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Mickey e La Terra degli Antichi: l'avventura steampunk di Topolino

Mickey e la Terra degli Antichi: continua la saga steampunk transalpina di Topolino e compagni

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Mickey e la Terra degli Antichi: continua la saga steampunk transalpina di Topolino e compagni

Topolino non vive solo a Topolinia. Per quanto le avventure del topo più celebre del mondo dei fumetti si siano sempre svolte nell’immaginaria cittadina, in diverse occasioni abbiamo visto Topolino e i suoi compagni lanciarsi in imprese che si sono agilmente scrollate di dosso questa veste tradizionale, calandosi in altri contesti narrativi. Non solo dando vita a stupende parodie di grandi classici del cinema o della letteratura ( da Una ballata del mare salato a Metropolis), ma scegliendo ambientazioni che strizzano l’occhio ad altri concept narrativi. Negli ultimi mesi abbiamo visto il fiore di un nuovo capitolo dell’epopea del Topolino fantasy di Wizards of Mickey, ma dalla Francia arriva uno dei più avvincenti what if…? disneyani: Mickey e La Terra degli Antichi, realizzato dal duo francoitaliano composto da Daniel-Pierre Filippi e Silvio Camboni.

Un lavoro a lungo atteso dai lettori italiani del topo disneyano, che hanno dovuto sospirare non poco. Mickey e la Terra degli Antichi è infatti parte di un più ampio arco narrativo, avviatosi con Mickey e l’Oceano Perduto, volume che, nel mercato nostrano, ha avuto un esordio sofferto. La peculiarità di queste avventure di Topolino, infatti, è l’incredibile impianto visivo, che, rifacendosi alla scuola francese, si basa su una definizione dell’ambientazione che veda nella colorazione un elemento essenziale della propria personalità. La prima edizione di Mickey e L’Oceano Perduto era viziata da una scelta decisamente infelice da parte di Panini Comica in termini di materiali, con una carta che penalizzava brutalmente la bellezza dei colori di Gaspard Yvan dell’edizione originale.

Mickey e L'Oceano Perduto e Mickey e La Terra degli Antichi: Topolino tra steampunk e fantasy

Va riconosciuto all’editore di avere compreso il proprio errore, tanto da correre ai ripari con una ristampa che ha finalmente onorato la colorazione di una carta che ne valorizzasse il forte fascino. Una scelta che recentemente ha premiato un’altra serie di Filippi e Camboni, Il Viaggio Straordinario, avventura anch’essa dal sapore steampunk. È infatti lo steampunk ad aver dato a questa versione alternativa di Topolino un elemento caratteristico peculiare e ben sfruttato, che diventa non solo raffinato strumento nelle mani di Camboni, ma anche avvincente metronomo narrativo per Filippi. Considerata la natura di questa storia, infatti, sarebbe ingiusto trattare Mickey e La Terra degli Antichi separando il volume dal suo predecessore, Mickey e L’Oceano Perduto. Il perché è presto detto: abbiamo ben due diversi mondi in cui muoverci.

Partendo da un classico della letteratura d’avventura di fine ‘800, resa celebre dalle incredibili imprese degli eroi di Jules Verne, Filippi e Camboni ci presentano una squadra di intrepidi avventurieri composta da Topolino, Minni e Pippo. Un trio che ha fatto della ricerca dei perduti marchingegni il proprio business, utilizzato per finanziare le proprie ricerche. Attività che deve scontrarsi con rivali altrettanto intraprendenti come Gambadilegno, che non esita a mettere il bastone tra le ruote a Topolino e compagni, soprattutto quando una nuova, incredibile scoperta si rivela foriera di potenziali grandi ricchezze.

E’ da questo incipit che prende il via Mickey e l’Oceano Perduto, primo volume che potremmo definire preparatorio all’interno del più ampio respiro di questa avvincente avventure. Seguendo le suggestione della letteratura steampunk, il mondo ritratto da Camboni mostra una tecnologica complessa e ingombrante, ritratta con una morbidezza di linee che ben si sposa alla tradizione disneyana. A stupire di questa lettura è la personalità di un mondo fanta-tecnologico che, pur popolato di personaggi familiari per il lettore, si presenta con una personalità magnetica, fatta di scorci industriali che trasmettono il senso di macchinosa operosità di questa società. Il mecha design di attrezzature e mezzi è perfetto, felice crasi tra le ispirazioni verniane e gli stilemi grafici del tratto disneyano, che Camboni sintetizza in un impianto visivo ricco di suggestivi dettagli.

Un'avventura visivamente impagabile

Una prima parte preparatoria ci conduce in un mondo dal sapore fantastico, quasi che la fantascienza classica lasci il terreno a una visione più mirata al fantasy. La seconda parte di Mickey e L’Oceano Perduto enfatizza ulteriormente l’arte di Camboni, che porta su carta un mondo rigoglioso e dalle proprie leggi fisiche, offrendo al lettore un vero e proprio spettacolo visivo. In questo frangente emerge con ancora più chiarezza l’opera di Yvan ai colori, che dopo aver dato una ricca cromia all’ambiente tecnologico precedente, coglie sfumature e colorazioni naturali incredibili, donando al già affasciante tratto di Camboni una vivacità cromatica delicata e impagabile.

Elementi che si apprezzano maggiormente in Mickey e La Terra degli Antichi, dove la trama di Filippi, forte di una maggior ascendenza fantastica, consente a Camboni di Yvan di cimentarsi con un mondo fatto di isole fluttuanti e creature fantasiose. Per quanto diverse, queste due ambientazioni risultano parte di un medesimo mondo narrativo per il lettore, che mostra però un maggior fascino nel secondo volume, dove la presenza di splashpage e di una gabbia libera al servizio della mano di Camboni ci offrono scorci naturali prorompenti e avventurosi. Una meraviglia che nuovamente viene esaltata dalla colorazione di Yvan, che si lancia in ardite cromie sfumate, con deliziosi giochi di ombre che si accompagnano a sprazzi luminosi che ribadiscono la natura fantastica di questo mondo.

Memore della prima pubblicazione, Panini Comics ha saputo porre rimedio al proprio errore, portando sia Mickey e L’Oceano Perduto che Mickey e La Terra degli Antichi su una carta lucida dalla giusta grammatura, che non solo premia la grammatica visiva di Camboni ma rende il giusto onore a Yvan per il suo mirabile lavoro ai colori. I due volumi, acquistabili sia singolarmente che in accoppiata in un gradevole cofanetto, sono realizzati con una grafica dal sapore transalpino che trasmette il senso di avventura, mentre all’interno dei volumi abbiamo la sempre gradita presenza di extra che mostrano il backstage della produzione di questa mirabile avventura di Topolino e compagni. Una nuova, strepitosa esperienza che il finale di Mickey e La Terra degli Antichi promette di essere lungi dalla sua conclusione.

Voto Recensione di Mickey e la Terra degli Antichi



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia affascinante e avventurosa

  • - Comparto grafico di grande fascino

  • - Edizione Panini all'altezza dell'opera

  • - Ricchezza di contenuti extra

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

In Mickey e La Terra degli Antichi la trama di Filippi, forte di una maggior ascendenza fantastica, consente a Camboni di Yvan di cimentarsi con un mondo fatto di isole fluttuanti e creature fantasiose. Per quanto diverse, queste due ambientazioni risultano parte di un medesimo mondo narrativo per il lettore, che mostra però un maggior fascino nel secondo volume, dove la presenza di splashpage e di una gabbia libera al servizio della mano di Camboni ci offrono scorci naturali prorompenti e avventurosi. Una meraviglia che nuovamente viene esaltata dalla colorazione di Yvan, che si lancia in ardite cromie sfumate, con deliziosi giochi di ombre che si accompagnano a sprazzi luminosi che ribadiscono la natura fantastica di questo mondo.

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