L'altra Storia dell'Universo DC, recensione: sunday bloody sunday

Arriva in Italia L'altra Storia dell'Universo DC di John Ridley con Giuseppe Camuncoli, Andrea Cucchi, José Villarubia e Marco Mastrazzo.

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a cura di Domenico Bottalico

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Panini DC Italia
pubblica direttamente in volume, a pochissima distanza dall'uscita americana, L'altra Storia dell'Universo DC. Si tratta della miniserie in 5 numeri uscita sotto l'egida dell'etichetta matura DC Black Label, e quindi in formato prestige
e con una foliazione più generosa per ogni singolo albo, firmata da John Ridley (sceneggiatore fra gli altri di 12 Anni Schiavo, film che si è aggiudicata svariati premi Oscar) con illustrazioni degli italiani Giuseppe Camuncoli e Andrea Cucchi con colori di José Villarubia e copertine dipinte da Marco Mastrazzo.

L'altra Storia dell'Universo DC: sunday bloody sunday

L'altra Storia dell'Universo DC è un racconto in 5 capitoli che ripercorre alcuni dei passaggi salienti della storia dell'Universo DC attraverso il punto di vista di un eroe diverso, in tutti i sensi. Non sono infatti i membri della Justice League o della Justice Society i protagonisti dei racconti bensì 5 eroi che rappresentano in diverse forme e declinazioni la diversità e la multiculturalità. Si parte con Jefferson Pierce il cui impegno sociale era inevitabilmente sfociato nell'operato di Black Lightning, vigilante di colore che, pur agendo nei quartieri più difficili di Metropolis era ben lontano dalla considerazione di Superman o di John Stewart. L'eroe aveva trovato poi legittimazione, solo parziale, negli Outsiders messi insieme da Batman partendo però contemporaneamente l'affetto della sua famiglia.

Il razzismo sistematico è il filo conduttore del racconto di Mal Duncan e Karen Beecher. La loro storia è interconnessa a quella dei Teen Titans nella fila dei quali Mal è invitato ad unirsi salvo poi essere "declassato" quasi a mascotte del gruppo o peggio crescendo. Mal fatica ad affermarsi come eroe a sé stesso, agli occhi di quelli che dovrebbero essere i suoi amici e compagni e della sua fidanzata e futura moglie Karen che di contro invece utilizza le sue conoscenze scientifiche per diventare l'eroina Bumblebee. 

Gli stereotipi di genere sono invece il filo conduttore del racconto di Tatsu Yamashiro ovvero Katana. Caduta in disgrazia dopo la morte del marito e dei figli, Tatsu aveva iniziato a lavorare come mercenaria alimentando le dicerie sulla sua spada e costruendosi così un personaggio temuto e rispettato. Entrata anche lei negli Outsiders di Batman, una volta trasferitasi negli Stati Uniti, Katana scopre velocemente quanto la sua cultura di provenienza fosse stata additata come pericolosa se non altro in termini di egemonia economica e cultura in una diffidenza che affondava le sue origini negli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale.

L'affermazione della propria sessualità e la libertà di espressione sono invece il filo conduttore degli ultimi due capitoli con protagoniste Renee Montoya, poliziotta di Gotham che erediterà il manto di Question, e Anissa Pierce, l'eroina Thunder figlia di Jefferson Pierce ovvero Black Lightning. Il racconto abrasivo di Renee Montoya è una parabola di autoaffermazione che parte dal nascondere la propria sessualità in famiglia e al lavoro e raggiunge il suo triste apice in un coming out forzato (causato da Due Facce) che porta ad una nichilistica discesa nell'auto-disfacimento fisico e mentale. Dall'incontro con Vic Sage, l'enigmatico eroe Question, inizia però una profonda indagine su sé stessi e sulla propria identità, anche sessuale, che ironicamente corrisponde al raccogliere l'eredità di un eroe senza volto che sfugge quindi a qualsiasi catalogazione.

Simile è di fatto il percorso di Anissa Pierce a cui viene vietato di utilizzare le proprie capacità per fare del bene. Un ambiente famigliare tradizionalista e tutt'altro che aperto al dialogo esaspera Anissa che, fra le altre cose, è costretta a reprimere la sua sessualità. La sua carriera come Thunder diventa allora un percorso di rivalsa contro il padre mentre la sua piena realizzazione come donna avviene solo dopo l'incontro con Grace Choi negli Outsiders.

L'altra Storia dell'Universo DC, cambio di prospettiva

È d'uopo chiarire subito che L'altra Storia dell'Universo DC non è una lettura per tutti sia a livello contenutistico che formale. Dal punto di vista formale infatti ci si confronta con quello che è a tutti gli effetti non un libro a fumetti bensì un libro illustrato. Manca la consequenzialità e la solidarietà iconica delle immagini che di contro si configurano subito, per collocazione e ripartizione dello spazio (raramente si delimita in riquadri e una gabbia non compare praticamente mai), come illustrazioni singole o multiple ma dal carattere spiccatamente complementare al testo che risulta l'elemento focale della lettura.

Se da un lato Giuseppe Camuncoli, Andrea Cucchi e il colorista José Villarubia compiono un lavoro superlativo in una tensione grafica che, utilizzando come volano il più classico stile americano, oscilla sempre fra l'omaggio nella rilettura dei momenti più iconici della storia dell'Universo DC alla ricerca di "inquadrature" inedite per personaggi e situazioni. Un lavoro che si fa intimo per certi aspetti e sicuramente inedito tanto nell'approccio quanto nella realizzazione.

Anche il testo, dal punto di vista formale, si configura in maniera diversa rispetto al classico libro a fumetti. Non si tratta solo di una quantità di testo, ovviamente superiore alla media rispetto a quella che si trova normalmente in un graphic novel, ma anche alla sua qualità. L'altra Storia dell'Universo DC si legge per ritmo e impostazione a tutti gli effetti come un romanzo in cui prevale una narrazione omodiegetica e autodiegetica.

In definitiva quindi L'altra Storia dell'Universo DC è un raro esempio in cui non solo la definizione graphic novel è decisamente ristretta e fuorviante ma anche un raro caso in cui la componente novel è preponderante e supportata in maniera fattuale da quella graphic. 

Se le illustrazioni portano il lettore, a livello contenutistico, in una sorta di comfort zone non si può dire lo stesso delle modalità con cui John Ridley racconta, attraverso i personaggi scelti, l'Universo DC. Si tratta di un mix di fiction, in cui i grandi avvenimenti supereroistici vengono rinarrati e rovesciati dalla prospettiva di culture altre, e di faction, in cui fatti realmente accaduti diventano parte integrante dell'evoluzione dei personaggi. Il tono è quindi in bilico fra l'autobiografico, il rigore del graphic journalism e una serpeggiante rabbia iconoclasta che esplode a più riprese e non sempre in maniera puntuale ma comunque efficace.

Dalla lettura di L'altra Storia dell'Universo DC è evidente l'attaccamento e la conoscenza dell'Universo DC da parte di John Ridley altrimenti non si potrebbero spiegare i puntuali riferimenti a snodi storicamente essenziali come Crisi sulle Terre Infinite, La Morte di Superman o Terra di Nessuno o ancora la scelta di ricostruire la storia di un personaggio davvero oscuro come Mal Duncan. L'autore premio Oscar ne comprende quindi il valore archetipico e il carattere iconico dei personaggi che lo popolano: uno sfondo "fittizio" perfetto per mostrare, in un gioco di rimandi fra realtà e finzione, la sistemica repressione delle minoranze razziali e sessuali in confronto a quella che viene etichettata, a più riprese, come cultura dominante.

È una seduta socio-psicoanalitica spesso dura in cui sul carattere (super)eroico di personaggi come Superman viene spesso gettata una pesante ombra mentre i personaggi protagonisti del racconto soffrono per trovare dignità e identità, ognuno dei quali risuonerà nel lettore in maniera differente a seconda delle proprie inclinazioni.

I più "equilibrati" rimangono forse i racconti di Katana e Question che fanno da contraltare agli altri tre che premendo più sulle criticità tralasciano, forse un po' ingenerosamente, fuori i riconoscimenti che hanno ottenuto e hanno contribuito ad ottenere a chi li ha poi seguiti. Ad esempio di Black Lightning non si menziona l'approdo nella Justice League mentre la carriera agli STAR Labs di Karen Beecher viene liquidita velocemente e solo per mostrare il contrasto con Mal. L'altra Storia dell'Universo DC rimane un'operazione narrativa sicuramente unica nel suo genere e che, proprio per questo motivo, in alcuni frangenti si lascia trasportare molto dal sentimento perdendo di lucidità ma non di efficacia.

Il volume

Panini DC Italia confeziona un volume cartonato con sovraccoperta dalla veste grafica minimale ed efficace. Il volume ha poi un lussuoso formato 21.6x27.7 cm che lo separa visivamente e praticamente dallo standard delle edizioni che solitamente vengono riservate alla pubblicazioni a fumetti, soprattutto quelle americane, avvicinandosi invece a quelle di un libro coffee table.

La cura carto-tecnica è molto buona: la carta scelta è spessa e patinata dall'ottima resa grafica, la rifilatura delle pagine a parte qualche indecisione nel primo capitolo permette una lettura agile e la rilegatura a filo è solida e non inficia sulla costina. Altrettanto buona è la cura editoriale: i capitoli del libro sono divisi dalle copertine originali inserite "nude", a fine volume trova spazio invece la più classica delle gallerie con tutte le copertine variant realizzate. Qualche nota invece sulla cura redazionale: il supervisore italiano si limita ad un breve ma puntuale introduzione mentre in fase di traduzione e di adattamento qualche passaggio poteva essere maggiormente limato. Nello specifico l'uso del passato remoto con verbi dalla forma un po' desueta potrebbero lasciare interdetto qualche lettore più distratto così come l'uso del più colloquiale indicativo al posto del più grammaticalmente corretto congiuntivo. In fase di adattamento invece da segnalare la scelta di lasciare qualche nome tradizionalmente tradotto in italiano in lingua originale come l'Unità Crimini Speciali lasciata in Special Crime Unit.