Pinocchio e il mostro di Frankenstein in un sol corpo

L'Uomo Bicentenario fu il primo film hollywoodiano ad adattare l'opera di Isaac Asimov. Mostrò che era possibile portare su schermo il lavoro di questo scrittore, e seppe toccare con successo alcuni temi fondamentali della narrativa sia scritta sia filmata.

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a cura di Tom's Hardware

Quella del Pinocchio positronico è una marcia alla conquista della libertà civile ed economica. Ma è anche, soprattutto, un viaggio di esplorazione alla conquista dell'identità. Quando il robot rompe il cavalluccio di vetro della figlia dei Martin sembra esserci l'evento scatenante in un lungo percorso emotivo. Di fronte alla reazione rabbiosa della piccola Amanda ("Quello era il mio preferito! E poi non li fanno nemmeno più") il robot avverte il dolore di una perdita importante.

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Andy in cammino verso l'umano, comincia a capire i propri limiti, ma soprattutto l'ignoranza con la quale ha calpestato qualcosa di unico e irripetibile. Da qui in avanti, l'androide non smetterà più di misurarsi con il concetto di unicità e quello di mortalità. Qui c'è il grande paradosso di tutte le narrazioni sui robot: da una parte Andrew è l'espressione più avanzata di un ciclo di produzione seriale che incorpora narrative e tecnologie per offrire all'uomo un elettrodomestico efficiente, flessibile e potenzialmente immortale; dall'altra quella stessa produzione seriale, per come la conosciamo oggi, è anche il regno dell'obsolescenza programmata, di device che risplendono come stelle cadenti ma che muoiono sempre più velocemente.

In questo racconto il problema del ciclo vitale dell'elettrodomestico viene risolto seguendo la rotta tracciata dallo scrittore e scienziato Vernor Vinge, che nel suo saggio del 1993 The Coming Technological Singularity, rilanciando il concetto di "singolarità" concepito da Jon Von Neumann, espone la visione della macchina che si ripara e si migliora da sola.

D'altro canto Andy non è una semplice intelligenza artificiale che persegue solo l'efficienza così come prospettato dai cicli di consumo capitalistici. Una piccola, originale scultura intagliata nel legno e regalata ad Amanda per consolare (almeno parzialmente) il dolore della perdita sarà la prima concreta espressione della specificità e dell'autonomia di Andrew. Anomalia? Bug nel cervello positronico? Può darsi. Ma se sì, quale diagnostica?

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Qui si pone anche il problema dell'impossibilità di tracciare l'effettivo corso delle connessioni neurali attivate dal robot nel corso del tempo, le sue memorie, le sue esperienze a contatto con gli umani, la sua "anima". S'insinua il lato magico del concetto di singolarità tecnologica, o meglio l'enigma dei mille possibili risvolti psicologici dell'interazione uomo-macchina. Qui potrebbe essere l'origine di un essere senziente davvero alieno e totalmente imprevedibile (l'uomo positronico) oppure l'alterazione del percorso dell'esistenza tradizionale (l'uomo biologico).