La Taverna di Mezzanotte Vol. 3, la recensione

Una taverna che apre a mezzanotte e chiude alle sette del mattino è il luogo in cui si svolgono le vicende narrate in La Taverna di Mezzanotte Vol. 3.

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a cura di Giovanni Arestia

Dopo avervi parlato del primo volume e del secondo volume de La Taverna di Mezzanotte, opera del mangaka Yaro Abe ed edita in Italia da BAO Publishing per la collana Aiken, ora è arrivato il momento di parlarvi del terzo capitolo di questa miniserie di manga slice of life. Vi ricordiamo, qualora non lo sapeste, che La Taverna di Mezzanotte, grazie al suo enorme successo nel mercato nipponico, è divenuta anche una serie live action molto apprezzata disponibile su Netflix dal titolo Midnight Diner: Tokyo Stories.

La Taverna di Mezzanotte Vol. 3: differenze generazionali e personaggi famosi

Avevamo lasciato il secondo volume de La Taverna di Mezzanotte con un approfondimento un po' più corposo del piccolo e accogliente ristorante situato in un grazioso vicoletto del quartiere di Shinjuku a Tokyo. La particolarità di questo localino è quella di aprire a mezzanotte e chiudere alla sette del mattino, un orario del tutto inusuale che lo rende appetibile a persone molto ambigue e particolari di cui abbiamo già fatto abbondantemente la conoscenza nei precedenti due volumi.

Nel terzo volume, ritorniamo a vivere le atmosfere tranquille e quasi oniriche di questa atipica taverna notturna dove trovano ristoro più persone di quante si possa immaginare. Ognuno di esse riconosce, quasi per istinto, che si tratta di un posto sicuro dove possono rimuovere ogni maschera e mettere in mostra i loro segreti più reconditi solo grazie al potere del cibo. In questo nuovo volume, infatti, facciamo la conoscenza di alcuni personaggi mai visti prima e a dir poco inaspettati tra cui persone famose, attori, doppiatori e qualche fan che ha la fortuna di poterci scambiare qualche parole. Non mancano anche impiegati insieme ai loro capi, genitori e figli e maestri e allievi.

Insomma, davanti a un buon pasto sono tutti uguali, ma questo volume affronta anche il delicato argomento delle differenze generazionali. La scelta di mettere nello stesso tavolo persone di età e ceti sociali differenti non è del tutto casuale, poiché l'autore vuole porre una sorta di critica alla credenza che una persona più anziana non possa comprendere le scelte di vita di un giovane solo perché ancorata a preconcetti ormai superati. A tal proposito, una delle scene più iconiche è la chiacchierata delicata e divertente tra la spogliarellista Marylin e un'anziana signora che non riesce a capire il palese lavoro della ragazza.

Un realismo accentuato dalle stranezze

Ne La Taverna di Mezzanotte Vol. 3, quindi, ritroviamo nuovamente ciò che ha reso celebre questa serie, ovvero la normalità e la quotidianità rappresentate con una naturalezza e un realismo tali da non credere di star leggendo un manga. Le storie raccontate sono comuni, ma allo stesso tempo enigmatiche e intriganti. Non mancano, pertanto, dei momenti un po' strani come personaggi che hanno il vizio di correre all'indietro o di altri che, per paura di chiacchierare con qualcuno, mangiano velocissimamente il loro piatto per scappare immediatamente. Dopotutto, chi di noi non ha qualche stranezza o comunque qualcosa che agli occhi degli altri potrebbe sembrare, per l'appunto, fuori dal comune?

In questo locale ce ne sono di tutti i tipi e la loro differenziazione è rafforzata dalle pietanze che chiedono, a condizione che il cuoco abbia a disposizione gli ingredienti necessari per preparare il piatto. Questa totale libertà concessa ai clienti è un espediente curioso per spingerli a scavare nei ricordi del loro passato, a trarre ispirazione dai loro desideri più reconditi o semplicemente a lasciarsi convincere da un altro cliente o dalla scelta di qualcuno per il quale si prova dell'affetto o ammirazione. Dopotutto, la gente che entra ed esce non è sempre nuova. Alcune persone ritornano anche dopo molto tempo per stare anche il giusto tempo di gustarsi una buona pietanza. Altri, invece, riescono a trovare l'amore o l'amico che non vedeva da una vita. Poi c'è anche chi riesce ad acciuffare un criminale ricercato da anni, dimostrazione che ne La Taverna di Mezzanotte può succedere davvero di tutto.

Interessante il connubio tra alcune vecchie conoscenze che ritornano per nuove storie e personaggi inediti che mettono in mostra situazioni divertenti ed emozionanti del tutto inaspettate. Un giusto equilibrio che non annoia e cattura sempre più il lettore che alla fine si trova a essere il cliente più abitudinale e apprezzato dal cuoco. Ebbene sì, perché alla fine chi non cambia è proprio lui: il proprietario della Taverna di Mezzanotte. Guardingo e utile apparentemente solo per servire cibi e bevande, è in realtà un ottimo ascoltatore che quando raramente parla riesce a dare i giusti consigli a chi siede davanti al suo bancone. In che modo, però, noi siamo i suoi clienti preferiti? Con la rottura della quarta parete che in questo volume si fa ancora più intensa e significativa perché, finalmente, anche il proprietario della taverna sta iniziando a mettere in mostra i suoi sentimenti.

Lo stile artistico ed editoriale con un extra "d'autore"

Come se non bastasse, è presente anche un capitoletto extra dove è l’autore stesso del manga, Yaro Abe, a sedersi e confidarsi con il proprietario. Il succo del discorso è che i clienti ordinano piatti troppo complessi da disegnare e lui non ce la fa più. Come dargli torto! Dopotutto lo stile artistico, nonostante sia ancora stilizzato e semplice, soprattutto per quanto concerne le anatomie, resta di altissimo livello per quanto riguarda i dettagli sulle pietanze e le espressioni facciali. È proprio il cibo che pone una linea di demarcazione evidente tra un capitolo e un altro e determinando anche la stessa narrazione.

Dal punto di vista editoriale, BAO Publishing è riuscita nuovamente a confezionare una storia coinvolgente all’interno di un volume dalla realizzazione sublime. La grammatura della carta è ottima, ma gli aspetti più soddisfacenti sono alcune tavole a colori che impreziosiscono il volume e la pagina d’apertura in pergamena serigrafata in bianco con sovraccoperta in carta. Solo alla vista e al tatto viene davvero voglia di leggere la meravigliosa storia contenuta all’interno del volume.

Conclusioni

In conclusione, quindi, ancora una volta Yaro Abe è riuscito a realizzare una un volume sublime. La Taverne di Mezzanotte Vol. 3 mette insieme momenti estremamente emozionanti e delicati con un forte umorismo, a volte anche molto esplicito, in maniera davvero intelligente e coinvolgente. L'introduzione di personaggi già conosciuti con altri del tutto inediti riesce a donare dinamicità a una storia che altrimenti risulterebbe priva di mordente a lungo andare. La rottura della quarta parete da parte del proprietario è solo la ciliegina sulla torta di un'opera, fin qui, perfetta.