Monotone Blue, recensione: l'unicità di essere se stessi

Monotome Blue è l’ultimo lavoro di Nagabe, un autore molto noto anche in Italia, ambientato in un mondo popolato da creature antropomorfe.

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a cura di Beatrice Villa

Monotome Blue è l’ultimo capolavoro di Nagabe, un autore molto noto anche in Italia grazie alle sue storie, che spaziano dagli shoujo, al seinen (The Girl from the Other Side) e il Boy's Love (Wizdoms). Le sue storie sono particolari, magiche e misteriose, ricche di significato e dal tratto fortemente soprannaturale. In particolare, Nagabe è noto per creare storie che hanno come protagonisti antropomorfi, quindi esseri animali con caratteristiche umane, come accade in questo nuovo manga. Monotone Blue è la versione serializzata di uno one-shot chiamato Escalate, pubblicato nell'antologia "Kemono/Jingai BL Special". Come per i suoi lavori precedenti anche Monotome Blue viene pubblicato nel nostro Paese da J-POP.

“Ho sempre odiato me stesso… Era per via della mia natura che non riuscivo a far parte di nulla, nonostante mi avvicinassero tutti. Ma Hachi… mi vede per quello che sono.”

Monotome Blue: l’arrivo di Aoi nel mio mondo monotono e noioso

La storia prende vita in un mondo popolato da creature antropomorfe. Hachi è un ragazzo-gatto che frequenta il liceo e la sua vita è sempre stata noiosa e monotona. Non riesce ad affezionarsi ai suoi compagni, non sembra avere forti legami di amicizia con loro, se ne sta per la maggior parte del tempo da solo, non trovando nulla che lo attiri veramente. Questo fino a quando nella sua scuola, popolata da soli mammiferi, non arriva un nuovo arrivato: si tratta di Aoi, una lucertola totalmente opposta a Hachi e non per il fatto che appartiene a una specie diversa.

Aoi è serio, diligente, prende sempre ottimi voti al contrario di Hachi che in realtà ha un rendimento piuttosto scarso. Ma i rapporti tra i due cambiano completamente quando, un giorno, dopo le lezioni, Hachi scorge qualcosa che Aoi voleva tenere segreto che cattura subito la sua attenzione.

Si tratta del colore della sua coda, un blu così intenso da dare uno scossone alla realtà di Hachi il quale, per la prima volta nella sua vita, prova interesse verso qualcosa. Non può fare a meno di ammirare quel blu profondo come il mare, e da quel momento i due inizieranno a passare sempre più tempo vicini e Hachi scoprirà ben presto che Aoi nasconde un segreto, qualcosa di doloroso e difficile da esternare, legato al suo passato. Ma quando le cose tra i due procedono bene, ecco il loro rapporto rischierà di inclinarsi per sempre a causa della gelosia di Hachi. Gelosia nata dal fatto che si rende conto di provare qualcosa per Aoi, un sentimento che va oltre la semplice amicizia e forse, non è il solo. Il comportamento di Hachi farà però riaffiorare nelle mente di Aoi la sua paura più profonda: quella di non venir accettato solo perché nato diverso. L'unica soluzione è parlare, esternare ciò che Aoi custodisce nel suo cuore. Solo così riuscirà a comprendere che essere se stesso non è un difetto, ma qualcosa di speciale e questo, solo con l'aiuto di Hachi.

Monotome Blue: al di là della specie, siamo tutti uguali

Vi è un insegnamento profondo nascosto in questa storia: anche se si appartiene a specie diverse, anche se a prima vista possiamo apparire estranei l’uno all’altro, non c’è nulla di male nella propria unicità che non deve essere nascosta, ma valorizzata.

La vita di Hachi è sempre andata avanti senza troppi scossoni, non si è mai sforzato di venire accettato perché si è sempre integrato con l’ambiente circostante, nonostante la monotonia e quella tediosità che lo accompagna ogni giorno. Aoi, al contrario, ha sempre dovuto lottare per trovare il proprio posto nel mondo, un modo che sembra non accettare chi è diverso, chi non si conforme con ciò che comunemente è accettato come normale. Aoi si sente estraneo a ogni specie ed è sicuro di non potere fare parte di nessun gruppo. In fondo lo ha vissuto sulla sua pelle il venire estraniato, preso in giro per essere una lucertola. Dopo quello che gli è accaduto in passato Aoi si è ripromesso di tenersi alla larga dalle bestie, nascondendosi, timoroso di venire di nuovo esposto al pericolo solo perché è nato lucertola. La disperazione e il dolore di Aoi sono talmente forti da portarlo a chiedersi perché sia nato lucertola, a negare il suo stesso essere perché è questo quello che hanno fatto gli altri. Pensa di essere debole e che proprio perché non è uguale alle altre bestie che viene sempre preso di mira.

Sarà proprio l’amicizia con Hachi a fargli comprendere una volta per tutte che non c’è nulla di male a essere nato lucertola, a essere quello che è, un ragazzo dolce e gentile che sì, ha subito un trauma, ma non per colpa sua. Non è sua responsabilità ma di quelli che lo hanno bullizzato e si sono divertiti a prenderlo in giro. Aoi è Aoi. Non è solo una lucertola. Hachi e Aoi sembrano solo un po' diversi, tutto qui. Non c’è nulla di male in questo. La diversità è il nostro punto di forza ma qualche volta abbiamo bisogno che qualcuno ce lo ricordi, che ci prenda per mano e ci dica che va tutto bene perché, anche se qualche volta la vita ci mette di fronte a situazioni doloroso, l’importante è non essere soli.

Qualche informazioni in più sul manga

Se avete già letto altre opere di Nagabe allora avrete famigliarità con il suo stile: disegni dalle line dolci e delicate, molto morbide. Anche in questo caso Nagabe crea una storia reale, con personaggi incredibilmente umani nonostante, paradossalmente, siano degli animali. Le loro emozioni sono tangibili, potenti e concrete. Affronta con delicatezza un tema forte come quello del bullismo creando una storia che invita a superare una volta per tutti i pregiudizi e un modo retrogrado di pensare.

L’edizione presentata da J-POP è semplice ma di impatto, in particolare la copertina, sui toni del nero tranne per la spruzzata di blu sulla coda di Aoi. In fondo il mondo di Hachi è sempre stato così, un mondo in cui l’unica gradazione di colore era quella del grigio e del nero, fino a quando la brillantezza sgargiante di quel blu profondo della coda di Aoi non ha fatto breccia nel suo mondo monotono. Ritroviamo il blu anche su parti delle scritte sulle due alette.