Losers, recensione: la nascita di Monkey Punch e Lupin III

La recensione di Losers, il manga che narra la nascita artistica di Moneky Punch e del suo leggendario Lupin III, in pratica la storia della rivoluzione dei manga.

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a cura di Giovanni Zaccaria

La recensione di Losers, è la recensione del manga che racconta la nascita artistica di Monkey Punch e del leggendario Lupin III; in pratica uno spaccato della rivoluzione che sulla fine degli anni ’60 ha portato al boom del fumetto made in Japan che viviamo tuttora.

Siamo talmente abituati ad essere letteralmente invasi dai manga e dagli anime da così tanti anni che ormai non ci pensiamo neanche più a come siano nate certe leggende ed è per questo che è ancora più significativo approcciarsi alla recensione di Losers, il manga di Koji Yoshimoto. Quello che ci apprestiamo a fare è un viaggio nel tempo fino al 1965, un viaggio nella storia del fumetto giapponese e nella genesi di un fenomeno che ha poi influenzato tutto il mondo, per sempre.

Losers: la nascita di Monkey Punch e Lupin III

Vent’anni dopo l’esplosione degli ordigni atomici su Hiroshima e Nagasaki il Giappone viveva una situazione di particolare entusiasmo lavorativo e di crescita. La fine del conflitto, la ricostruzione e la massiccia presenza americana nel Sol Levante avevano generato un piccolo boom economico, un incremento delle nascite e la fioritura di nuovi mestieri, come ad esempio la figura del mangaka.

Alcuni artisti seminali come Osamu Tezuka, il futuro dio del manga, erano già attivi da diversi anni (Tetsuwan Atom noto in occidente come Astroboy  è stato pubblicato nel 1952) ma il fumetto era ancora considerato un prodotto per bambini, con scarse possibilità di guadagni importanti. Certo erano già nate le colossali Shogakukan, ma la produzione fumettistica erano fortemente influenzata dai pochi grandi maestri in attività e da alcune realtà straniere che pian piano si affacciavano sul mercato.

Insomma se negli anni ’60 in America eravamo in piena Silver Age con la nascita di tutti i principali supereroi di casa Marvel, in Giappone ancora si doveva formare il fenomeno che sarebbe esploso di lì a poco.

La storia di Losers ha due protagonisti, i cui nomi potrebbero dirvi poco, ma che sono stati a dir poco fondamentali nella storia dello sviluppo del manga.

Bunjin Shimizu, editor, caporedattore della piccola Manga Story dell’altrettanto piccola casa editrice Futabasha. E Kazuhiko Kato, giovane aspirante fumettista pieno di entusiasmo e con il conto in banca in rosso. Grazie al primo, il secondo verrà poi ricordato nella storia come Monkey Punch, il padre di Lupin III, Daisuke Jigen, Goemon Ishikawa, Zenigata e la splendida femme fatale Fujiko Mine.

È un piacere scrivere la recensione di Losers, il manga, perché significa poter godere di una lezione di storia tramite una delle pratiche che amiamo di più, ovvero leggere fumetti.

Nel primo volume del manga di Koji Yoshimoto, edito in madrepatria da Futabasha e qui da noi da Nippon Shock Edizioni, scopriremo come un gruppo di scapestrati sia stato così coraggioso, lungimirante e determinato (o ostinato) da portare alla luce uno dei personaggi più trasversali e significativi dell’intera produzione giapponese, oltre a dare origine al primo settimanale di seinen manga, Weekly Manga Action.

Perché Lupin, il ladro gentiluomo, sempre pronto a sedurre quando non è impegnato a fuggire dalla polizia, è di fatto uno dei primi e più amati eroi seinen della storia.

L’approccio di Yoshimoto è pacato e ordinato. Con grande dovizia di dettagli ci racconta una storia straordinariamente umana, fatta di cadute e risalite, di coraggio e ostinata follia. Scopriremo come Bunjin Shimizu e il suo eterno broncio abbiano conquistato il giovane Kato, che aveva un cuore grande così ma le tasche vuote e proveniva dall’Hokkaido che al tempo significava stare dall’altra parte del mondo moderno.

Dalla nascita del collettivo Mania Group a quei primi schizzi di un Lupin che al tempo era ancora un figlio di James Bond, fino allo studio e alla maturazione di uno stile di disegno considerato fuori dal comune al tempo vicino alle produzioni occidentali e affascinante, specie tra le forme più familiari dei visi dell’epoca.

Continuando nella recensione di Losers, si nota sin da subito che, senza strabiliare al disegno ma riportando tutto in maniera efficace come un bravo biografo, Koji Yoshimoto ci regala una storia emozionante nella sua normalità, fantastica nell’apprezzare come tutto quello che oggi è moda è stata, come sempre in questi casi, follia e rivoluzione.

E sarà bello scoprire un pezzo alla volta, striscia dopo striscia su Manga Story, come si è arrivati a quella figura di quel ladro gentiluomo longilineo e astuto o allo pseudonimo che oggi tutti veneriamo come uno dei grandi maestri del fumetto giapponese, Monkey Punch.

Losers: l'edizione Nippon Shock

Losers è un manga in tre volumi (al momento abbiamo tra le mani solo il primo) appassionante, destinato ad un pubblico che ama il gusto dell’apprendimento, i riferimenti storici e che ama leggere con calma una storia tanto straordinaria quanto semplice e umana. Anche perché negli anni se ne sono raccontate tante su Monkey Punch (a partire dal fatto che in realtà lo pseudonimo racchiudesse l’opera di entrambi i fratelli Kato o alla presunta smania di protagonismo dell’autore stesso).

La recensione di Losers, il manga non può che essere positiva, anche al netto di una semplicità grafica che non si sposa benissimo con lo standard ormai raggiunto da tanti anni di produzioni (le linee semplici, che ricordano i fumetti del passato, restituiscono un’opera davvero poco dinamico per essere un fumetto giapponese) ma d’altronde questo è un fumetto che non vuole alzare la voce. Ha piuttosto quel sapore genuino delle storie dei genitori o dei nonni raccontate prima di andare a letto con protagonisti davvero incredibili per essere esistiti per davvero e che realmente sembrano usciti da un manga.

E invece è tutto vero. Così come è vero il coraggio e la lungimiranza di artisti come Tezuka, Kazuo Koike, Shotaro Ishinomori, Asao Takamori e Tetsuya Chiba e tutti gli altri che hanno costruito con la propria penna il proprio pennino la storia del fumetto giapponese.

Bella l’edizione di Nippon Shock, con sovracoperta e un interessante comparto di extra tra cui l’intervista a Monkey Punch e suo fratello Teruhiko Kato e la cronistoria di Manga Action e del manga dal 1947 al 2017, aspetti questi che aggiungono impressioni positive alla recensione di Losers, il manga.

Insomma, siamo tutti figli di Lupin in qualche modo, indipendentemente dal colore della sua giacca alla quale vi siete affezionati. E in quando tali non può che essere piacevole scoprire come tutto sia nato. E la cosa divertente che non vi ho ancora detto nella recensione di Losers, è che in questo primo volume il nome Lupin III non viene nemmeno mai pronunciato, lasciando al lettore tutto il piacere della scoperta.