Jobs, il film con Ashton Kutcher al cinema in agosto

L'atteso film su Steve Jobs con Ashton Kutcher uscirà negli Stati Uniti il sedici agosto, e presumibilmente in Europa nei mesi successivi. Ha ricevuto un'accoglienza appena tiepida dalla critica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il film su Steve Jobs ha finalmente una data di uscita, almeno per gli Stati Uniti. Intitolato semplicemente "Jobs" arriverà nei cinema d'oltreoceano il prossimo 16 agosto, circa quattro mesi più tardi rispetto alla programmazione originale. Racconta la vita del fondatore di Apple dal 1971 al 2001 circa, ed è interpretato da Ashton Kutcher (Steve Jobs) e Josh Gad (Steve Wozniak).

Alla regia troviamo invece Joshua Michael Stern, mentre il soggetto è a firma di Matthew Whiteley. Il film, per ammissione degli stessi attori, è piuttosto romanzato e non si può considerare storicamente accurato. In altre parole, non è un documentario, è va guardato come un'opera di fantasia basata su eventi reali.

In attesa di raggiungere il grande pubblico, comunque, Jobs è già passato sotto agli occhi della critica, di Steve Wozniak e degli spettatori più appassionati, in occasioni come il Sundance Film Festival. E ha ottenuto recensioni non proprio lusinghiere: qualcuno lo ha apprezzato con modestia, altri lo hanno trovato sciatto. "Sembra più una pubblicità di due ore" si legge per esempio in apertura della recensione su The Hollywood Reporter. Ed è molto critica anche Casey Newton (Cnet), quando dice che "lo spettatore finisce per passare due ore guardando sagome di cartone che discutono con Ashton Kutcher".

L'autorevole Guardian non gli dà più di due stelle su cinque, ma il recensore Ed Gibbs non trascura i complimenti a Kutcher, perché interpretare un personaggio ingombrante come Steve Jobs non è mai semplice. E sottolinea anche come il film sia probabilmente troppo incentrato sul protagonista, tanto che lo stesso Wozniak è relegato a un ruolo secondario, di cui lo spettatore scoprirà ben poco. Ma "l'essenza di Jobs il creatore, quello che ha cambiato la cultura guidato dalla follia, è intatta, in linea con la sua figura pubblica e professionale".

"I risultati sono quindi altalenanti. Chi vuole una visione più affilata, più incisiva, dovrà attendere Sorkin", conclude Gibbs, riferendosi alla produzione che Sony ha affidato al regista di The Social Network. Un lungometraggio che dovrebbe essere un'opera artistica più completa e ragionata, un film "impegnato" che probabilmente non soddisferà tutti ma che, si spera, sarà un dipinto più fedele dell'uomo che lo ha ispirato.