Le Grandi Storie Marvel: Assedio, il ritorno degli eroi

Assedio, il capitolo finale della ricostruzione del Marvel Universe firmata da Brian Michael Bendis

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a cura di Manuel Enrico

Quando nel 2004 Brian Michael Bendis diede vita a Vendicatori: Divisi, l’universo degli eroi Marvel subì una radicale rivoluzione. Scelta necessaria, considerato che il fumetto supereroico stava mostrando quei segnali di stanchezza che, a conti fatti, erano anche inevitabili, senza un riciclo generazionale di autori e una nuova visione delle figure dei metaumani. La risposta data negli stessi dalla Casa delle Idee con l’Ultimate Universe, culminato con Ultimates, era una bella scossa, ma serviva una nuova direzione, un nuovo capitolo per gli eroi marveliani che mostrasse una loro visione inedita. Compito che ricadde proprio su Bendis, e che ha trovato un capitolo di pura epica con Assedio (recentemente ristampato nella collana Marvel Must Have da Panini Marvel Italia, acquistatelo su Amazon).

Come si è arrivati ad Assedio partendo da Vendicatori: Divisi? Ovviamente, attraverso una riscrittura del Marvel Universe, vissuto non più un insieme di parti che casualmente coincidono, quanto una società metaumana fortemente legata, una comunità che ha dovuto affrontare assieme momenti di particolare intensità. Eventi come House of M e Civil War, emanazioni dirette degli eventi di Vendicatori: Divisi, hanno segnato non solamente il periodo del primo decennio del nuovo millennio, ma sono divenuti parte integrante della continuity marveliana successiva. Esempio classico, la figura di Wanda, che dopo gli eventi di House of M è divenuta una figura controversa anche all’interno della famiglia mutante, come visto recentemente nelle X-testate della gestione di Hickman.

Assedio: il culmine della gestione Bendis

Il vero punto di svolta in questo moderno universo marveliano fu però Civil War. La separazione della comunità supereroica, divisa tra i sostenitori dell’Atto di Registrazione capeggiati da Iron Man e i suoi oppositori guidati da Capitan America, ebbe conseguenze nefaste. Non solo per la morte di Capitan America e le sue immediate ripercussioni, ma perché il ruolo degli stessi eroi all’interno della comunità umana viene radicalmente rivista: non sono più infallibili. Dopo Civil War, con L’iniziativa prima e Secret Invasion poi, la figura dell’eroe viene riscritta, resa meno poetica e più concreta, aprendo anche a una più cinica visione utilitaristica da parte del popolo, che non cerca più l’incarnazione dei principi quanto un’esigenza di sicurezza, di protezione a ogni costo. E’ un eco di emozione reale, quella perdita di sicurezza vissuta per decenni dagli americiani evaporata dopo l’11 settembre.

Non è un caso che a dettare il ritmo di Assedio siano le azioni del personaggio che, dalle ceneri di Secret Invasion, ha rivestito il ruolo di protettore americano: Norman Osborn. Per quanto possa sembrare assurdo, è proprio la nemesi di Spider-Man a diventare l’eroe di Secret Invasion, quando uccide la regina Skrull Veranke. Sull’onda emotiva del dubbio e del sospetto che la sostituzione di alcuni eroi da parte della razza aliene aveva fomentato, improvvisamente il Marvel Universe sembra ribaltarsi: gli eroi sono costretti alla clandestinità e i vecchi villain diventano i nuovi beniamini della gente. Con Osborn che, a capo della H.A.M.M.E.R., assume il ruolo che fu di Fury con il suo S.H.I.E.L.D., con tanto di Dark Avengers al seguito e utilizzando ex criminali come parte del supergruppo Thunderbolts.

Rendere Osborn un punto essenziale di Assedio fu un’intuizione che Bendis ebbe leggendo la run di Thunderbolts firmata da Warren Ellis:

“Mentre stavo lavorando a Secret Invasion, la run di Thunderbolts di Warren mi aveva fatto capire che, volendo, Norma avrebbe potuto assumere un ruolo del genere in maniera molto organica, in linea con il personaggio e in coerenza con ciò che stava accadendo.”

Lavorando su Dark Reign, Bendis continua a curare il personaggio in modo da renderlo il vertice del potere supereroico del periodo. Senza ipocrisie, senza rinnegare il suo passato, ma facendo emergere come, nonostante sia notoriamente un criminale, viene tollerato e sostenuto perché apparentemente ha la capacità di far sentire tutti sicuri. E ci riesce nel momento di massima crisi dei supereroi marveliani, spezzati dopo Civil War, ma soprattutto privi della sacra trimurti dei Vendicatori: Iron Man, Capitan America e Thor. Durante Civil War, il dio asgardiano non era sceso in lotta, ma questo non aveva impedito a Tony Stark di far scendere in battaglia un suo duplicato androide, che in un cruento scontro avevo ucciso Golia. Un omicidio che Thor visse come un’onta personale, al punto da estraniarsi dai suoi vecchi compagni di avventura. La fine di un’epoca, apparentemente, ma l’alba del nuovo impero di Osborn, che grazie alla sua Cabala, un gruppo segreto di potenti criminali, pianificava nell’ombra modi per aumentare il proprio potere. Una versione oscura degli Illuminati, il think thank supereroico centrale in eventi come Planet Hulk e Word War Hulk, che proprio poco prima di Assedio sembra perdere di coerenza.

Riunire i Vendicatori

Assedio, se vogliamo, è il culmine tutti questi eventi, il momento di svolta. Dopo aver separato la comunità supereroica, dopo avere lasciato che i villain arrivassero al punto di poter rappresentare la speranza della gente, con Osborn che indossa l’armatura di Iron Patriot, era giunto il momento di ripotare le cose sulla giusta strada. L’elemento scatenante diventa l’arrivo di Asgard, priva di Thor e governata da Balder, sulla Terra, una minaccia al potere di Osborn che lo spinge a voler attaccare gli asgardiani. Spinto anche da un suo alleato, Loki, che intravede la possibilità di potere finalmente sedersi sul trono di Odino.

Bendis costruisce quindi una storia in cui inizialmente il focus è puntato sulla pianificazione di Osborn. Con Assedio: La Cabala, viene messo in evidenzo lo squilibrio psicologico di un Osborn tormenato dalla voce del Goblin, che lo incalza, lo tormenta, graffiando la sua precaria sanità mentale. In un gioco di specchi narrativi, Bendis ricrea una spaccatura, una divisione tra Osborn e le sue forze, un serpeggiante malcontento che, di riflesso, si traduce in un progressivo allontanamento del supporto governativo, tanto che Osborn e le sue forze scenderanno in guerra con Asgard senza l’approvazione del Presidente.

E qui, si ricompattano gli eroi. Le vecchie ruggini, i dissapori vengono sanati sul campo di battaglia, un’alleanza che si ricompone davanti alla necessità di fare ‘la cosa giusta’. I supereroi in clandestinità di Steve Rogers, Nick Fury e persino un Tony Stark in condizioni precarie rispondono alla chiamata, difendendo Asgard divenuta per l’occasione la rappresentazione della giusta casua. Uno scontro epico, magnificamente interpretato visivamente da Steve Coipel, in cui Avengers, Secret Warriors e Young Avengers combattono fianco a fianco.

A essere particolarmente interessante, è la gestione di Bendis del concetto di follia. Non solo quella di Osborn, animo spezzato in due, che infine sembra definitivamente cedere al suo lato oscuro, ossia Goblin, ma anche quella della sua arma atomica personale: Bob ‘Sentry’ Reynolds.

Introdotto a inizio 2000, Sentry viene presentato come il più potente supereroe vivente, i cui poteri sono però imprevedibili per via di una sua follia, che alberga nel suo cervello sotto il nome di Void. Osborn ha reso Sentry il suo deterrente atomico personale, lo usa in questa battaglia finale nonostante sappia i pericoli, conscio che ci sia una sola chance di fermarlo: uccidere Bob Reynolds. Un finale scritto se vogliamo.

Ma necessario, che consente a Bendis di scrivere la parola fine al tormentato periodo vissuto dagli eroi marveliani. Le ferite di Vendicatori: Divisi e Civil War sono divenute le radici di una visione angosciante del nuovo corso marveliano, specchio di un’America confusa e offuscata dalla paura e dalla spasmodica ricerca di una guida forte e possente, a prescindere dalla sua anima. Assedio, in questo percorso narrativo, è una presa di coscienza, un atto coraggioso di analisi delle proprie ansie, una terapia di massa che riconduce all’essenza dello spirito eroico degli eroi marveliani, che passa tramite un risveglio di coscienza. Centrale in questo anche le parole del presidente U.S.A. a armi riposte, quando chiede a Cap, la bussola morale marveliana, di divenire il simbolo di questa nuova era:

“Abbiamo visto il mondo secondo Fury. Abbiamo visto il mondo secondo Tony Stark. E. Dio ci protegga, abbiamo visto il mondo secondo Norman Osborn. Steve Rogers, capitano, le chiedo di rispondere alla chiamata”

Una nuova era, per i Vendicatori e tutti gli eroi Marvel, chiamati a uscire dal periodo oscuro vissuto in quella manciata di anni, guariti da ferite e con amicizie incrinate recuperate, per affrontare un mondo meno impaurito e più speranzoso, aperto. Assedio è la conclusione della rinascita degli eroi, vissuta tramite cadute e tradimenti, che consegna ai lettori un grande esempio di narrativa a fumetti.