Era il 2017 quando per la prima volta The LEGO Group vince una causa per violazione di copyright contro dei produttori cinesi. Da allora, il contrasto della proliferazione di prodotti clone che hanno origine in Cina si è trasformata in una lotta senza quartiere, con The LEGO Group e la community degli AFOL (Adult Fan Of LEGO - appassionati adulti del mattoncino LEGO) su un fronte e un conglomerato di aziende cinesi che producono mattoncini, che vengono poi utilizzati per commercializzare modelli clone di set LEGO ufficiali oppure prodotti partendo da progetti (MOC - My Own Creation) di AFOL Designer, il tutto tramite una plettora di marchi diversi. Volete saperne di più? Seguiteci in questo nostro racconto delle "Clone Wars" dei mattoncini.
Non ce ne vogliano Disney e George Lucas per la citazione, ma Clone Wars è la definizione perfetta per quello che sta succedendo nello scenario internazionale dei mattoncini: The LEGO Group che cerca di arginare l'apparentemente inarrestabile flusso di set clone di quelli ufficiali e gli AFOL Designers che cercano di colpire là dove fa più male (il portafoglio) per fermare il continuo furto delle proprie creazioni originali e opere d'ingegno che vengono prodotte e commercializzate dai pirati d'oriente senza che agli Autori venga riconosciuto alcun tipo di riconoscimento o di ritorno economico.
Indice dei contenuti
- AFOL e MOC Designer vs Vonado (e non solo): Davide contro Golia
- L'iniziativa MOCs Designers vs Vonado
- Intervista a Stefano Mapelli
- The LEGO Group vs Lepin: un Titano contro l'Idra d'Oriente
- Un po' di storia - The LEGO Group e l'Oriente
AFOL e MOC Designer vs Vonado (e non solo): Davide contro Golia
Le conseguenze delle azioni legali intraprese da The LEGO Group verso LEPIN e la società Meizhi Model, ovvero la condanna a 6 anni di carcere e una sanzione di circa 13 milioni di dollari per il titolare Li Haipeng, hanno portato un effetto indesiderato: invece di copiare il design (set, scatole, istruzioni) dei prodotti ufficiali di The LEGO Group, molti produttori di mattoncini e set clone hanno rivolto l'attenzione ai progetti degli AFOL Designers.
Contando sul fatto che tantissime istruzioni di ottimi progetti possono essere trovate gratis o dietro pagamento di piccoli importi su piattaforme come rebrickable.com, mochub.com, mocsmaker.com e varie altre, queste aziende hanno cominciato ad attingere a piene mani da queste piattaforme per produrre "set" a costo zero per quanto riguarda Ricerca e Sviluppo, ovviamente non pagando alcun costo di licenza e altrettanto ovviamente (salvo pochissime eccezioni) senza riconoscere alcuna forma di retribuzione agli AFOL Designers autori dei singoli progetti rubati. Chiaramente senza alcuna intenzionalità o diretta responsabilità in questo senso, le azioni legali intraprese e (sulla carta) vinte da The LEGO Group, non solo non hanno minimamente rallentato o fermato la macchina dietro il marchio "LEPIN", ma a farne le spese sono stati gli AFOL Designer le cui MOC e i cui progetti vengono prodotti e commercializzati "sotto" una proliferazione di marchi e di siti e-commerce che ne vendono i prodotti, siti tra i quali proprio vonado.com è uno dei più visitati, utilizzati e noti.
A differenza però di The LEGO Group, che può contare su un agguerrito team di avvocati iper-specializzati in materia di tutela del marchio e del diritto d'autore, il singolo AFOL Designer ha ben pochi strumenti per difendere le proprie opere d'ingegno dai pirati d'oriente. E' proprio per questo che iniziative come Mocs Designers vs Vonado.com possono essere una valida alternativa ad uno stuolo di avvocati dal costo proibitivo per un singolo individuo. Vediamo insieme di cosa si tratta.
L'iniziativa MOC Designer vs Vonado.com
Nata da una idea di Stefano Mapelli, l'AFOL Designer conosciuto con lo pseudonimo di SteBrick per le sue MOC imponenti e pregiate che riproducono monumenti storici e palazzi famosi, come ad esempio il Campanile di Piazza San Marco a Venezia o la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, l'iniziativa MOC Designer vs Vonado ha visto fin da subito l'adesione di molti tra i più noti AFOL Designers e persino degli admin di rebrickable.com. L'obiettivo dichiarato della iniziativa è quello di contrastare vonado.com e qualsiasi altro sito che sfrutti illegalmente la proprietà intellettuale degli AFOL Designers.
Nel giro di pochi mesi, i risultati dell'iniziativa sono stati davvero entusiasmanti, sebbene le battaglie sinora vinte non abbiano ancora portato alla vittoria della guerra contro questa pratica spregevole. Il primo passo è stato quello di far rimuovere dai marketplace online occidentali quali eBay, Amazon, Facebook, Aliexpress i prodotti clone ricavati dalle MOC degli AFOL Designers facendo valere i propri diritti tramite i giganti del web, che a propria volta hanno tutto l’interesse affinché l’IPR venga tutelata, non volendo in alcun vedere la propria immagine associata all’illegalità. Dopodichè, sempre dedicandosi allo studio della materia, dei meccanismi sui quali si basano i grandi del web, Stefano è arrivato a capire come colpire lì dove fa più male , ovvero il portafoglio. Se infatti i produttori di mattoncini e set clone possono nascondersi dietro la muraglia cinese dell'anonimità garantita dalle norme che regolano certe tipologie di dominii internet (e i domini .com sono quelli più favorevoli a chi ha bisogno di agire nell'ombra), è pur vero che per vendere hanno bisogno di poter incassare i pagamenti dei prodotti. Stefano ha così scoperto che praticamente tutte le piattaforme e-commerce come vonado.com utilizzano come sistemi di pagamento le piattaforme Paypal o Stripe. Scoperto questo particolare ed importante dettaglio, Stefano ha approfondito la questione della tutela IPR alla quale Paypal e Stripe, entrambi operatori con sede in Occidente, sono tenuti. Verificato che entrambe le piattaforme hanno un programma di tutela IPR, Stefano e gli altri che hanno aderito alla sua iniziativa hanno iniziato a inondare letteralmente Paypal e Stripe di Infringement IPR Report, tanto che entrambe le piattaforme hanno deciso di inibire l'uso delle stesse da parte di vonado.com & C come strumento di pagamento. Paypal e Stripe sono infatti sinonimo di garanzia e sicurezza nei pagamenti: non poterle più utilizzare per pagare i prodotti sarà quindi un disincentivo fortissimo per l’acquirente, che prima di procedere a finalizzare il pagamento su piattaforme non sicure o poco note ci dovrà pensare seriamente.
Vi riportiamo qui di seguito l'intervista integrale che Stefano ci ha rilasciato e dove ci racconta i dettagli della sua (ma ormai non più solo sua) iniziativa.
Intervista a Stefano Mapelli
Stebrick, al secolo Stefano Mapelli, è un noto e molto abile AFOL Designer, un appassionato di mattoncini LEGO in grado di progettare e realizzare imponenti e pregiate vere e proprie opere d’arte che grazie al sapiente uso dei noti mattoncini danesi, riproducono monumenti storici e palazzi famosi, come ad esempio il Campanile di Piazza San Marco a Venezia o la Cattedrale di Notre Dame a Parigi. AFOL Designer ma non solo. Ingegnere del suono, direttore di coro, direttore d’orchestra, cantante, architetto, direttore artistico di una compagnia teatrale. Decisamente non c’è spazio per la noia nella vita di Stefano. Ciò nonostante, proprio l’attività di Stefano legata ai mattoncini LEGO, lo ha portato ad intraprendere una nuova iniziativa. Anzi, una vera e propria battaglia in difesa del proprio lavoro e di quello di tanti altri AFOL Designer, che come lui si sono trovati a dover affrontare un nemico comune: il sistema cinese dei produttori di mattoncini e set clone.
Ciao Stefano, benvenuto sulle pagine di Cultura Pop. Vuoi raccontarci come nasce la tua battaglia contro il fenomeno della pirateria cinese in materia di violazione del copyright e del Diritto d’autore?Sappiamo che hai convolto nella tua iniziativa vari MOC/AFOL Designers tra i più noti a livello internazionale e persino l’admin di rebrickable.com, una delle piattaforme per la condivisione dei progetti e delle relative istruzioni più note ed utilizzate dagli appassionati e dai MOC/AFOL Designers di tutto il mondo. Quanto importante è stato il fare fronte comune?
Come ti è venuta l’idea di colpire là dove fa più male e cioè fare leva sui sistemi di pagamento tipo Paypal o Stripe, inibendone l’uso da parte dei produttori cinesi?
E' vero che hai redatto due vere e proprie guide che spiegano quale procedura seguire per far rimuovere una propria opera originale e piratata dai produttori cinesi da piattaforme quali Aliexpress e dalle pagine o gruppi facebook dove vengono proposte e promosse opere piratate?
E ora? Quali saranno i prossimi passi?
Siete anche voi un AFOL Designer e volete proteggere le vostre opere d'ingegno? Iscrivetevi al gruppo Mocs Designers vs Vonado.com: L'unione fa la forza!
The LEGO Group vs LEPIN: un Titano contro l'Idra d'Oriente
Ci è voluto tempo e fatica, ma il Team Legal di The LEGO Group è riuscito a incassare importanti vittorie in altrettante vertenze legali portate davanti alle corti di giustizia della Repubblica Popolare Cinese. La più nota, la vertenza vinta contro Shantou Meizhi Model Co., l'Azienda titolare del famigerato marchio LEPIN, che ha portato all'arresto del titolare Li HaiPeng e ad un risarcimento per The LEGO Group pari a 600.000 dollari. Purtroppo, nonostante l'esito favorevole di quest'ultima battaglia, la realtà è che in questa guerra è come avere come avversario l'Hydra (ispirata alla mitologica Idra di Lerna protagonista dell'a seconda fatica di Ercole), l'immaginaria organizzazione terroristica creata da Stan Lee e da Jack Kirby il cui motto era appunto "Taglia una testa, altre due prenderanno il suo posto" ("Cut off a head, two more will take its place" nell'originale americano). Immaginaria nei fumetti Marvel, decisamente reale in quanto attore nel mercato globale del giocattolo, stando alla proliferazione di sit web di e-commerce e di prodotti a marchio LEPIN (e MouldKing, e Sluban, e Decool etc).
Se infatti The LEGO Group riporta una vittoria dopo l'altra presso le varie sedi istituzionali di merito della Repubblica Popolare Cinese, nella realtà del mercato globale e globalizzato si tratta veramente di contrastare una vera e propria Hydra dalle molteplici teste. Alcuni esempi della efficacia (si fa per dire) delle battaglie legali vinte dal colosso danese?
Ottobre 2020: la società Guangdong Loongon Animation & Culture Co. Ltd pubblica su Youtube la versione aggiornata del proprio video di presentazione (versione precedente del video datata 2016) della propria attività. Sembra proprio che LEPIN sia ancora in funzione. Il richiamo di un rapido profitto ha fatto nascere nuovi marchi per clonare i prodotti LEGO.
https://youtu.be/AheJqeoBfIAFonte: Guangdong Loongon
Settembre 2020: la Shanghai Third Immediate People’s Court ha condannato Li Haipeng, il titolare della società Meizhi Model che, con il marchio LEPIN, ha per lungo tempo prodotto set clone di quelli ufficiali prodotti da The LEGO Group. La condanna prevede 6 anni di carcere e il pagamento di una sanzione pecuniaria di 13 milioni di dollari. Per gli otto complici di Li Haipeng, le condanne vanno da tre anni a 4 anni e sei mesi.
Fonte: Customize Minifigures Intelligence (in inglese)
Febbraio 2020: la Shanghai People’s Procuratorate Third Division Court ha formalizzato le accuse al titolare di LEPIN, l'imprenditore Li Haipeng di violazione del copyright contro The LEGO Group. In base alla stima della COrte, tra l'11 settembre 2017 e il 23 aprile 2019, LEPIN ha guadagnato circa 43 milioni di dollari producendo e vendendo copie clone di prodotti LEGO. LEPIN ha prodotto 4,24 milioni di scatole di 47 serie e di 634 set. Oltre al titolare Li Haipeng, l'operazione ha coinvolto altre otto persone.
Fonte: Customize Minifigures Intelligence (in inglese)
Vediamo invece le vittorie in ambito legale conseguite da The LEGO Group.
Gennaio 2020: The LEGO Group vince anche la sessione d'appello presso la Guangzhou Intellectual Property Court contro la società Shantou Meizhi Model Co. Ltd, la corporation titolare del marchio LEPIN, vedendo confermare quanto stabilito dalla stessa Corte lo scorso novembre 2018. Queste decisioni di secondo grado sono definitive e sono entrate in vigore immediatamente dopo l'emissione. Alla società Shantou Meizhi Model Co. Ltd e a tutti gli altri imputati è stato ordinato di cessare immediatamente la violazione e di pagare The LEGO Group un totale di 4,7 milioni di RMB (circa 4,5 milioni di corone danesi) come risarcimento danni. E' stato anche ordinato loro di pubblicare delle scuse pubbliche sui siti web di China Toy and Juvenile Products Association e di Guangdong Toy Association nei confronti di The LEGO Group per tutte le violazioni commesse sotto il marchio LEPIN.
Fonte ufficiale: The LEGO Group NewsroomAprile 2019: la polizia di Shangai, attraverso un post su Weibo (un sito di microblogging cinese, un ibrido fra Twitter e Facebook, è uno dei siti più frequentati della Cina), ha annunciato un'operazione di successo che ha portato alla chiusura di tre location produzione, imballaggio e stoccaggio facenti capo alla società Shantou Meizhi Model Co. Ltd, titolare del marchio LEPIN e responsabile della produzione di prodotti LEGO contraffatti. Il titolare Li HaiPeng è stato arrestato.
Il testo del post pubblicato dalla polizia su Weibo dice più o meno:
"Questa mattina, l'Ufficio di Pubblica Sicurezza di Shanghai ha tenuto una conferenza stampa. Il portavoce della polizia dell'Ufficio municipale del portavoce del Consiglio di Stato Zhuang Liqiang ha raccontato ai media il primo caso nel paese in cui la polizia di Shanghai ha dato un giro di vite sui responsabili della violazione del copyright del marchio di giocattoli "LEGO", coinvolgendo più di 200 milioni di yuan! Nell'ottobre 2018, la polizia di Shanghai ha scoperto che i set "LEPIN" assemblati sul mercato erano estremamente simili a quelli "LEGO", presumibilmente violando le opere del marchio "LEGO". Il sospettato, Li HaiPeng, ha depositato il marchio "LEPIN" a nome di "Longjun Toy Factory" e ha fatto realizzare gli stampi per la la macchina di stampaggio a iniezione secondo i disegni di progettazione dei set "LEGO" per poi procedere con la produzione di massa! Il 23 aprile, la polizia ha fermato con successo la banda sospettata di violare il copyright del marchio "LEGO", ha arrestato quattro sospetti capeggiati da Li HaiPeng, ha chiuso tre stabilimenti di produzione, imballaggio, magazzino e altri locali e siti con più di 10 linee di montaggio, sequestrando gli stampi di produzione. Il sequestro e la successiva distruzione ha riguardato più di 90 strumenti di stampaggio, quasi 200.000 manuali di istruzioni, più di 200.000 scatole per il confezionamento dei set contraffatti, più di 630.000 pezzi di prodotti finiti di giocattoli "LEPIN", il tutto per un controvalore di più di 200 milioni di yuan"
Fonte: Customize Minifigures Intelligence (in inglese)
Febbraio 2019: con la più assoluta indifferenza nei riguardi delle decisioni prese dalla Guangzhou Intellectual Property Court, MZ SMART (nota nel passato col nome MZ-Meizhi Model), l'azienda capogruppo della Shantou Meizhi Model (titolare del marchio LEPIN e opponente di The LEGO Group) commissiona la costruzione di un nuovo sito di produzione del valore di 7 milioni di dollari. Una fabbrica da 3.000 m² nella quale saranno impiegati 80 lavoratori (60 dei quali vivranno nel dormitorio incluso nello stabile) che lavoreranno 24 ore al giorno su tre turni da 8 ore ciascuno, 300 giorni l'anno.
Fonte: Customize Minifigures Intelligence (in inglese)
Novembre 2018: The LEGO Group vince presso la Guangzhou Intellectual Property Court, il primo round del battaglia legale che la vede contrapporsi alla società Shantou Meizhi Model Co. Ltd, la corporation titolare del marchio LEPIN. La Guangzhou Intellectual Property Court ha stabilito che i titolari della società Shantou Meizhi Model Co. Ltd sono responsabili di aver copiato le opere d'ingegno alla base di 18 set LEGO ufficiali, molteplici minifigure LEGO, nonché di aver compiuto atti di concorrenza sleale. La stessa Corte ha inoltre intimato ai quattro imputati di cessare immediatamente di produrre, vendere, esporre o promuovere in qualsiasi modo i prodotti di cui sopra e di risarcire The LEGO Group con circa 600.000 dollari.
Fonte ufficiale: The LEGO Group Newsroom (in inglese)
Novembre 2017: la Shantou Intermediate People’s Court riconosce e sancisce che il produttore cinese BELA ha violato il copyright di The LEGO Group e ha operato in regime di concorrenza sleale: avevano riprodotto illecitamente l'aspetto distintivo e unico del packaging di set di particolari linee di prodotto (LEGO Friends) con lo scopo , che ha lo scopo di farli passare come set originali.
Fonte ufficiale: The LEGO Group Newsroom (in inglese)
Curiosità: in quello stesso mese, anche la Giapponese BANDAI vince un'analoga vertenza legale contro Dragon Momoko, un marchio e azienda cinese che clonava i modelli del robot Gundam prodotti e distribuiti da Bandai sulla base di regolare licenza sottoscritta con Sunrise, la casa di produzione anch'essa giapponese e titolare del franchise di Gundam. Bandai infatti ha riferito di aver intrapreso un'azione legale contro Dragon Momoko per violazione del copyright il cui esito è stato, con l'aiuto della polizia di Shanghai, l'arresto del proprietario del marchio.
Luglio 2017: la Beijing Higher Court (Alta Corte di Pechino) riconosce e sancisce che il logo e la parola "LEGO" sono marchi "riconosciuti" nel territorio della Repubblica Popolare Cinese. E' una vittoria importante, se si considera che l'ordinamento giuridico della Repubblica Popolare Cinese NON include norme per la tutela del copyright, del diritto d'autore o dell'opera di ingegno. Per quanto importante, il risultato all'atto pratico di tale vittoria viene però molto ridimensionato dal contesto, l'ordinamento giuridico della Repubblica Popolare Cinese per l'appunto: la Beijing Higher Court ha infatti deliberato NON a tutela di The LEGO Group, quanto piuttosto dei consumatori della Repubblica Popolare Cinese stessa. In pratica, il significato della sentenza è:
"Le aziende cinesi che producono giochi di costruzione basati su mattoncini non devono utilizzare o copiare il marchio o la parola LEGO, onde evitare che un consumatore della Repubblica Popolare Cinese possa essere indotto in errore ed evitare che possa acquistare un prodotto LEGO non originale a causa della somiglianza del logo con quelli della concorrenza o viceversa, che possa acquistare un prodotto LEGO originale volendo in realtà acquistare un prodotto della concorrenza"
Fonte ufficiale: The LEGO Group Newsroom (in inglese)
Non è però questa la prima occasione di scontro di The LEGO Group sul campo di battaglia della difesa del copyright e del proprio logo. Se volete approfondire, possiamo consigliarvi questo e questo articoli molto interessanti di Customize Minifigures Intelligence (in inglese), all'interno dei quali potrete trovare il racconto dei precedenti di cui sopra.
Un po' di storia - The LEGO Group e l'Oriente
La presenza di The LEGO Group nel continente asiatico risale alla prima parte degli anni '80. Vediamo insieme le tappe della (pacifica) invasione danese delle terre d'Oriente.
Dicembre 2015: a seguito di un accordo firmato da The LEGO Group con le Autorità locali siglato nel 2013, inaugura il sito produttivo di Jiaxing, che si trova a circa 100 km da Shanghai e nella stessa zona di un nuovo e moderno Centro di Distribuzione e logistica per il mercato asiatico inaugurato solo l'anno prima, nel 2014.
Ottobre 1996: la produzione e il confezionamento di set raggiungono un livello tale che il sito di Kunpo non è più in grado di tenere il passo. Il 100% delle attività di The LEGO Group in Corea del Sud vengono allora trasferite nella struttura di Icheon, anch'essa località a sud della capitale Seoul, passando da 3.700 m² a oltre 17.500m². Oltre 20 anni dopo, nel giugno del 2005, The LEGO Group chiude la propria attività produttiva in Corea del Sud, trasferendo l'intera produzione di set per il mercato asiatico ai siti produttivi in Europa e il sito di Icheon viene posto in vendita.
Marzo 1985: per la prima volta un mattoncino LEGO viene prodotto in Oriente. Siamo nella fabbrica di Kunpo, 25 km a sud di Seoul, Corea del Sud. The LEGO Group costruisce ed attiva qui una fabbrica per due motivi: innanzitutto, il minor costo di produzione dei set consente all'Azienda di guadagnare una maggior quota del mercato di riferimento, potendo allineare i prezzi dei propri prodotti a quelli della concorrenza. In secondo luogo, si rende possibile una miglior azione di contrasto alla diffusione sempre maggiore di prodotti clone, in particolari quelli a marchio COKO, un'Azienda con sede proprio in Corea del Sud e talmente nota ai consumatori da indurli a pensare che fossero i prodotti di The LEGO Group ad essere la copia di quelli di COKO e non viceversa.