Jessica Jones, il ritorno dell'antieroe noir

Jessica Jones è il secondo atto del progetto televisivo Marvel co-prodotto da Netflix. È la storia di una super investigatrice privata dai metodi poco ortodossi, che affronta il fantasma del suo passato per proteggere le persone a cui tiene. Prodotto ottimo e tecnicamente ben fatto, ma non raggiunge gli standard di Daredevil.

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a cura di Andrea Balena

Jessica Jones è stata il cavallo di battaglia della stagione autunnale 2015 di Netflix, uscita in concomitanza con l'arrivo del popolare servizio in Italia. Con una campagna marketing invidiabile e un ottimo cast di protagonisti, l'intento era di replicare il successo di critica e pubblico ottenuto appena pochi mesi prima con Daredevil. Preso singolarmente, il prodotto di Melissa Rosenberg (showrunner dell'ultimo Dexter) è di qualità e si distingue nel palinsesto televisivo, ma perde nel confronto diretto con il diavolo rosso e a tratti si allontana pure dalla categoria dei cinecomic.

Jessica Jones è un personaggio poco conosciuto al grande pubblico rispetto ai grandi nomi di casa Marvel, e infatti la sua storia editoriale è abbastanza recente: nata nel 2001 dalla penna di Brian Micheal Bendis sulla testata Alias, il personaggio si è subito distinto per la sua natura di investigatrice privata alcolista con un passato oscuro da supereroina, ponendosi presto come una forza neutrale nei conflitti dei supereroi. La sua testata, dal tono molto noir e oscuro, si è conquistata un posto speciale tra i fan, e ad oggi è considerata una delle novità più interessanti prodotte dalla cosiddetta Casa delle Idee nel nuovo millennio.

La trasposizione televisiva non si differenzia molto dalla controparte cartacea: l'interprete Krysten Ritter (Jane in Breaking Bad) rende perfettamente la figura tormentata, scontrosa e indipendente dell'investigatrice, specialmente dal punto di vista fisico, offrendo un ruolo da bad girl assolutamente di rilievo. Quello che è stato riscritto rispetto al fumetto è il mondo intorno a Jessica, che non poteva essere replicato per limiti sui diritti di immagine di molti personaggi Marvel. Anche se presenta una realtà più "normale" e casi più "umani", lo spirito della serie rimane inalterato.

Una nota di merito va data assolutamente al ruolo dell'antagonista Killgrave, interpretato dall'apprezzatissimo David Tennant (il Decimo Dottore in Doctor Who). Grazie all'interpretazione caratteristica e teatrale dell'attore scozzese, la sola presenza in scena del personaggio incute timore tanto negli altri personaggi quanto negli spettatori, e la sceneggiatura furbescamente raziona la sua presenza per aumentarne l'efficacia. Rispetto ai cattivi cinematografici, spesso mossi da artificiosi ideali di conquista, Killgrave appare molto più convincente, appena sotto al Kingpin di Vincent D'Onofrio – grazie anche al suo puro egoismo e al suo potere virtualmente invincibile del controllo mentale.

Jessica Jones (23)
Si vede chiaramente che la produzione di Jessica Jones non ha goduto dello stesso budget di Daredevil, come dimostra l'andamento molto più placido e introspettivo della storia, che si concentra più sulla caratterizzazione dei personaggi che sull'azione. Una conseguenza di questo approccio è la presenza di sottotrame riempitive abbastanza inutili. Lo scarso utilizzo di effetti speciali si nota particolarmente nelle sequenze che dovrebbero mostrare i salti potenziati della protagonista e che invece sono tagliate e risultano artificiose.

Recentemente Netflix ha fatto sapere che Jessica Jones avrà una seconda stagione, segno che almeno parte del pubblico ha apprezzato questo prodotto. Jessica Jones forse non è una serie del tutto riuscita, ma propone nuove idee e si distingue per la sua protagonista d'eccezione, che sarà probabilmente capace di attrarre un pubblico più vasto dei tipici fan di supereroi mascolini, bidimensionali e iper-testosteronici.

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