Love, Victor: recensione in anteprima della nuova serie Disney+ Star

Arriva su Disney Plus una nuova serie Star: Love, Victori, storia di un adolescente che prende coscienza del suo orientamento sessuale.

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a cura di Roberto Richero

Il 23 febbraio Disney+ estenderà la sua offerta inaugurando una nuova area tematica, chiamata Star. Questo nuovo contenitore sarà dedicato a un pubblico più maturo e raddoppierà il catalogo già presente sulla piattaforma, portando in dote film, serie e programmi provenienti da diversi studios Disney. Come sempre, saranno presenti diversi contenuti originali e, fra quelli disponibili al lancio, il recente Love, Victor (2020), di cui abbiamo potuto vedere le prime due puntate in anteprima. Tecnicamente la serie sarebbe un originale Hulu, ma dato che Star è il brand con cui Disney porterà i contenuti di questa piattaforma fuori dagli USA, viene presentato come un 17originale. La serie è un teen-drama, spin-off del film Tuo, Simon (2018), uno dei più grandi successi degli ultimi anni nell’ambito dei film romantici per teenager.

Con amore, Victor

Victor Salazar è un adolescente che dal Texas si trasferisce insieme alla numerosa famiglia a Shady Creek, un sobborgo di Atlanta. E’ un ragazzo serio e gentile che si dimostra abbastanza sicuro di sé, tanto da essere considerato dai genitori un elemento su cui contare anche per crescere la sorella ribelle e il fratellino troppo vivace. In realtà Victor è un adolescente come tutti gli altri, insicuro delle sue scelte, desideroso di trovare il suo posto nel gruppo, farsi degli amici sinceri e capire chi è davvero. In particolare ha un dubbio sul suo orientamento sessuale, in quanto percepisce attrazione sia per le ragazze, sia per i ragazzi. Appena arrivato nella nuova scuola scopre che qualche tempo prima un ragazzo di nome Simon Spier fece outing, ricevendo il sostegno di tutti i suoi compagni. Victor contatta quindi Simon e fra i due nasce una corrispondenza digitale: senza il supporto della famiglia, estremamente religiosa, e senza veri amici di cui fidarsi, Simon diventa l’unica persona con cui Victor può avere un confronto franco e onesto, cercando di capire cosa vuole davvero dalla sua vita.

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Quanto è difficile diventare adulti?

La serie tratta i normali temi adolescenziali tipici di questo genere di prodotti: la ricerca della popolarità, il voler essere accettati nel gruppo, la ricerca della propria identità all’interno di questo gruppo. Il tutto è calato nella classica ambientazione americana, con la squadra della scuola (in questo caso una squadra di basket) e il conseguente ambiente degli spogliatoi, le feste e il rapporto con l’alcool, le differenze sociali dettate dalla disponibilità finanziaria.

Il taglio dato alla serie è sicuramente invece molto intimista e maturo e si esprime principalmente attraverso i dialoghi, espressivi e ricchi di parole non dette importanti quanto quelle pronunciate. La serie ovviamente rispetta i canoni più standard della narrazione e il nostro eroe dovrà passare attraverso le classiche forche caudine: compagni di scuola gelosi, pressione sociale a non frequentare gli amici sfigati (anche se migliori di tanti personaggi popolari), incomprensioni e  piccole bugie bianche, che portano però a grandi disastri.

Fulcro centrale della serie è sicuramente la confusione del protagonista in merito al suo orientamento sessuale, anche se la regia e la sceneggiatura non sembrano dimostrare la stessa confusione: ogni volta che Victor si relazione con il ragazzo per cui prova attrazione, il punto di vista della narrazione si sposta nell’area emotiva del protagonista, mettendone in evidenza (anche con artifici registici) la confusione e l’agitazione. Questi elementi sono completamente assenti invece quando si presentano le relazioni e i dialoghi con l’altro sesso: il punto di vista rimane neutrale esterno e non mostra in alcun modo il pensiero o l’emozione di Victor.

La confusione sull'orientamento sessuale è trattato in modo molto educato. E' posta una forte attenzione nel cercare di trasmettere la pressione familiare e sociale cui può essere sottoposto un adolescente: Victor è infatti estremamente sensibile a ogni tipo di esternazione, sia quelle più dirette, sia quelle indirette (per esempio quando la famiglia cerca il luogo adatto per appendere un crocefisso in casa). E’ amato e adorato dai genitori che più volte gli dimostrano grande stima, eppure non riesce a cercare in loro un punto di riferimento per la ricerca che lo sta logorando.

L'amico invisibile

Tutti gli eroi hanno una spalla, un sostegno che li aiuta nel loro viaggio verso la meta. L’ambientazione ha però fatto terra bruciata intorno a Victor: i genitori molto religiosi, la sorella impegnata in una fase di ribellione totale e il fratellino troppo piccolo non possono essere i personaggi giusti per aprirsi; inoltre il trasferimento nella nuova città lo ha reso privo di veri amici con cui confidarsi. E’ quindi sicuramente molto originale l’idea di scegliere per questo ruolo un “non personaggio” (almeno fino alla puntata in sui si paleserà), Simon. Quest’ultimo è l’amico saggio, il grillo parlante (o come ama dire qualcuno, il Samvise Gamgee) che sostiene Victor nella sua traversata attraverso un dialogo costante via internet: è una voce fuori campo che lo riporta sulla retta via, che gli infonde coraggio e non critica le sue scelte, ma le analizza per stimolare la sua consapevolezza.

Tanti giovani attori

Il cast principale della serie non presenta grandi nomi, anche se molti dei giovani attori hanno parecchia esperienza nel mondo della televisione. Michael Cimino (Victor Salazar) ha partecipato a un paio di film e altrettante puntate di telefilm, pur avendo lavorato in diverse pubblicità. Rachel Hilson interpreta Mia Brooks, compagna di scuola di Victor e possibile legame romantico femminile del protagonista; l’attrice ha parecchia esperienza nell’ambito delle serie televisive nonostante la giovane età, in particolare ha interpretato la fidanzata di Zach Florrick (il figlio della protagonista) in The Good Wife e più recentemente ha avuto un ruolo ricorrente nella serie This is us. Il vicino di casa e quasi amico di Victor, Felix Westen, è interpretato da Anthony Turpel. Anche in questo caso si parla di un giovane attore che però vanta nel curriculum quasi un centinaio di puntate nella soap Beautiful, dove interpretava l’adolescente R.J. Forrester, figlio dei famigerati Brooke Logan e Ridge Forrester.

Cast più esperto fra i ruoli ricorrenti, dove troviamo Mekhi Phifer (ER – medici in prima linea, 8 miles, la serie Divergent), Sophia Bush (One Tree Hill, Chicago P.D.), Ali Wong (American Housewife) e soprattutto Andy Richter, poco noto in Italia, ma estremamente attivo negli USA, soprattutto come autore e co-presentatore di diversi “late night show”. Ovviamente nel cast compare anche Nick Robinson (Tuo, Simon) che riprende il ruolo di Simon.

Victor e Simon come specchio per i giovani

La serie non è particolarmente innovativa, né in termini narrativi, né in termini di temi trattati, nondimeno tratta argomenti molto delicati con un rispetto e una gentilezza che la rendono uno strumento adatto per diffondere valori positivi e aiutare chi sta percorrendo la stessa strada del giovane protagonista.

Victor non lesina momenti introspettivi, sia ad alta voce, sia interiori, sia virtuali con Simon, mettendo così a nudo il suo processo esplorativo, il suo sentire e il suo soffrire; spiega cosa vorrebbe fare e mostra senza spiegazioni come poi possa agire in maniera completamente opposta, palesando allo spettatore lo stato di confusione in cui si trova e la necessità di conformità al fine di essere accettato. E’ un messaggio importante, forte, valido: è uno specchio che sicuramente può fare del bene a chi sta sperimentando i drammi i dubbi, le insicurezze e le crisi di identità dell’adolescenza.

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