Intervista ad Alex Polidori: la voce di Tom Holland e Timothée Chalamet

Le interviste ai professionisti del doppiaggio continuano con Alex Polidori, voce di Tom Holland nei film di Spider-Man.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Proseguiamo con le interviste ai professionisti del mondo del doppiaggio, di pari passo con Voices, lo show in onda sul canale Twitch di Cultura Pop ogni primo e terzo giovedì del mese. Questa volta è stato il turno di Alex Polidori, classe 1995 e voce principale di Tom Holland (specialmente per quanto riguarda Spider-Man) e Timothée Chalamet, oltre che quella del piccolo Nemo nel film omonimo della Pixar quando era un bambino. Questa che andrete a leggere è solo una parte dell'intervista fatta ad Alex e se volete ascoltare (e vedere) quella completa, potete guardare il video di YouTube che potete trovare al fondo dell'articolo.

Cosa ti aspetti di vedere nel prossimo Spider-Man?

Mi aspetto che sia sempre più avvincente, rispetto ai primi; oltre a vedere Spider-Man diventare il supereroe che noi tutti conosciamo: sempre meno impacciato, autorevole e consapevole dei suoi poteri e delle sue responsabilità. E poi chissà, se effettivamente tutte le voci di corridoio sono vere, vedere il multi-verso sarebbe una svolta!

Ti capita mai di doppiare nello stesso momento con un'altra persona in sala?

Covid a parte, a causa del quale ovviamente non si può essere in più di una persona contemporaneamente in sala, già da diversi anni si tende a dividere i turni di doppiaggio a seconda dei doppiatori, oppure averne diversi nello stesso turno, ma che si alternano al leggio di volta in volta. Difficilmente ci si parla e risponde davanti al copione, soprattutto per un fatto pratico, poiché registrare ogni voce in modo singolo è sicuramente più comodo, anche per la sincronizzazione; oltretutto è molto più semplice anche intervenire sulle varie voci separatamente, piuttosto che su più accavallate.

Come hai reagito quando ti è stato comunicato che avresti dato la voce a Tom Holland, un personaggio protagonista relativamente giovane?

Inizialmente mi avevano chiamato per il provino, insieme ad altri due attori. Era uno di quelli già concordato, ovvero con una serie di doppiatori che potrebbero stare bene su un determinato personaggio. Io sono stato molto fortunato perché utilizzando delle note alte “di testa” riesco a riprendere in maniera simile le note di voce di Tom Holland stesso, perché a volte viene richiesto di intonarsi all'originale, dal momento che per queste produzioni grosse scelgono direttamente dagli Stati Uniti le varie voci, motivo per il quale si basano molto sul suono e non tanto sulla recitazione. Già fare il provino è stato emozionante, perché era basato su due scene: una era quella della prima apparizione di Peter Parker a casa con zia May e Tony Stark che parlano; l'altra, invece, era una scena di combattimento dove il protagonista era in costume ed è stata un'emozione fortissima! Poi, ovvio, quando vinsi il provino ero contento, anche se non ho urlato dalla gioia, soprattutto perché c'è anche un certo timore e senso di responsabilità per un ruolo così importante, ma nel complesso ero molto felice.

Hai degli aneddoti da raccontarci sul doppiaggio di Spider-Man?

Durante la lavorazione di Spider-Man Homecoming, (che nel mio caso sono stati ben tredici turni sia perché ero l'attore protagonista, sia perché si facevano poche righe a ogni turno per fare in modo che fossero il più curate possibili) ero parecchio giù di voce e quando dovevo utilizzare delle note alte era una fatica enorme. In qualche scena, secondo me, si sente molto, tanto che spesso venivano fuori delle “stecchette” di voce; queste, però, sono piaciute al direttore del doppiaggio e hanno caratterizzato meglio il personaggio.

Tom Holland si sta specializzando anche in altri ruoli molto diversi da quelli di Spider-Man (come ad esempio nel film Cherry), per quanto riguarda invece Timothée Chalamet a cui presti sempre la voce? Cosa ne pensi?

Timothée Chalamet è bravissimo e spero di poterlo doppiare ancora per molto tempo; tuttavia, rispetto a Tom Holland, mi è capitato di doppiarlo in ruoli sempre molto simili: sempre elegante, un po' da “piccolo Lord”, come lo si può vedere in Un giorno di pioggia a New York ad esempio. Se per Holland è sempre una ricerca continua a causa del suo modo di fare sempre scherzoso, frenetico e diversificato, Chalamet è molto più tranquillo, posato e sicuramente mi viene più semplice, oltre a essere un attore a cui, fortunatamente, riesco a “incollarmi” con la voce molto bene. Su Dune, invece, farà un personaggio un po' diverso dal suo solito e sarà quindi interessante vedere dove andrà a parare con la recitazione, per potermi mettere alla prova.

Ma non hai fatto solo doppiaggio nella tua carriera: infatti hai avuto la fortuna di lavorare con Nino Frassica quando eri molto giovane. Raccontaci di questa esperienza.

Ho iniziato a lavorare con Nino quando avevo 4 anni a Domenica In e facevo uno sketch con lui ispirato a Don Matteo, che era appena uscito e stava riscuotendo un successo enorme. Io facevo finta di essere suo figlio ed era un continuo botta e risposta che, per quanto io sapessi cosa dovevo dire, ero comunque un bambino e spesso dicevo cose che non erano scritte, divertendomi molto e facendo ridere lo stesso. Lui rischiò tantissimo utilizzando una spalla di soli 4 anni, perché ero imprevedibile, avrei potuto non essere pronto o attento. E' stata una scommessa che, fortunatamente, è stata vinta. Anche perché poi mi portò praticamente sempre con lui, compreso a Sanremo, dove facemmo lo sketch in cui interpretavo il Sindaco più giovane d'Italia che ripeteva di continuo il solito copione ogni volta che mi toccava. Fu una grande soddisfazione perché tutti risero moltissimo, anche se per me era fondamentalmente un gioco.

Hai dato la voce anche al personaggio di A-Train di The Boys, cosa ne pensi della serie?

Inizialmente pensavo di non stare bene con la mia voce sull'attore, essendo lui più grande di me di qualche anno (Jessie T. Usher è nato nel 1992), oltre a essere molto prestante. Però anche in originale aveva modi amichevoli e “alla buona”, non propriamente il classico malvagio, quindi questo suo carattere hanno fatto sì che riuscissi a dargli il giusto tono vocale. In generale, mi sono trovato molto bene nell'interpretarlo! Peccato solo che, almeno per ora, non sia stato molto approfondito come personaggio, ma ho ricevuto comunque tanto affetto per questo personaggio.

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