Mayans MC, la recensione della serie spin off di Sons of Anarchy

Primo spin off tratto da Sons of Anarchy, Mayan MC racconta le travagliate vicende di una gang di motociclisti che vivono al confine fra California e Messico.

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a cura di Nicolò Beretta

Parlando di Sons of Anarchy, abbiamo raccontato che nei progetti di Kurt Sutter, regista dello show sui bikers, c’era la volontà di raccontare più storie ambientate nello stesso universo. A distanza di 10 anni dalla fine della serie FX arriva il suo primo “spin off” Mayans MC, che ci riporta nel mondo delle gang di motociclisti, ambientato in un mondo diverso, ma altrettanto spietato. Le tre stagioni di Mayans MC uscite fino ad oggi sono subito disponibili sulla piattaforma streaming Disney Plus.

Mayans MC: benvenuti a Santo Padre

Come da titolo, la serie ha come protagonisti i membri della gang di motociclisti latini già apparsi in Sons, dapprima presentati come acerrimi e storici rivali della crew di Clay Morrow e Jax Teller ma che diventano successivamente loro alleati e soci in affari.

Il charter (ossia il distaccamento locale dell’organizzazione) protagonista è quello di Santo Padre, una piccola realtà californiana posta molto vicino al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Il punto di vista principale è quello di Ezekiel “EZ” Reyes, giovane da poco uscito di prigione e prospect in attesa di entrare ufficialmente nella banda, sponsorizzato dal fratello maggiore Angel. I Santo Padre sono impegnati nello spaccio di droga che arriva dal cartello messicano di Miguel Galindo, i cui affari vengono continuamente ostacolati da un gruppo di ribelli, gli Olvidados (i dimenticati) guidati dalla vendicativa Adelita che si fa carico delle vittime dell’efferatezza dei cartelli.

Sono questi i delicati equilibri su cui i Mayans di Santo Padre devono muoversi, senza però sapere che tra le loro fila c’è un traditore: EZ ha infatti stretto un patto con i servizi segreti americani per uscire di prigione in cambio di tutti i segreti e gli spostamenti dei carichi di droga che arrivano dal Messico. La decisione di EZ è motivata dal desiderio di ricongiungersi con il fratello e il vecchio padre Felipe, ma anche di scoprire chi anni prima ha brutalmente assassinato sua madre nella stessa notte in cui il ragazzo ha ucciso un poliziotto, motivo per cui è stato imprigionato. A rendere ancora più spinosa la sua situazione è il legame sentimentale che lo lega a Emily, la sua fidanzata prima di entrare in galera ed ora compagna di Galindo, con cui ha avuto un figlio.

Una formula vincente

Forte del grande successo ottenuto con Sons of Anarchy, Kurt Sutter ha ripetuto la formula vincente del suo primo show sui bikers, cambiando alcune variabili all’equazione. Alla scrittura e alla realizzazione della serie, Sutter è stato affiancato da Elgin James, regista qui alla sua prima importante prova e con un passato piuttosto travagliato, fatto di detenzione e musica punk. James è subentrato alla direzione totale di Mayans con la terza stagione dopo il licenziamento di Sutter da parte di FX: ciononostante, lo show ha ottenuto ottimi responsi da parte del pubblico e della critica.

Come detto prima, la serie prosegue sugli stessi binari tracciati dallo show principale, mostrando le attività della gang, le loro dinamiche ed equilibri di potere, le relazioni con le altre sfere di influenza che giocano insieme a loro un ruolo dominante, e ovviamente anche le vicende e i drammi personali e famigliari dei vari personaggi. Questi vengono svelati a poco a poco nel corso dei vari episodi, scoprendo di più su di loro, sui loro segreti, sul loro passato e di come questo influisce su delicate decisioni.

Si ritorna quindi ad essere affascinati da questi personaggi, che sebbene siano malavitosi non sono affatto cattivi tout-court, proprio come lo erano i componenti dei SAMCRO. Vedere come le azioni dei SAMCRO si ripercuotono sulla propria famiglia ha tormentato e diviso Jax, e questo è esattamente ciò che EZ vive, cercando disperatamente di rimanere aggrappato alla sua sensibilità senza farsi schiacciare dalle responsabilità che comporta il percorso che ha scelto per diventare un Mayans. Lo stesso rapporto di fratellanza che legava Jax a Opie qui viene reso ancora più vero dal legame di sangue tra il ragazzo e il fratello Angel, un dettaglio che influirà pesantemente su tutto ciò a cui EZ e il club latino andranno incontro.

Il tutto viene messo in scena su un palcoscenico più che mai irto di pericoli e situazioni tragiche, ma soprattutto ancora più attuale del suo predecessore, essendo ambientato un periodo praticamente a noi contemporaneo. Saltando da un lato all’altro del muro costruito al confine con il Messico, veniamo a messi di fronte alle disperate condizioni di chi vive sotto il giogo dei cartelli della droga e al dramma dell’immigrazione; il lato Americano riserva altrettanti spunti riflessione di carattere socio-politico, passando dall’abuso di droga, soprattutto da parte di chi pensa di non avere più niente da perdere, alla corruzione che si annida anche negli angoli più piccoli della società.

Volti noti

Trattandosi di un racconto ambientato nello stesso mondo di Sons of Anarchy, sin dall’annuncio dell’uscita di Mayans i fan più affezionati hanno sperato di ritrovare qui collegamenti e camei della serie precedente. Trattandosi di un prodotto abbastanza importante e con un cast molto ampio il pericolo di scadere in puro fans service era dietro l’angolo, rischiando di rendere Mayans semplicemente una prosecuzione di Sons e privandola della sua indipendenza.

Ma non è questo il caso: le apparizioni e i camei sono ben gestiti, cercando di dare rilievo minore ad alcuni tra i personaggi più amati dello show, preferendo piuttosto riprendere e sviluppare maggiormente altre figure, come Happy, l’agente governativo Lincoln Potter e Marcus Alvarez, dandogli dei ruoli determinanti ai fini della trama. Esattamente come per Sons infine anche colpi di scena e momenti shockanti vengono ben gestiti e calibrati, in modo da giocare un peso significativo sulla tensione, in particolare quella emotiva e sul coinvolgimento nei confronti dei protagonisti. In merito a questo anche la violenza mostrata, sia quella meramente più fisica sia quella più “psicologica”, sembra essere ancora maggiore e meno velata, una scelta che si può definire in linea, ad esempio, con l’efferatezza dei cartelli messicani.

Mayans MC: le differenze con Sons of Anarchy

Concludendo, vanno sottolineate due minime differenze rispetto a Sons of Anarchy di cui abbiamo fatto menzione nell’articolo dedicato, ovvero la mancanza di camei e apparizioni di attori o musicisti di fama mondiale e soprattutto un minor rilievo dato alla colonna sonora: se nel precedente show veniva curata in maniera molto particolare, passando da brani di generi differenti alle reinterpretazioni di White Buffalo e Katie Sagal, in Mayans la musica non spicca allo stesso modo (fatta forse eccezione per la sigla di apertura Nunca, suonata dai Los Refugios Tiernos e cantata prima da David Hidalgo e poi da Diana Gameros).

Chissà che il successo di Mayans non porti Kurt Sutter a proseguire nel suo progetto di sviluppare altre serie ambientate in questo mondo, come quella già ventilata incentrata sui First 9, i membri fondatori del Sons of Anarchy Motorcycle Club.

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