Le Grandi Storie Marvel: Massacro

Massacro: Carnage incontra l'orrore in un arco narrativo firmato dal maestro dell'horror marveliano, Gerry Conway.

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a cura di Manuel Enrico

All’interno del Marvel Universe, l’orrore ha trovato modo di manifestarsi in diversi modi. Quando la prima avventura dei Fantastici Quattro diede il via a questo incredibile universo, l’horror era un tabù bandito dal Comics Code Authority, una limitazione che caratterizzò i primi anni della Silver Age, ma venne presto aggirando quando in Marvel cominciarono ad apparire i primi tentativi di dare vita a storie dai toni horror. Una lenta progressione, che diede vita a una serie di personaggi che divennero gli eredi dei racconti d’orrore, che nel mondo marveliano assunsero diversi volti. Nessuno, però, è stato in grado di tenere testa a una figura che fosse pura violenza e paura, un essere che trasformasse l’orrore nella sua natura stessa: Carnage. E nessuna storia del simbionte folle ha saputo dare vita a questa sua caratteristica come la maxi-serie Massacro.

Partiamo da un assunto: Carnage non ha mai goduto di una propria serie. Nato sulle pagine di Spider-Man nel 1992, Carnage era una nuova creatura scaturita dall’errore di Peter Parker in Secret Wars: prendere un costume alieno. Quello che in seguito si rivelò essere un simbionte alieno, infatti, divenne un vero e proprio incubo per il buon Tessiragnatele. Una volta compresa la natura ferina del simbionte alieno, Parker se ne sbarazza, azione che in breve gli si ritorcerà contro con la nascita di Venom. Il villain nato dalla fusione tra il simbionte e l’irascibile ex-reporter Eddie Brock, screditato da Spider-Man, ha inizialmente rivestito il ruolo di cattivo nelle storie dell’Arrampicamuri, venendo anche incarcerato.

Massacro: Carnage e l'orrore si incontrano

E’ proprio durante la detenzione che Eddie Brock condivide la cella con il folle pluriomicida Cletus Kasady. Durante la fuga dalla sua incarcerazione, avvenuta grazie al suo simbionte, Brock non si accorge di un piccolo particolare: una piccola porzione del simbionte entra nel corpo di Kasady, attraverso un taglio. Non assistiamo al classico bonding visto con Parker e Brock, in questo caso l’alieno penetra direttamente nel corpo dell’ospite, una fusione ancora più intima. E ancora più pericolosa, visto che la follia di Kasady porta alla nascita di un nuovo essere assolutamente folle, violento e sadico. Carnage, per l’appunto.

Protagonista di grandi scontri, che dai fumetti sono arrivati anche nella celebre Spider-Man: The Animated Series, Carnage non ha mai goduto del successo editoriale del suo fratello maggiore. Se Venom è stato coinvolto in diverse avventure di Spider-Man, arrivando persino ad evolversi e a concedere a Eddie Brock una sorta di percorso di redenzione, Carnage è rimasto sempre il folle assassino, una figura difficilmente gestibile in una serie autonoma. Ammettiamolo, gestire un personaggio così orrorifico, al punto da spaventare persino Venom e fare impazzire di timore anche Parker non era semplice, nessun autore poteva sostenere questo sforzo. Nessuno tranne Gerry Conway, come ampiamente dimostrato con Massacro.

Verrebbe da chiedersi come mai nel 2016 in Marvel si decise di affidare a un veterano come Conway, classe 1952, la serie che avrebbe dovuto aprire una nuova parentesi nella vita editoriale di Carnage. Un personaggio fuori da ogni limite etico, totalmente folle e che era stato concepito come contrappunto morale di Venom, all’interno di una progressione interiore di Eddie Brock. Se ripensiamo alle prime apparizioni di Venom sino alla recente saga di King in Black, Venom è passato dall’essere un puro antagonista di Spider-Man a esser un anti-eroe, un individuo che attraverso un proprio percorso di crescita ha compreso i propri errori, ridefinendosi.

Venom non è mai stato un semplice assassino, ogni sua azione era vincolata e animata dalle forte emozioni che guidavano Brock e il simbionte: uccidere Spider-Man, mai gli innocenti. Un elemento centrale nell’evoluzione del personaggio, ma che, come evidenziò anche Michelinie, necessitava di un contrappunto morale:

Questo fu uno dei motivi per cui finii per creare un altro personaggio, Carnage, in modo da rendere più ovvia quella motivazione secondaria. Eddie Brock pensava infatti di essere una vittima innocente cone la responsabilità di proteggere altri innocenti dai danni dei ‘cattivi’ come Spider-Man. Ma lo sviluppo del personaggio richiede tempo, specialmente quando hai a che fare con un personaggio secondario che non ha una propria serie mensile.

Giusta osservazione, che ha, in un certo senso, definito il lento percorso di evoluzione di Venom. Ma questa crescita del primo simbionte necessitava di una versione più oscura e violenta, che esaltasse la strana morale che guidava Brock. Ruolo che nel 2015 venne affidato a un autore che in Marvel aveva saputo regalare grandi pagine di horror: Conway, per l’appunto.

Il nome di Conway, infatti, è legato profondamente all’orrore marveliano. Dalla sua mente sono scaturiti personaggi come l’Uomo Cosa, a lui si deve l’aver introdotto l’elemento vampirico nella continuity marveliana con The Tomb of Dracula, seire dove esordì anche Blade. Sempre Conway ha saputo inserire nei comics Marvel un’altra leggendaria figura dell’immaginario horror, il licantropo, con ben due personaggi, Werewolf by night e Man-Wolf. Nonostante la non più giovane età, Conway è considerato il maestro della narrativa horror marveliana, e la sua fama è più che sufficiente perché la nuova maxi-serie dedicata a Carnage diventi un suo progetto. Non solo, Conway è stato anche un autore storico del Ragno, per cui ha scritto 160 storie, segnando pagine importanti della vita di Parker, avendo firmato la struggente La notte in cui morì Gwen Stacy (con il supporto di Stan Lee e John Romita Sr) e  avendo reso, nel 1974, Parker il bersaglio di un killer divenuto poi un personaggio particolarmente amato dai Veri Credenti: Frank ‘Punisher’ Castle.

Scelta, dunque,  quanto mai provvidenziale. Sfruttando la sua conoscenza degli aspetti più mistici del lato oscuro del mondo Marvel, Conway decide di dare vita a una storia che non sia solamente un’esaltazione della follia e della violenza di Carnage, ma che lo porti a confrontarsi con diverse declinazioni dell’horror marveliano. Soprattutto, la presenza di Carnage viene impreziosita dall’assenza di Spider-Man e dalla presenza di Eddie Brock, che privo di Venom, è ora legato a un altro simbionte, scaturito dal legame tra Venom e Carnage: Toxin.

La follia di Carnage incontra l'occultismo marveliano

Conway mostra di sapere ancora come intessere una storia horror che sappia tener conto dell’evoluzione della narrativa di genere. Non una trama puramente horror, ma che assume un incipit più tradizionale nel contesto supereroico, con un piano per catturare Carnage, che fallisce quando inattesi giocatori entrano in gioco, sparigliando le carte e consentendo al folle simbionte di dare vita a una storia in cui occultismo e magia entrano prepotentemente in gioco.

La presenza di una chicca come il Darkhold, mistico tomo di conoscenze proibite che compare spesso nel Marvel Universe ( e anche nell’MCU, grazie a WandaVision), consente a Conway di dare vita a una storia che ricorda la narrativa di Lovecraft, dove sette misteriose agiscono nell’ombra. In mano al veterano autore Marvel, questo consente di dare vita a una sequenza di eventi in cui il delirio sanguinario di Kasady trova pieno libertà, acquisendo nuovi poteri che avranno ripercussioni futuri per lo sviluppo del personaggio.

Massacro diventa quindi un punto nevralgico nell’evoluzione di Carnage. Non solo per l’effetto avuto dai rituali del Darkolm, ma anche per la sua contrapposizione a Toxin, che consente di evidenziare come laddove Brock segua una sua, per quanto discutibile, morale, Kasady è pura anarchia della violenza. Non è un caso che anche visivamente, la rappresentazione di Carnage non sia lineare come Venom, ma sia composta da una serie di escrescenze e abbia una visione ancora più defome e inquietante del simbionte di Eddie Brock.

Conway utilizza con destrezza tutte queste caratteristiche del personaggio, dando vita a una trama sanguinaria e inquietante. La presenza di un altro personaggio ‘horror’, ovvero Man-Wolf, alias John Jameson, consente di dare al tutto un tono fortemente di genere, con sequenze di lotta particolarmente vivaci e dialoghi che echeggiano situazioni da cult horror. Merito anche della presenza ai disegni di Mike Perkins, che si fa ottimo interprete della verve narrativa di Conway, dopo avere dimostrare di padroneggiare al meglio il racconto comic horror con l’ottima trasposizione a fumetti de La Torre Nera di King .

Massacro diventa una mattanza, dove Carnage si muove in un costante dinamismo, violento e instancabile, con movenze che mostrano al meglio la sua folle danza di morte. Accompagnato da dialoghi che trasmettono in pieno la sua follia interiore, il Carnage di Perkins è selvaggio, grottesco, reso magnificamente in una cornice di body horror grafico che mostra una serie di mostruose creature. Una passione che trova nei colori di Andy Troy una valorizzazione ulteriore, con una perfetta gestione dei contrasti cromatici, dove il rosso sanguigno di Carnage schizza all’occhio del lettore, sfrenato e morbosamente affascinante.

Massacro è una lettura obbligata per gli appassionati di Carnage. Ottimo ciclo stand alone, è un punto di svolta per il futuro del personaggio, con la comparsa di un primo culto incentrato sul sanguinario simbionte, ma è anche un momento di approfondimento di Eddie Brock, che pur agendo come Toxin, si presenta come un uomo nuovo, in cerca di una redenzione. Per apprezzare al meglio Massaco, il consiglio è quello di recuperare la recente edizione di Panini Comics, Carnage: Massacro, edito all’interno della collana Marvel Deluxe. Una bella edizione corposa, un cartonato resistente con una copertina stupendamente agghiacciante e una piccola gallery di extra, tra cui i bozzetti preparatori di Perkins.