La memoria e le memorie

L'Uomo Bicentenario fu il primo film hollywoodiano ad adattare l'opera di Isaac Asimov. Mostrò che era possibile portare su schermo il lavoro di questo scrittore, e seppe toccare con successo alcuni temi fondamentali della narrativa sia scritta sia filmata.

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a cura di Tom's Hardware

Poco importa da dove abbia origine l'unicità dell'uomo bicentenario, se da un azzardo tecnologico di qualche scienziato pazzo o da un casuale malfunzionamento. Con il sostegno del suo padre-padrone e della famiglia Martin, Andy si ritaglia un'autonomia anche economica, proprio come artigiano del legno. Dopo aver osservato il suo padrone difendere la sua autonomia e dopo aver letto decine di libri di storia

Andrew trae le sue conclusioni:

Quindi si può dire che una cosa a cui tante persone tengono così tanto... vale la pena di averla.

Se dal padre eredita la caparbietà e l'indipendenza, dalla figlia dei Martin, Amanda, apprende il significato dei sentimenti. Insomma per Andy le memorie dei primi anni passati in casa Martin costituiscono l'ossatura unica e irriproducibile di una identità che è qualcosa di diverso da una semplice intelligenza artificiale.

m7UpzZE[1]

Dopo essersi affrancato dal suo ruolo di elettrodomestico, Andrew dovrà affrontare l'angoscia di nuovi interrogativi esistenziali. Come dice Portia, una discendente dei Martin che Andy finisce con lo sposare:

"A volte è importante non essere perfetti... gli esseri umani sono un gran casino...".

Proprio dai legami affettivi sembra arrivare la sfida più impegnativa per Andy, aspirante essere umano. La sua ricerca interiore diventa anche esteriore quando comincia a modificare il suo corpo per avvicinarsi agli umani. Più tardi, lo scienziato Rupert Burns spiegherà a Andy il segreto di un volto umano convincente:

Guarda il mio naso: è bozzuto e leggermente irregolare... sono l'unico ad avere il mio naso... è una cosa soltanto mia

La pelle, la sessualità, la memoria, l'oblio, le emozioni, le ambizioni: tutto praticamente identico all'umano ma con la grande differenza nell'atto generativo che non è la procreazione biologica ma una catena di montaggio. L'altra grande differenza è che tutto ciò viene dato per scontato dagli umani tradizionali, che comunicano sempre meno. Andy invece ne è stupito e vorrebbe parlarne, commentare queste nuove incredibili sensazioni.

in his famous story the bicentennial man asimov describes one robots efforts to become human[1]

Quando Andrew si guarda allo specchio e vede il suo teschio metallico sembra sorpreso e quasi spaventato: Ho visto il mio Io interiore!. La gag ironizza sull'idea di una coscienza che si cela dietro l'aspetto esteriore e che impedisce al robot, ormai quasi umano, di riconoscersi nel suo corpo materiale. Di qualsiasi materiale esso sia.