La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via, recensione: Dante in salsa fantasy

La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via è la nuova serie targata Sergio Bonelli Editore con protagonista Dante e un insolito manipolo di eroi.

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a cura di Domenico Bottalico

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Dopo L'Inferno di Dante illustrato da Paolo Barbieri, Sergio Bonelli Editore porta in libreria e fumetteria una nuova interessantissima proposta nell'anno che celebra il 700° compleanno di Dante Alighieri. Si tratta di La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via primo volume (di due attualmente previsti) che rilegge in chiave decisamente insolita, fantasy e metaletteraria Dante e il suo poema La Divina Commedia.

Ai testi troviamo due autori giovani ma già con parecchia esperienza sotto la cintola come Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri mentre ai disegni ci sono Giorgio Spalletta e Matteo Spirito, che firma anche la copertina, coadiuvati da Francesco Segala ai colori.

La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via: "e quindi uscimmo a riveder le stelle"

Dopo aver compiuto il famoso viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, Dante riemerge dal Vesuvio: sono passati due secoli. L'Italia ora è in pieno Rinascimento e Dante reca con sé un minaccioso segreto. L'Inferno è al limite della capienza e a Lucifero resta un'unica soluzione: spalancare i cancelli e invadere il regno dei Vivi.

Il Sommo Poeta tuttavia ha però intravisto anche altri segni premonitori, più benevoli. È possibile fermare Lucifero ma per farlo è necessario mettere insieme una Divina Congrega, sette individui che sotto la sua guida respingeranno l'assalto del Demonio e dei dannati. Dante lascia così alcuni indizi affinché i membri selezionati della Divina Congrega si mostrino degni e lo rintraccino. Il primo a risolvere l'enigma è Lorenzo De' Medici che incrocia la sua strada con la bella e misteriosa Sylvia, la quale assomiglia sinistramente alla Venere del Botticelli, e al rissoso moro Otello.

Quando Lucifero intuisce il piano di Dante prova a fermare subito la nascita della Divina Congrega attaccando i tre che vengono però salvati dal provvidenziale intervento del bizzarro Leonardo Da Vinci e dello stesso Dante. Dopo una breve sosta a Firenze, il gruppo si dirige a Roma per cercare di arruolare il sesto membro della Divina Congrega. Al suo netto rifiuto, la Congrega punta nelle paludi del beneventano per recuperare un formulario di magia nero noto come Il Libro del Comando, essenziale, secondo Dante, per fermare l'invasione infernale.

La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via, fra metaletteratura e fantasy

Scevro da qualsiasi intento accademico o asetticamente celebrativo, La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via è una lettura esplosiva e divertente che punta ad unire la tradizione dantesca con spunti marcatamente fantasy ed un piglio metaletterario che sin dalle primissime pagine fa collidere quella che una volta era definitiva "letteratura alta" con la grammatica e gli stilemi del fumetto e della letteratura fantasy in una forma inedita almeno per il mercato italiano.

Se infatti in ambiente anglosassone e franco-belga, l'idea di far interagire personaggi storici e letterari nel medium fumetto è una interessante e raffinata consuetudine (esempio più mainstream in questo senso è senz'altro La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore) in Italia queste sperimentazioni sono state sempre un po' osteggiate e relegate maggiormente alla sfera crime/storico-politica (vedasi Primo di Rizzo e Bonaccorso o la lunga saga di Pietro Battaglia di Roberto Recchioni a cui ha lavorato anche lo stesso Gualtieri).

Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri hanno quindi il grande merito di attingere finalmente dal meglio dell'immaginario nostrano (direttamente e indirettamente, Otello pur reso famoso dall'omonima tragedia di William Shakespeare ha origini nella raccolta di novelle Ecatommiti di Giambattista Giraldi Cinzio) calando i personaggi scelti in un contesto squisitamente fantasy sia per soggetto, l'apocalittica invasione dei dannati che esautorata dei richiami religiosi è un grande classico del fantasy, che per plot allorché sia il ruolo magico di Dante, sia la composizione della Divina Congrega che le dinamiche fra i vari personaggi ricalcano quelle dei party tipici della narrativa fantasy e della grammatica dei giochi di ruolo.

Tuttavia il loro degli autori non è di mera "sovrapposizione" né cerca una trans/crossmedialità esasperata puntando invece a raccontare una storia robusta, ricca di azione, ironica e carica di riferimenti più o meno raffinati ai personaggi che la popolano. Se infatti nelle intenzioni La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via è una lettura plot driven, è impossibile non notare come da metà volume in poi è l'interazione fra i personaggi ad esserne il fulcro.

Un Dante magico, e quasi gandalfiano, trova in un Lorenzo De' Medici (dalle fattezze caravaggesche) avventuroso e un po' malinconico la sua controparte. Sylvia è una letale Dorian Gray che fa da spalla ideale ad un tormentato e "barbarico" Otello mentre Leonardo Da Vinci è un po' alchimista, un po' inventore funge anche da comic relief come nella più classica tradizione bonelliana.

È interessante notare dal punto di vista stilistico il perfetto bilanciamento dei registri linguistici. Le citazioni de La Divina Commedia fungono da testo per le evocative didascalie del prologo, proseguendo nella lettura poi un tono più colloquiale e moderno si alterna a termini più aulici che aumenta il tasso di immersività della lettura senza però renderla ostica ma al contrario "storicamente accurata". Da notare come il  linguaggio, o meglio la parola, sia anche un espediente narrativo all'interno dell'albo come spiegherà molto bene Dante quando narrerà alla Congrega il modo in cui si è ritrovato nella selva oscura.

Dal punto di vista grafico l'albo è realizzato a 4 mani da Giorgio Spalletta e Matteo Spirito che si spartiscono il lavoro in maniera davvero interessante ed efficace. Spalletta infatti illustra il volume con un tratto sicuro e spigoloso, molto scattante e caratterizzato da linee spezzate e un buon grado di stilizzazione che permette di realizzare buone sequenze d'azione senza rinunciare ad una marcata espressività dei personaggi. In questo senso il disegnatore usa in maniera versatile la china e i neri che passano da essere ampi e profondi a sottili ed incisivi, un approccio interessante che manca solo di un pizzico di equilibrio in più.

Dal punto di vista della costruzione della tavola invece la classica "gabbia bonelliana" aleggia nel corso del volume ed influenza Spalletta che riesce comunque a piegarla a suo piacimento ora con doppie orizzontali ora con immagini a tutta pagina che fungono da cornice ed in cui vengono inseriti i riquadri e infine spingendosi addirittura a realizzare un paio di doppie splash page, bellissima quella nel laboratorio di Leonardo.

Il lavoro di Spalletta viene integrato da quello di Matteo Spirito che ha il compito con il suo tratto più espressionista di raffigurare l'Inferno e i demoni che, ispirati dalla classica iconografia dantesca, diventano creature grottesche e abominevoli ma anche diavoli invasati e famelici. Un contrasto di stile tanto singolare quanto efficace e che dona una particolarissima atmosfera al volume. Spirito firma anche la copertina del volume adottando uno stile pittorico e squisitamente illustrativo facendosi ispirare, per composizione e prossemica, da certe copertine di manuali di giochi di ruoli ma anche da una certa tipologia di manifesti cinematografici.

La presenza di due disegnatori costringe Francesco Segala ad escogitare diverse soluzioni per dare profondità al volume. La prima è focalizzarsi sui rossi e sui verdi e sulle loro sfumature che diventano effettivamente i volani cromatici del volume. Segala poi cerca fortemente di riprodurre quanto più possibile gli effetti della luce naturale, la luna ma anche il sole dalle finestre del palazzo di Lorenzo De' Medici per esempio, in un esercizio non facile visto il peculiare periodo storico in cui è ambientata la storia e che offre pochissime fonti di luce artificiale con cui giocare ed ottenere effetti particolari. Il colorista non rinuncia però ad un tocco etereo sfruttando al massimo la presenza di esseri soprannaturali per esempio o a soluzioni dal forte impatto con sfondi monocromatici che esalto le figure, soprattutto nelle scene d'azione.

Il volume

Confermando la sua politica editoriale per le nuove proposte da libreria e fumetteria, Sergio Bonelli Editore opta per un cartonato formato "francese" da 22 x 30 cm. Questa scelta, oltre a dare all'opera una confezione elegante e facilmente distinguibile, permette anche di apprezzare al meglio le tavole così come azzeccata è la scelta di una carta spessa e opaca (non usomano) che rende al meglio i colori. Molto buona la sezione degli extra in cui gli stessi Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri raccontando il dietro le quinte della lavorazione di alcune tavole, alcune scelte stilistiche e l'inserimento di due personaggi in particolare ovvero Circe e Otello.