La magia prima di Harry Potter: Books of Magic di Neil Gaiman, recensione

Neil Gaiman prima di The Sandman: esplorazione del lato mistico dell'Universo DC con Books of Magic ispirando Harry Potter.

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a cura di Domenico Bottalico

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Circa un anno dopo aver iniziato la pubblicazione di The Sandman (a gennaio 1989 negli Stati Uniti), Neil Gaiman lancia, nel dicembre 1990 sempre negli Stati Uniti, una interessantissima miniserie intitolata Books of Magic. Composta da 4 capitoli, disegnati da quattro disegnatori differenti ovvero John Bolton, Scott Hampton, Charles Vess e Paul Johnson, la miniserie è una esplorazione del lato mistico dell'Universo DC vissuta attraverso l'esperienza del giovane protagonista e dei suoi misteriosi ciceroni.

Books of Magic: "Ragazzo credi nella Magia?"

Imprecisata periferia inglese. Il giovane Timothy Hunter bighellona con il suo skateboard quando viene avvicinato da quattro tizi decisamente sospetti. Tutti in impermeabile o cappotto potrebbero essere benissimo dei pervertiti ma in realtà si fanno chiamare La Brigata del Trench. Sono John Constatine, Lo Straniero Fantasma, il Dottor Occult e Mister E. I quattro strambi individui spiega a Tim che il suo destino è quello di diventare il più grande mago del mondo ma solo lui può accettare questo destino e scegliere di accogliere nella sua vita la magia e come impiegarla.

La Brigata del Trench pare essersi mossa in anticipo. Ci sono infatti altre forze e organizzazioni malvagie che vogliono deviare il percorso di Tim per scopi malvagi se non addirittura ucciderlo. I quattro quindi decidono di prendere il giovane Tim sotto la loro ala protettrice mostrandogli cos'è la magia, da dove nasce, dove muore e soprattutto cosa significa accoglierla nella propria esistenza. Il viaggio inizia con Lo Straniero Fantasma che porta Tim nel passato dell'Universo DC mostrandogli le origini della magia e il prezzo pagato dai suoi primi utilizzatori.

Tocca poi a John Constantine mostrare il presente dell'Universo DC a Tim. Vi è un mondo che prospera appena adiacente al nostro: realtà e magia convivono e la loro convivenza non è sempre facile o pacifica. Tim, accompagnato oltre che da Constantine anche da Zatanna, impara che la magia ha un costo e che conoscere il nome di qualcuno o qualcosa spesso è un'arma potentissima. Il Dottor Occult si occupa di mostrare a Tim gli universi paralleli. Nello specifico il viaggio dei due fa tappa nella Terra di Faerie: una reame dove miti e leggende sono vive e talvolta pericolose.

Dopo essere scampato a numerosi tentativi di omicidio e all'assalto del Culto della Fiamma Fredda, Tim viene traghettato nel futuro da Mister E. Il mistico tuttavia gli mostra un possibile futuro, uno dove Tim ha scelto la magia per i suoi scopi personali e ha causato una devastante guerra. Spaventato da questo scenario, Tim fa una scelta "impopolare" ma una volta che si è fatta entrare la magia nella propria esistenza difficilmente questa può andare via.

Books of Magic: di cosa è fatta la magia? Neil Gaiman fra forma e sostanza

Pur avviato verso la consacrazione con il già citato The Sandman (che vi ricordiamo è in procinto di arrivare in TV, a tal proposito recuperate il nostro articolo: Come e dove vedere The Sandman in streaming), Neil Gaiman ha ancora forze ed energie creative per una puntatina nel cuore dell'Universo DC dando alla luce quella che è senza ombra di dubbio uno dei suoi migliori lavori nonché una delle migliori miniserie mai pubblicate da DC anche al netto del successo di critica e pubblico che poi porterà alla sua espansione con la pubblicazione di svariate serie regolari e spin-off, tutte per altro decisamente buone.

Spogliata dai suoi orpelli, narrativamente, quella di Books of Magic, è una operazione che si rifà all'archetipo del viaggio dell'eroe in cui però non c'è da compiere di fatto una missione ma semplicemente accettarla. Immaginate se i grandi eroi dell'epica classica avessero avuto il lusso di scegliere: l'autore britannico gioca quindi nel sovvertire l'archetipo, svuotarlo e riconsegnarlo al lettore sotto una luce inedita.

In questo senso sono due gli aspetti da evidenziare nella lettura di Books of Magic. Se all'esordio con Black Orchid, Gaiman sperimentava una forma di narrazione estremamente rarefatta e in contrapposizione con gli stilemi tipici di quella supereroistica tradizionale, qui invece, fra richiami e riferimenti alla storia di personaggi tanto misteriosi quanto nebulosi (e spesso legati alla Bronze Age della DC), non manca di rimarcare alcune delle tematiche a lui care come quello del passaggio dall'adolescenza all'età adulta oppure della compenetrazione del fantastico nel reale.

Il viaggio che Gaiman fa compiere nel lato mistico e magico dell'Universo DC non è solo quello della meraviglia ma anche quello della presa di coscienza: se la narrazione fantastica e supereroistica sono fondate sulla sospensione dell'incredulità allora anche la magia deve sottostare a regolare ben precise. Nello specifico qui tutto è giocato sulla potenza del nome e sul prezzo da pagare (inteso come scambio) che comporta l'uso della magia. Si tratta di concetti ripresi dal folklore popolare ma che ovviamente vivono di vita nuova grazie all'interazione fra il protagonista e personaggi come John Constatine, Lo Straniero Fantasma, il Dottor Occult e Mister E.

Sulla compenetrazione del fantastico nel reale, vero cavallo di battaglia di Gaiman, però è interessante fare una digressione legata al protagonista Timothy Hunter. È indubbio che Books of Magic abbia ispirato, anche indirettamente, uno dei personaggi più di successo della cultura pop degli ultimi 25 anni: Harry Potter. Le loro somiglianze fisiche e il "viaggio" che i due compiono è estremamente simile (Gaiman ha più volte pubblicamente liquidato le somiglianze parlando di fonti uguali e archetipi narrativi simili). Resta il fatto che ancora oggi Timothy Hunter e Books of Magic risultano attualissimi e un franchise che Warner Bros. Discovery potrebbe benissimo rispolverare in senso transmediale.

John Bolton, Scott Hampton, Charles Vess e Paul Johnson sono i quattro grandi artisti che illustrano Books of Magic. Tutti e 4 hanno uno stile che rifà al pittorico o all'acquerello eppure tutti e 4 sono estremamente riconoscibili. John Bolton è più illustrativo con le sue tavole a vivo caratterizzate da una ruvidezza materica del colore; il presente di Scott Hampton è invece fatto di acquerelli mai troppo netti, d'altronde deve mostrare la sovrapposizione di mondi, dando alle tavole, ora ripartite in maniera più netta e con un occhio alla sequenzialità del fumetto, un atmosfera onirica e di sospensione.

Charles Vess è quello che stilisticamente è più legato al disegno, sempre illustrativo, nella misura in cui qui la linea gioca un ruolo preponderante separando le forme dal colore. Sono evidente le influenze classiche di Hal Foster e di certi autori francesi degli anni 70. Le tavole sono una piacevole alternanza fra gabbie ordinate, ma mai uguali a sé stesse, e splash-page dal forte impatto. Chiude il volume Paul Johnson con il suo stile pittorico impressionista in cui la gabbia è spesso irregolare, esplosa o ricava dopo su illustrazioni a vivo. Interessante è anche l'uso posticcio dei bordi sia nelle figure (a rappresentare il loro vagare in un altro tempo) che nelle tavole stesse.

Un comparto grafico non di certo facile e comprensibile per tutti i tipi di lettore, soprattutto quelli meno smaliziati, ma sicuramente evocativo e dal fortissimo impatto emotivo oltre che meramente visivo.

Il volume

Panini DC Italia ripropone Books of Magic nella sua collana DC Library - DC Black Label. Si tratta di un volume cartonato nel classico formato 17x26 cm, la resa di stampa è ottima con una carta patinata spessa e lucida che esalta le tavole di derivazione pittorica dei quattro disegnatori John Bolton, Scott Hampton, Charles Vess e Paul Johnson. Ottima anche la rilegatura e la rifilatura delle pagine anche se, come spesso accade per i disegnatori che prediligono questa tecnica e quindi una ripartizione degli spazi più libera e una organizzazione della tavola che utilizza splash-page e pagine a vivo, la lettura è agevole pur dovendo in alcuni passaggi stressare costina e rilegatura aprendo il volume in maniera importante.

Molto buoni e scorrevoli sia l'adattamento che la traduzione. Dal punto di vista editoriale e redazionale invece da segnalare un breve contributo della editor italiana del volume mentre la sezione degli extra è davvero ricca e comprende l'introduzione alla edizione in volume originariamente pubblicata nel 1993 firmata dal grande scrittore di fantascienza e fantasy Roger Zelazny. Fra gli altri extra: le note originali e la bozza di sceneggiatura originale del terzo capitolo di Neil Gaiman e una serie di schizzi e layout di tavole firmate da Charles Vess e Paul Johnson. Soprattutto per i giovani disegnatori, quest'ultima sezione di extra è un importante fonte di informazioni dirette sulle modalità di trasposizione della sceneggiatura in forma sequenziale.