La Stanza delle Meraviglie, recensione: Guillermo Del Toro esplora l'horror

Guillermo del Toro esplora la paura e l'horror nella sua serie antologica La Stanza delle Meraviglie disponibile su Netflix dal 25 ottobre.

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a cura di Francesca Borrello

Con l’avvicinarsi di Halloween si sa, le piattaforme di streaming annunciano vari titoli a tema horror e paura per chiunque. Partendo da Disney Plus con il ritorno delle sorelle Sanderson in Hocus Pocus 2 (di cui potete trovare la nostra recensione qui) e la Special Presentation di Werewolf by Night (qui il nostro articolo), arriviamo fino all’ultima succosa aggiunta di Netflix: La Stanza delle Meraviglie di Guillermo del Toro, il maestro del macabro.

In uscita dal 25 al 28 ottobre con due episodi al giorno e presentata dal regista messicano, la nuova serie antologica è capace di stupire, deliziare e spaventare con otto storie tratte sia da classici dell’orrore sia da racconti originali. Ognuna delle puntate è brevemente introdotta dallo stesso del Toro, che intriga gli spettatori nella visione di questi racconti in cui esplora l’horror in ogni sua forma. Ma di cosa parlano esattamente gli episodi de La Stanza delle Meraviglie?

La Stanza delle Meraviglie: breve sinossi

Come vi abbiamo già accennato, a partire dal 25 ottobre fino al 28 compreso, verranno aggiunti ogni giorno due episodi scollegati tra di loro a livello di trama, ma che trattano dell’horror e della paura rimanendo sullo stesso tema. I primi due episodi intitolati Lotto 36 (il primo dei due racconti originali scritti da Guillermo del Toro) e I ratti del cimitero appartengono alla categoria degli “Spazzini”: in entrambi i racconti si parla di persone che, per ripagare gli ingenti debiti, ripuliscono gli effetti personali di qualcuno che non ne ha più bisogno o li ha dimenticati in qualche deposito, trovandosi però invischiati in affari ben peggiori di quello che si aspettavano.

Il 26 ottobre invece sarà la volta della tematica de “L’Esterno” e tutto ciò che c’è oltre: rispetto a quale “dentro” questo sia però, è ben diverso tra L’autopsia e L’apparenza. Se nel primo una serie di persone scomparse portino un vecchio medico legale a scoprire cosa realmente è accaduto in una remota cittadina americana, nel secondo invece Stacey, una strana cassiera di banca con la passione per la tassidermia, cerca di amalgamarsi al gruppo di colleghe tutte prese dal proprio aspetto.

Lovecraft, uno dei maggiori scrittori di letteratura horror, sarà poi protagonista giovedi 27, con due dei suoi racconti: Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata. Demoni infernali rincorrono e disturbano i protagonisti di questi episodi, attraverso dei dipinti che sembrano essere portali per altre dimensioni.

Infine, il venerdi 28, la serie si conclude con il tema delle “Apparizioni”, con i due episodi La visita e Il brusio. Anche se in entrambi i titoli si parla di ospiti un po’ particolari, nel primo il gruppo di protagonisti si troverà a fare i conti con l’effettivo visitatore della loro serata, mentre nel secondo (l’altro racconto originale di Guillermo del Toro) la coppia avrà a che fare con una serie di strani avvenimenti nella casa che li ospita.

I registi dell’horror e i suoi interpreti

Non c’è quindi dubbio che la serie La Stanza delle Meraviglie sia una collezione senza precedenti di storie che mirano a definire e a sfidare le nostre tradizionali idee sul genere horror. Avendo così tante ambientazioni estremamente diverse tra loro, dalla tarda epoca vittoriana di I ratti del cimitero, fino ad arrivare agli anni Ottanta di La visita, i diversi racconti portati sul piccolo schermo da Guillermo del Toro e i suoi registi hanno modo di spaziare dal macabro al magico, dal grottesco al classico raccapricciante, diversificandosi e adattandosi un po’ a chiunque guardi La Stanza delle Meraviglie.

E se tra i registi abbiamo alcuni nomi già ben famosi come Guillermo Navarro (Il Labirinto del Fauno), Catherine Hardwicke (Twilight) e Ana Lily Amirpour (The Bad Batch), il cast per i vari episodi non è di certo da meno. Come dichiarato dallo stesso regista, l’idea di una serie antologica come La Stanza delle Meraviglie è probabilmente molto allettante per gli attori: le riprese possono durare dalle due alle quattro settimane di massimo, quindi non sono così tanto vincolanti come potrebbe essere un film o addirittura una saga cinematografica.

Si arriva sul set, si crea un mondo intero in poco tempo e poi lo si lascia, senza il peso di ciò che viene dopo, rendendolo quasi una vacanza dal tipico lavoro dell'attore. Per questo motivo probabilmente, sono riusciti ad accaparrarsi un cast di tutto rispetto per ogni episodio. Tuttavia, del Toro ha tenuto a specificare che nessuno dei nomi all’interno del cast è stato imposto, anzi: ha preferito chiedere ai propri registi il loro cast ideale e accontentarli in quello.

L’unica eccezione è stata forse quella di Crispin Glover, che tutti ricorderanno in Ritorno al Futuro 2 nei panni di George McFly. Guillermo del Toro infatti ha ammesso di aver pensato a lui per molto tempo come l’attore più adatto ad una storia di Lovecraft grazie ai suoi lineamenti. E quale miglior episodio se non in quello di Il modello di Pickman? Ma Glover non è l’unico volto noto della serie, anzi: in quasi ogni episodio, gli spettatori potranno riconoscere diversi attori famosi.

In Il mormorio si potrà vedere Andrew Lincoln, il Rick Grimes della celeberrima The Walking Dead, in L’autopsia invece F. Murray Abraham, la voce originale di Khonsu da Moon Knight. Ne I sogni nella casa stregata non sarà difficile riconoscere Rupert Grint nei panni del protagonista, dopo aver indossato per diversi anni quelli di Ron Weasley nella saga di Harry Potter, mentre invece nel primo episodio intitolato Lotto 36 abbiamo Tim Blake Nelson, che nel 2024 riprenderà i panni di Samuel Sterns in Captain America: New World Order.

Tematiche ricorrenti in La stanza delle Meraviglie

Non c’è quindi alcun dubbio che questa serie antologia stia cercando di gettare le basi per definire e rimodellare ciò che l’horror è per ognuno di noi. Da Guillermo del Toro poi, non ci si aspetterebbe niente di diverso: è infatti uno quei registi un po’ particolari, a cui piace specificatamente esplorare il nuovo ed il diverso, con delle tematiche pressoché definite in ogni sua opera e con una precisa firma registica che rende ben riconoscibili le sue produzioni.

Sin dal suo primo film vero e proprio Cronos, gli elementi principali delle sue storie erano pienamente definiti: rapporti conflittuali, soprattutto quelli tra padri e figli, mostri spaventosi con un’umanità superiore alle persone “normali”, viaggi introspettivi e lotte politiche. Il tutto circondato dalla tipica colorazione che lo contraddistingue e che contrappone vari livelli di saturazione del verde acqua a quelli dell’arancione.

E’ naturale quindi che, nonostante La Stanza delle Meraviglie non sia un insieme di opere dirette da lui, nei vari episodi si possano riconoscere ampiamente le influenze del regista messicano. Le otto storie infatti, sono state personalmente scelte da del Toro, ed esplorano i vari significati che la parola “horror” può avere per diverse persone. Abbiamo così creature da altri universi, demoni personali ed esseri mostruosi che attingono direttamente dalle profondità della psiche umana, disturbando lo spettatore con diverse sensazioni.

Tirando le somme

Definire dunque La Stanza delle Meraviglie una semplice serie di racconti horror è infinitamente riduttivo, soprattutto per l'enorme lavoro che il regista e produttore, i registi degli episodi, il cast e tutta la crew tecnica e scenica hanno fatto su ognuno degli otto titoli che compongono la serie. Questa raccolta è adatta un po’ a chiunque, sia a chi vuole entrare nel mood per la festa di Halloween, sia anche a chi preferisce qualcosa di stimolante a livello narrativo ma che non imponga una necessaria costanza nel guardarla.

Ogni episodio in La Stanza delle Meraviglie è in grado di stupire, affascinare e spaventare gli spettatori che decideranno di entrare in questa stanza delle collezioni horror di Guillermo del Toro. Non vi resta quindi che guardare la nuova serie antologica horror del regista messicano, disponibile in streaming su Netflix dal 25 ottobre.