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"Rubare" una regina: la recensione de La Regina di Attolia

Il ladro Eugenides torna nel secondo romanzo che lo vede protagonista, impegnato stavolta a "rubare" una regina: La Regina di Attolia.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Mega Whalen Turner torna con il secondo romanzo della serie Il Ladro della Regina: arriva con Fanucci Editore il fantasy La Regina di Attolia

Il ladro in grado di rubare ogni cosa, può ancora compiere i suoi prodigiosi furti se irrimediabilmente mutilato? E come può, il ladro della regina, essere considerato ancora tale se per causa sua una guerra adesso infiamma il regno? Eugenides, protagonista della saga fantasy di Megan Whalen Turner, torna nel romanzo La Regina di Attolia, secondo volume della serie Il Ladro della Regina pubblicata in Italia da Fanucci Editore. Il suo è un ritorno tormentato, che accusa i colpi inferti dalla minacciosa figura della regina Attolia. Tuttavia sono la crescita di Eugenides e la tridimensionalità dei personaggi suoi comprimari a dare dinamicità a un romanzo che riesce a scrollarsi di dosso la staticità che invece aveva offuscato il suo predecessore. Quanto è migliorata la saga grazie a La Regina di Attolia?

Ciò che viene fatto ai ladri

Nei territori di Attolia, Eugenides aveva rubato un prezioso tesoro appartente agli stessi dei, il Dono di Hamiates. L’affronto è ancora cocente per la regina Attolia, la quale cova la vendetta nel suo animo. La possibilità di riparare a un tale oltraggio gliela offre però lo stesso Eugenides. Inviato dalla sua regina, Eddis, a osservare e raccogliere informazioni presso la dimora di Attolia, il ladro più abile tra tutti i regni schernisce la già offesa regina rubandole degli oggetti e mettendone altri al loro posto. Una trappola inattesa fa sì che Eugenides venga catturato e reso prigioniero di Attolia, che lo punisce facendogli ciò che viene fatto ai ladri da sempre nel suo regno, mutilandolo per sempre.

Quando Eugenides viene rimandato nel regno di Eddis, non è solo ferito nel corpo, ma anche profondamente nell’animo: come potrà essere ancora al servizio della sua regina, nel suo stato attuale? Come può un ladro rubare qualcosa se non possiede più gli strumenti per farlo? Durante la sua lunga convalescenza, Gen ignora però che Eddis, per ciò che gli è accaduto, ha dichiarato guerra ad Attolia, con il regno di Sounis su un altro fronte ad approfittare della situazione lanciando il proprio attacco. Intanto, la ragione per la quale Eugenides si era infiltrato nel castello di Attolia, fa il suo corso con esiti preoccupanti: la regina di Attolia subisce infatti l’influenza (anche economica) dell'impero dei Medi attraverso il loro ambasciatore, Nahuseresh, che intende circuirla per espandere il dominio dell’impero anche a nord: l’ambasciatore non sa, però, che Attolia è più scaltra di quanto creda.

La Regina di Attolia: l’altro volto del fantasy

Nella nostra recensione del romanzo Il Ladro, primo volume della serie Il Ladro della Regina, avevamo dovuto prendere atto di un fatto importante: il primo romanzo di Megan Whalen Turner con protagonista il ladro Eugenides peccava in larga parte di ridondanza ed eccessiva flemma. Questo avveniva a causa del fatto che per buona sostanza tale romanzo fungeva come una sorta di prologo, di presentazione del mondo. La Regina di Attolia, secondo romanzo della serie, non segue la strada dell’azione a briglia sciolta o dei dialoghi frequenti, ma in rapporto al suo predecessore fornisce sempre la giusta ragione per proseguire nella lettura, pagina dopo pagina, con una maggiore dinamicità data dalle scelte e dalla crescita dei protagonisti.

Con La Regina di Attolia, Megan Whalen Turner dimostra una maggiore sicurezza e non ha più bisogno di soffermarsi su dettagli utili a spiegare il background del mondo che costruisce. Dall’inizio alla fine, si spinge realmente nella narrazione, senza particolari tempi morti. Come dicevamo, non si tratta di un fantasy a predominanza di azione, combattimenti, avventure, ma la peculiarità che lo rende particolarmente intrigante è proprio la presenza degli... intrighi. Cospirazioni, spionaggio, piani geniali per sovvertire le macchinazioni nemiche, La Regina di Attolia offre uno scenario politico complesso e avvincente, capace di non annoiare mai ma al contrario, di stupire per le sue dinamiche. Potremmo dire che questo romanzo rappresenta l’altro volto del fantasy, quello votato più al realismo delle meccaniche sottostanti ai conflitti tra i regni. In questo La Regina di Attolia lesina un po’ in quello che era un elemento dalla presenza più intensa ne Il Ladro: le azioni degli dei, forte componente fino ad ora.

Qui le divinità giocano un ruolo fondamentale nel plot twist finale, tuttavia, in qualità di figure mitiche e fantastiche, cedono il passo agli aspetti più pragmatici della guerra che scoppia in seno ai regni. La Regina di Attolia è difatti, per buona sostanza, il racconto di una lunga guerra, giocata non solo sui campi di battaglia ma anche tra le mura dei castelli, per mezzo di informazioni sussurrate, travestimenti, piani ingegnosi, contrattazioni. Sembra talvolta una sorta di “guerra fredda” e forse anche per tale motivo tiene maggiormente con il fiato sospeso: sottili e delicati equilibri potrebbero spezzarsi in un istante, portando i tre regni protagonisti all'annientamento.

Eugenides e la regina

Tanto spavaldo e sicuro delle proprie abilità, Eugenides approda a un diverso livello di crescita e consapevolezza ne La Regina di Attolia: se nel primo romanzo della serie il giovane ladro compieva il classico viaggio dell’eroe tra i diversi regni per portare a termine la missione che gli era stata affidata, in questo secondo volume il suo viaggio è invece figurato. Attraverso il dolore fisico e poi quello psicologico, passando dalla crisi identitaria a una depressione tale da indurlo a desiderare la morte, fino ad arrivare alla realizzazione e, con essa, ad altri valori. Una grande lezione d’umiltà per il protagonista de La Regina di Attolia che rende prezioso questo romanzo e dona una profondità d’animo a un personaggio che altrimenti sarebbe stato sempre relegato al ruolo di ladro agile e scaltro.

Non che Gen abbia perso le sue peculiarità principali, ma il “battesimo di fuoco” attraverso cui compie una sorta di rito di passaggio all’età adulta lo rende più maturo e più facile da amare. La sua scaltrezza, tuttavia, non è qui una sua prerogativa: la vera protagonista de La Regina di Attolia è proprio colei che da il titolo al romanzo e che si dimostra forse anche più astuta e abile di Eugenides. Su di lei – il cui vero nome è Irene – bisogna andarci cauti: non si tratta di un personaggio per cui provare istintivamente affetto, ma la sua è un’umanità a tutto tondo, una personalità complessa e tridimensionale che si impara ad apprezzare col tempo, per le sue mosse astute e per il profondo dolore che cela.

Nei giochi di potere che compongono la scacchiera di questo mondo, Eugenides e Attolia non sono però semplicemente l’alfiere e la regina: sono due persone autentiche fatte di sentimenti, dissidi, rancori e gelosie, ma anche di amore. Ne La Regina di Attolia trova infatti spazio anche questo sentimento. Non in maniera preponderante e stucchevole, non c’è nulla di edulcorato nelle relazioni che si instaurano in questa storia. C’è un sentimento amoroso sincero e puro, sofferto anche, che nulla ha a che vedere con quanto viene raccontato spesso nel fantasy (passando talvolta da un eccesso fiabesco a un altro di estrema carnalità). E c’è anche l’amore fraterno, quello filiale e quello per il proprio regno, minacciato da chi intende soggiogarlo al proprio dominio. La Regina di Attolia, attraverso il racconto di una lunga guerra combattuta con le armi e con le spie, le strategie, le tattiche di attacco e difesa, mostra qual è il suo “vero colore”: quello di un racconto in cui la consapevolezza di sè viene acquisita attraverso il dolore e le difficoltà, così come la piena coscienza di quelli che sono i nostri sentimenti verso gli altri, incluso l’amore.

Per quanto concerne la cura editoriale, splendida la scelta di mantenere la palette di colori per la sovracoperta del volume che era stata utilizzata precedentemente anche per il primo romanzo, che conferisce un’elegante e raffinata omogeneità all’opera. Anche le immagini di copertina si rivelano ancora una volta magnifiche, ad opera di Antonello Venditti, benché stavolta contengano un piccolo-grande spoiler (nulla che non venga rivelato piuttosto in fretta, ma già l’immagine anticipa l’evento ancor prima di sfogliare il volume).

Voto Recensione di La Regina di Attolia



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - L'altro volto del fantasy: quello di guerre giocate su spionaggio, cospirazioni e piani geniali;

  • - Maggiormente dinamico e attivo...

  • - ...grazie a una crescita del protagonista non indifferente;

  • - Una caratterizzazione dei personaggi a tutto tondo;

  • - Illustrazioni di copertina di eccellente fattura

Contro

  • - Si sente la mancanza della componente mitica e fantasy che in precedenza era data dall'intervento degli dei;

  • - L'immagine di copertina contiene un piccolo (grande) spoiler

Commento

In rapporto al suo predecessore, Il Ladro, questo secondo romanzo fornisce sempre la giusta ragione per proseguire nella lettura, pagina dopo pagina, con una maggiore dinamicità data dalle scelte e dalla crescita dei protagonisti. Con La Regina di Attolia, Megan Whalen Turner dimostra una maggiore sicurezza e non ha più bisogno di soffermarsi su dettagli utili a spiegare il background del mondo che costruisce. Dall’inizio alla fine, si spinge realmente nella narrazione, senza particolari tempi morti. Come dicevamo, non si tratta di un fantasy a predominanza di azione, combattimenti, avventure, ma la peculiarità che lo rende particolarmente intrigante è proprio la presenza degli... intrighi. Cospirazioni, spionaggio, piani geniali per sovvertire le macchinazioni nemiche, La Regina di Attolia offre uno scenario politico complesso e avvincente, capace di non annoiare mai ma al contrario, di stupire per le sue dinamiche. Tanto spavaldo e sicuro delle proprie abilità, Eugenides approda a un diverso livello di crescita e consapevolezza ne La Regina di Attolia: se nel primo romanzo della serie il giovane ladro compieva il classico viaggio dell’eroe tra i diversi regni per portare a termine la missione che gli era stata affidata, in questo secondo volume il suo viaggio è invece figurato. Attraverso il dolore fisico e poi quello psicologico, passando dalla crisi identitaria a una depressione tale da indurlo a desiderare la morte, fino ad arrivare alla realizzazione e, con essa, ad altri valori. Una grande lezione d’umiltà per il protagonista de La Regina di Attolia che rende prezioso questo romanzo e dona una profondità d’animo a un personaggio che altrimenti sarebbe stato sempre relegato al ruolo di ladro agile e scaltro. Il plauso va ancora una volta anche alla cura editoriale.

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La Regina di Attolia