Ipersonnia, recensione: il risveglio del cinema italiano

Ipersonnia è un thriller di fantascienza con Stefano Accorsi disponibile su Prime Video. Una produzione italiana che supera le aspettative.

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a cura di Livia Soreca

Ipersonnia è una delle novità di Prime Video di gennaio 2023. Il trailer aveva già incuriosito parecchio: non è poi così frequente, infatti, assistere nel panorama italiano ad un thriller dal tocco sci-fi. Dalla regia di Alberto Mascia, il film vede la triplice produzione da parte di Rai Cinema, Ascent Film e Nightswim. Nel cast spicca la presenza di Stefano Accorsi, uno delle personalità più valide nell'ultimo decennio. Ipersonnia era già stato distribuito nelle sale nel novembre 2022 nonché proiettato al quarantesimo Torino Film Festival. Dal 30 gennaio potete trovarlo in streaming sulla piattaforma.

Ipersonnia: la nuova sorpresa del cinema italiano

Per avere una piccola idea del racconto, firmato dallo stesso Mascia insieme a Enrico Saccà, la sinossi ufficiale può subito scatenare una certa curiosità.

Italia, futuro prossimo. Le vecchie carceri sono solo un ricordo. Ora i detenuti scontano la pena in un sonno profondo che li rende inoffensivi. L'ipersonno è un sistema efficiente ed economico, almeno fin quando David Damiani (Accorsi), psicologo carcerario, scopre un uomo di cui sono andati persi tutti i dati: un imprevisto che innescherà una catena di eventi.

In quello che fino alla fine sembra un episodio speciale di Black Mirror, Stefano Accorsi propone una brillante interpretazione di un personaggio molto complesso, che si lascia conoscere poco alla volta. È un uomo adulto, invischiato in un sistema tutto nuovo, che mira ad eliminare le degradanti condizioni nelle carceri e la violenza al proprio interno. Come ogni racconto distopico, anche Ipersonnia sfrutta un ipotetico futuro, apparentemente lontano dalla nostra realtà, per sviscerare invece un tema più che attuale: il concetto di giustizia con tutte le sue controversie.

Accorsi riesce a calarsi davvero molto nei panni di David, rendendo credibili le sue emozioni, destinate a crescere di minuto in minuto; tant'è che la sua interpretazione finisce quasi sempre per oscurare quella di altri membri del cast, con ruoli di minore spicco. Unica piccola eccezione è Viola (Katsiaryna Shulha), donna molto vicina a David.

L'intera narrazione ha lo scopo di ingannare lo spettatore senza che quest'ultimo possa riuscire a capire quando fidarsi di ciò che gli viene mostrato, se quello che vede è la cruda realtà o solo una sua distorsione. Ricco di suspense, Ipersonnia non permette di distrarsi nemmeno un secondo; d'altra parte, il concept è interessante, ben sviluppato e scritto piuttosto bene. Il ritmo narrativo non è sempre omogeneo: se talvolta ci si sofferma a lungo su alcuni eventi, con dialoghi lenti e densi, in altre occasioni sembra che allo spettatore sia mostrato lo stretto necessario affinché egli possa cambiare la propria prospettiva. Anche per questo, infatti, di alcuni personaggi viene svelato quanto basta. È un dinamismo che tuttavia funziona, e che non tende mai da una parte o dall'altra, rendendo la storia imprevedibile, mai pesante né - di contro - superficiale.

Semplicità ed efficacia

Quando si pensa al thriller sci-fi, nel panorama odierno si tende spesso ad ignorare la possibilità di raccontare una buona storia servendosi di pochissimi elementi. Ipersonnia vede l'azione svolgersi in un numero davvero limitato di ambienti, con un cast piuttosto esiguo e con pochi snodi fondamentali convincenti. Un po' come nel 2021 aveva fatto La stanza, horror di Stefano Lodovichi. Quello di Mascia è senza dubbio un esperimento meglio riuscito, che coniuga un immaginario distopico e una realtà ancora in grado di riflettere quella odierna senza alcuna voglia o necessità di strafare, e questa semplicità è la chiave per centrare il bersaglio e creare un'opera che funzioni bene.

Matteo Vielle, direttore della fotografia, compie con il regista Mascia un lavoro sorprendente: inquadrature ricercate, immagini quasi allucinatorie che confondono l'immaginazione con la realtà. La convincente fotografia si lascia poi contaminare da bei giochi di luce, e tra tonalità prevalentemente cupe spicca una lunga sequenza: in un locale notturno, luci al neon si stagliano sui volti di David e Viola, creando un'atmosfera diversa e unica rispetto a quelle che prevalgono nell'intero film.

Conclusioni

L'impressione su Ipersonnia è dunque più che positiva. Il film di Mascia è una sorprendente novità nel panorama italiano, forse uno dei pochi esperimenti davvero ben riusciti, in grado di abbracciare finalmente un genere diverso dalla commedia o dal dramma familiare, di cui la filmografia nostrana è piena. Con pochi ma intelligenti elementi, il racconto funziona bene, intrattenendo il pubblico e stuzzicando la sua curiosità, portandolo a riflettere su temi attuali con un pizzico di inventiva in più.