e anche adesso lavoro per l'estero, grazie al fatto che si possa lavorare dove si vuole e per chi si vuole. L'importante è potermi divertire, anzi è bello l'aspetto del freelance perchè basta una connessione internet e tutto si può fare.

Nei videogiochi ho lavorato per progetti mobile e online, niente AAA, ed è stata un'esperienza assurda e totalmente diversa, perché nel fumetto lavori da solo, per un videogame devi lavorare in team e devi pensare che quello che fai servirà o meno ad altri. Quindi come concept artist devo mettere nel disegno tutto quello che può avere un rilievo quando dovrà essere animato. Sei una piccola parte della produzione, non è come nell'ambito del fumetto italiano dove sento che ci sia parecchia competizione che non concepisco, perché del resto lavoriamo tutti verso uno scopo comune, ossia educare il lettore a qualcosa di nuovo e divertire. Anche le case di produzione di videogiochi si ispirano a vicenda, mentre nelle case editrici ci si fa spesso la guerra e non porta a molto di costruttivo.

Guardando alla tua professione, cosa ti aspetta nel futuro o vorresti ti aspettasse?

Fino a gennaio o febbraio devo finire una graphic novel per una produzione tedesca, poco fa ho terminato un volume che verrà pubblicato su Amazon e altre piattaforme, mentre per Lucca Comics dell'anno prossimo ci sarà un incarico da una produzione francese. Ho tante altre cose che mi aspettano, non da inchiostratrice ma da illustratrice, sto cercando di fare quello che piace a me, ci sono lavori che sto cercando di portare in Francia. Il futuro è bellissimo, ma dipende anche da me.

Come percepisci il futuro di questo settore?

Ci stiamo evolvendo, che sia grazie a cinecomics o grazie a una educazione maggiore, c'è un periodo florido per il fumetto dove siamo tutti liberi di fare tutto, non ci sono le majors, ora ci sono tante piccole realtà che dovrebbero smettere di fare la guerra tra di loro e cercare di fare produzioni di qualità, pensare solo a quello,. In italia ci sono tanti autori validi e basta mostrarsi, abbiamo il beneficio dei social e possiamo mostrarci in tanti mondi e modi diversi.

Edizione digitale o cartacea?

Come tipologia entrambe, ora sono propensa a quella digitale perché è ecologica e avere tutto sul tablet è comodissimo, anche se il libro è bello averlo tra le mani e sentire il profumo della carta, ma il tablet è pratico e facile.

Un consiglio ai giovani che vorrebbero fare il tuo mestiere? Ma soprattutto, quale senti che sia ora il tuo mestiere?

Sono una disegnatrice e consiglio di leggere tanto e disegnare ancora di più, come hanno consigliato a me tanti anni fa e lo consiglio ancora. Il fumetto è divertente e tutti i bambini disegnano; alcuni poi smettono, ma nasciamo disegnatori, l'importante è fare qualcosa che venga naturale e che diverta. Ovvio, poi ci sono sceneggiature brutte ma bisogna prendere le cose con una leggerezza equilibrata, non troppa e non troppo poca, alla lunga non serve essere troppo seri, serve serenità.

Dove ti troveremo nelle prossime fiere?

A Lucca sicuramente e poi non so, devo lavorare ai miei progetti. Ora sono a Milano, ha tre aeroporti, nulla mi vieta di prendere un aereo e andare ovunque.
Se volete avere tra le mani una delle produzioni della giovanissima Helena, vi consigliamo il suo Bugs Café.