Kids with Guns 2 - Tribe: come fondere One Piece, il west e i dinosauri e avere successo

Kids with Guns 2 – Tribe è il secondo capitolo della strepitosa serie dino-western di Capitan Artiglio, edita da Bao Publishing.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Ad un anno di distanza dal primo volume, Bao Publishing riporta in libreria lo straordinario talento di Capitan Artiglio, nome d'arte di Julien Cittadino, che lo scorso anno ci aveva estasiati tutti con il primo volume del suo Kids with Guns.

Come si può spiegare Kids with Guns? Immaginate tutto quello che può aver animato la vostra infanzia, da Dragon Ball a One Piece, passando per Caddillac e Dinosauri, le TMNT, Ken in Guerriero e qualunque altro bellissimo (e tamarro) riferimento abbia animato i vostri sentimenti a cavallo tra gli anni '80, '90 e 2000, tagliatelo a pezzi irregolare, mescolatelo sbracciando a più non posso (ma con grazia) e poi invece di versarlo in un bicchiere sofisticato da Martini, lanciatelo in aria e lasciate che sporchi voi, i vostri vestiti, la vostra casa, e qualunque altra cosa abbiate nel raggio di qualche metro.

Sembra follia, è follia. La follia ci piace. Non ci piace per partito preso, ci piace quanto ha un senso, quando segue, anche se non sembra, delle regole, quando è figlia di un certo entusiasmo. Sotto questi paradigmi, allora, la chiameremo più correttamente “estro”, e credeteci se vi diciamo che Cap. Artiglio di estro, follia e compagnia cantante ne ha da vendere.

Senza alcuna sorpresa, Kids with Guns 2 - Tribe è, come il predecessore, un volume magistrale, potente, da leggere tutto d'un fiato fino a farsi venire i mal di testa. Il tripudio narrativo e artistico dettato dalla storia e dai colori ha pochi, pochissimi rivali, e nel suo rimescolare di temi e immagini già note (come per l'appunto buona parte dell'immaginario manga più noto e propriamente shonen) riesce a creare qualcosa di unico, autentico ed entusiasmante.

Non c'è molto da dire in più, dovreste leggere per capire quanto tutto quello che si è scritto sino ad ora sia vero. Credeteci: non ve ne pentirete.

Ma di che parliamo? Con il primo volume Capitan Artiglio aveva imbastito un mondo visivamente straordinario, il cui immaginario fondeva il mito western, quello più squisitamente cyberpunk (e fantascientifico in generale) a tutta una serie di archetipi del manga, tra superpoteri donati da misteriosi teschi di natura ignota, ranger senza scrupoli ed un mucchio di dinosauri dalle dimensioni più o meno generose.

Al centro della storia tre fratelli, i Doolin, e una ragazzina muta e senza nome, che come la Undici di Stranger Things si scoprirà in grado di difendersi con le unghie e con i denti a dispetto di un'apparenza fragile e poco incline alla violenza. Nel complicarsi della situazione tanto per la bambina quanto per la band dei fratelli Doolin, nel mondo di Kids with Guns cominceranno progressivamente a fare la loro comparsa in scena gringos senza scrupoli, poteri sovrannaturali, e piani mefistofelici che, proprio in questo volume, cominciano a mostrare al lettore quella che è la trama vera e propria della serie, nel primo volume - per forza di cose - solo abbozzata.

Il tutto sarà generosamente accompagnato da combattimenti adrenalinici, fiumi di pallottole e botte.  Tante botte date con stile per inciso.

Alla fine del primo volume, Capitan Artiglio aveva lasciato il lettore con una rivelazione enorme, e con l'ingresso sul campo di un personaggio che, nel corso della prima parte, era stato spesso citato ma mai visto: il padre dei Doolin. Non prima di aver introdotto una cricca di assassini letali, e di aver portato a compimento lo sviluppo della bambina senza nome, che da ragazzina indifesa è ben presto diventata una vera e propria macchina da guerra.

Con questo secondo volume si riprendono le fila nel momento esatto in cui il volume precedente si era concluso, cominciando subito a rispondere ad alcune delle curiosità balenate nel lettore approcciandosi alla prima parte del racconto. Che cosa sono i teschi? Perché conferiscono poteri, e come mai sono finiti proprio nelle mani dei Doolin? Da qui in poi, come già eravamo stati abituati dall'autore, sarà un crescendo continuo di azione e tensione, occasionalmente messo in stand by da quei momenti, più personali e squisitamente narrativi, in cui i personaggi svestono i panni da battaglia per regalarsi al lettore in modo più intimo e personale, specie per ciò che riguarda la bambina senza nome.

Chiuse le premesse del volume precedente, è evidente che Capitan Artiglio sia molto più schietto nel suo racconto, più diretto e meno bisognoso di preamboli. Non c'è più, insomma, quella sensazione – che albergava nelle prime pagine del volume precedente – di spossatezza e spaesamento.

Kids with Guns 2, nella sua sostanza, è infatti perfetto. Non perde letteralmente un colpo, e come già era successo per il suo predecessore, vi lascerà a fine volume con una voglia matta di leggerne di più, ancora, magari subito.

Capitan Artiglio ancora una volta si contraddistingue per una cura maniacale dei dettagli. I vestiti dei personaggi, sempre mutevoli e piacevolmente ricchi di riferimenti (qualcuno deve essere un grande fan dei Masters) si mescolano a colori brillanti e prepotenti, che aggiungono alle straordinarie e ricchissime tavole un impatto visivo pregevole, a di poco esplosivo. La nostra preoccupazione principale era che la metrica visiva di Artiglio potesse in qualche modo risentire di una certa stanca, dettata ovviamente da quello che è un immaginario molto ricco e roboante che, se non sapiente proposto, potrebbe letteralmente sovraccaricare il lettore.

Capitan Artiglio si gioca invece le sue carte con grande maestria, alternando momenti dialogati ad alcuni in cui è l'immagine, e solo l'immagine a comunicare al lettore. Senza testo, senza didascalie, senza onomatopee. Quand'anche poi si susseguono pagine e pagine di azione, il tripudio estetico non affatica, ma anzi galvanizza, esalta, complici delle inquadrature sempre intriganti, che sembrano voler citare un certo gusto per il cinema orientale di genere action, e che talvolta letteralmente sfondano i limiti delle griglie, con un piglio che continua a mescolarsi nei riferimenti tra pellicola e videogame.

La sintesi è un cocktail esplosivo ed accattivante, che partendo dalle premesse del primo volume evidenzia la maturazione di questo autore così giovane, ma così estroso e talentuoso. Concentrandosi di più sulla narrazione, e dividendo la stessa su ben quattro piani diversi, Kids with Guns 2 riesce anche ad andare oltre la linearità del suo predecessore, configurando Artiglio non solo come uno splendido artista, ma anche come un talentuoso narratore.