Le cronache di Prydain, recensione: c'era una volta il fantasy

Una vecchia storia senza tempo, un fantasy per bambini dal cuore adulto: Le cronache di Prydain di Lloyd Alexander.

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a cura di Elisa Erriu

Ci fu un tempo in cui i bambini chiedevano ai genitori di legger loro una storia prima di andare a dormire. Anche in quegli anni la realtà faceva più paura di qualsiasi incubo, eppure i bambini volevano ancora sognare. Ed è dopo i Paesi delle meraviglie di Lewis Carrol, la magia nascosta negli armadi C.S. Lewis, il marmo bianco su cui sono incise le opere di J.R.R. Tolkien, che si è fatto strada Lloyd Alexander, con il suo giovane custode di maiali. Le cronache di Prydain è dedicato ai piccoli lettori che si pongono domande sul senso di essere eroi (e ancor più importante, "essere umani") e lo fa con una maestria che, a 60 anni dalla prima pubblicazione, risuona ancora oggi autentica e attuale. Prova che alcune storie riescano a sottrarsi dai morsi del tempo.

In un mondo immaginario che ricorda (e reinterpreta) il Galles insieme ai suoi miti, Taran si interroga spesso sul suo ruolo nel mondo e nel corso di  queste pagine, finemente tradotte da Annarita Guarnieri e per la prima volta editate dalla Mondadori, contiene tutti e 5 i volumi della serie, oltre ad alcuni racconti inediti, anche gli adulti avranno modo di ritrovare le risposte a molte domande che ci poniamo nella vita di tutti i giorni. Prima di addormentarci serenamente, ancora una volta bambini.

Le cronache di Prydain, tra mito e realtà

Il romanzo è suddiviso in cinque volumi: Il Libro dei Tre, Il Calderone Nero, Il castello di Llyr, Taran il girovago e infine Il Sommo Re. Nel corso della lettura, vi imbatterete in alcune stampe, le uniche illustrazioni che troverete, ma sono inserite tra un capitolo e l'altro come spesso avveniva nei manoscritti antichi. Vi potrebbe capitare di apprezzare il bordo rosso delle pagine, che si sfogliano con leggerezza e integrano l'intero volume in un colore unico, quasi fosse un arazzo sfogliabile. Incontrerete potenti avversari, come la strega Achren, conoscerete il nobile Gwydion e la principessa Eilonwy, oltre a Gurgi e il nano Duli. Chi ha familiarità con i lungometraggi della Disney, ricorderà forse Taron e la pentola magica: il 25° classico della casa di Topolino si ispira, infatti, ai primi due romanzi di questa saga. Ma come capita nei migliori romanzi fantastici, "la storia continua". Le cronache di Prydain narrano le vicende di Taran, le scelte difficili che lui e i suoi compagni dovranno fare, (ri)donando a i personaggi disneyani più complessità e magia di quanto lo stesso cartone animato avesse già mostrato.

Tutti loro, in un modo o nell'altro, saranno costretti a scontrarsi contro scelte difficili, che molti uomini farebbero fatica a compiere. Dovranno giudicare ed essere giudicati, riconoscere i proprio errori e persistere nel perseguire i propri obiettivi, a qualsiasi costo. Sebbene questi libri siano rivolti a un pubblico molto giovane dato che l'età minima consigliata è dai sette anni in su, presentano una storia fantasy che bilancia saggezza e sfacciataggine, spontaneità e coraggio, adornata da una prosa scorrevole, agevole ma mai banale. Ed è un bene, per un libro che conta più di settecento pagine. Dietro una facciata dorata, Le cronache di Prydain nasconde un mondo immerso nelle storie tradizionali della mitologia gallese, reinterpretate in uno stile narrativo che raramente viene appesantito da descrizioni lunghe e fiorite, dando invece solo piccoli accenni che il lettore dovrà seguire con la propria immaginazione.

Ed è qui che, forse, i lettori più adulti potrebbero inciampare: sebbene la storia non risulti debole, i suoi personaggi potrebbero stranire o apparire addirittura troppo "maturi" a chi legge per la prima volta la storia, con un'ottica più grande. Non lasciatevi ingannare: il libro si ispira in realtà alle esperienze che Lloyd Alexander ha vissuto durante il suo addestramento nell'esercito in Galles, nella seconda guerra mondiale. Qui ha acquisito familiarità con la cultura, la geografia e la lingua gallese. "Parte della materia prima per i libri di Prydain", come dichiarato ai tempi dall'autore stesso, è figlio di uno tra i capitoli più bui della nostra storia.

In conclusione

Ecco che, dunque, grazie a uno stile che sa fondere la dolcezza del mito con la crudezza della realtà, la penna di Alexander ha ispirato altri autori oltre la Disney, specialmente il Giappone, dato che Il gatto che voleva essere un uomo è persino stato adattato come musical nel Paese del Sol Levante. Le cronache di Prydain parla di egoismo ed eroismo, di debolezze e della volontà di superarle. Parla di crescita, di sacrificio e di emozioni sconosciute. Parla di una storia fantasy che, come capita sempre nelle più grandi opere di questo genere, è dedicata ai bambini