Moon Knight Episodio 5: citazioni e riferimenti in Asylum

Moon Knight Episodio 5: citazioni e riferimenti in Asylum. La serie è disponibile settimanalmente su Disney Plus.

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a cura di Manuel Enrico

Con Asylum, Moon Knight, la serie di Disney+ dedicata all’eroe marveliano, si avvicina alla sua conclusione, andando a sondare profondamente nella tormentata psiche di Marc Spector. Dopo gli eventi del precedente episodio e l’apparente morte del nostro insolito eroe, Asylum è centrale per esplorare l’interiorità della mente e della personalità di Moon Knight. Occasione perfetta per inserire una serie di citazioni sia alla storia editoriale di Moon Knight, ma anche alcuni richiami al Marvel Cinematic Universe. Motivo che ci ha spinti a cercare riferimenti e citazioni in Moon Knight Episodio 5.

Ovviamente, proseguire la lettura potrebbe esser fonte di spoiler se non avete ancora visto Asylum, ragione per cui sarebbe preferibile leggere questa caccia all’easter egg dopo la visione di Moon Knight Episodio 5. La nuova puntata della serie dedicata al Pugno di Khonshu non solo rappresenta un importante punto di svolta per la trama di Moon Knight, ma è anche la prima puntata in cui si vedono dei richiami più marcati al Marvel Cinematic Universe.

Moon Knight Episodio 5: citazioni e riferimenti

La mente è una prigione o l’altro mondo?

Come viene rivelato nei primi minuti dell’episodio, l’ospedale psichiatrico in cui è rinchiuso Marc Spector è una proiezione mentale del suo inconscio, che cerca di elaborare la sua transizione al regno dei morti. Tuttavia, in questa sua ricostruzione il dottor Harrow (Ethan Hawke) cerca di convincere Marc che si trova in un vero manicomio, il Putnam Medical Facility. Nome che ricorda il Putnam Psychiatric Hospital, clinica per le cure mentali in cui avevamo trovato Marc Spector nella run dei Jeff Lemire.

Nonostante i tentativi del dottor Harrow, riusciamo a comprendere come Marc e Steven siano realmente nell’aldilà egiziano. Ad accoglierli, nel finale del precedente episodio, era Taweret, divinità con fattezze di ippopotamo, che guida le anime dei defunti verso il loro ultimo giudizio. Questa presenza divina spiega ai due di trovarsi sul piano astrale, uno dei piani del multiverso ma soprattutto luogo in cui abbia visto sono accolti coloro che si apprestano a diventare Black Panther, come era avvenuto per T’Challa (Chadwick Boseman) durante la sua cerimonia di ascesa al ruolo di protettore del Wakanda.

La presenza di Taweret è la conferma di alcuni passati riferimenti all’interno della serie, come i pupazzetti souvernir nel museo dove lavora Steven Grant o la barca funeraria presente nel suo acquario. Oltre a questi riferimenti, altri dettagli visti nei precedenti episodi assumono ora una diversa valenza, come la presenza del pesce con la pinna atrofica, ricordo di uno dei momenti dell’infanzia di Marc Spector.

Le origini di Steven Grant e Moon Knight…e non solo

Durante il doloroso viaggio nei ricordi del proprio passato, Marc Spector ci guida involontariamente alla scoperta delle origini di Steven Grant e del suo alter ego supereroico, Moon Knight.

Scopriamo così che Marc aveva un fratello, Randall, che muore per un incidente durante la sua infanzia, causando nella madre un odio verso il figlio, che viene sfogato con un atteggiamento vessatorio. Una situazione in cui, per sopravvivere a questa ferita, Marc si crea un alter ego, Steven Grant, ispirandosi a una figura eroica del suo film d’avventura preferito, Tomb Busters, l’avventuroso archeologo Steven Grant. Personaggio creato da Doug Perlin, nome nato dalla fusione di quelli di Doug Mech e Don Perlin, i due creatori di Moon Knight.

Durante un doloroso confronto tra Steven e Marc, viene rivelato come sia Marc la personalità principale e Steven quella secondaria, occasione in cui viene rivelato come la madre sia in realtà morta e l’uomo lasci messaggi a una segreteria da cui non riceverà mai risposte.

Questa parentesi dell’episodio consente di mostrare la camera di Marc, in cui sono presenti alcuni riferimenti alla versione fumettistica mostrata durante la citata run di Lemire, come i riferimenti a Star Wars. Le origini di Steven sono differenti rispetto all’originale cartaceo, considerato come nei comics Steven sia la via di fuga di Marc quando scopre che uno degli amici di famiglia sia in realtà un criminale di guerra nazista e un serial killer. La presenza di Randall Spector è nuovamente in riferimento ai comics, anche se nei fumetti di Moon Knight questi non muore, ma traumatizzato come il fratello sceglie di divenire un mercenario, diventando quello che in seguito sarà conosciuto come il criminale Shadowknight.

Assistiamo anche al momento in cui Marc Spector assume il ruolo di Moon Knight. Dopo aver sentito parlare negli episodi precedenti di questa sua investitura a spirito della vendetta di Khonshu, vediamo infine il momento in cui Khonshu offre una seconda possibilità a Marc Spector, in fin di vita dopo il tradimento del suo ex comandante durante gli anni di servizio come militare, divenuto infine un mercenario che assolda Marc una volta radiato dall’esercito. E finalmente anche in Moon Knight viene citato Bushman, che ottiene un background militare vicino alle forze armate americane assente nel fumetto. La scenografia in cui si muovono Marc e Steven in questa ricostruzione è presa dalla rappresentazione fatta da Jed MacKay in Moon Knight #1 del 2021.  Nota a margine: quando stiamo per assistere alla morte di Randall Spector, poco prima di entrare nella grotta Marc calpesta lo scheletro di un volatile che sembra assomigliare parecchio a Khonshu, come a indicare che la strada di Marc verso il suo ruolo di strumento del dio egizio fosse scritto da tempo.

In Asylum, potremmo avere sentito un ennesimo riferimento a una delle personalità di Moon Knight. Nella scena ambientata nella sala in cui sono presenti i cadaveri di coloro che Moon Knight ha ucciso, Marc indica ogni cadavere ricordando i luoghi in cui sono stati uccisi, citando anche New York. Difficile non vedere in questo riferimento un cenno a Jake Lockley, personalità del personaggio che con la Grande Mela aveva una certa affinità.

Altrettanto importante potrebbe essere la presenza, nella cameretta del piccolo Marc, di un pupazzo di un uomo dello spazio, indizio che potrebbe ricollegarsi a una quarta personalità di Moon Knight, presente nella serie di Jeff Lemire e mai approfondita.

Moon Knight: Asylum

Dopo la tradizionale ricerca di citazioni e riferimenti in Moon Knight 5, non possiamo fare a meno di riconoscere in questo episodio il momento più alto della serie di Disney+. La definizione di un personaggio complesso come Marc Spector necessitava, dopo l’approccio a volte leggero e divertente offerto da Steven, di una origin story interiore che desse piena coerenza a questo complesso puzzle mentale. Asylum riesce a toccare le corde emotive degli spettatori, ci mostra con una selezione di episodi tutto il doloroso vissuto di Marc. Oscar Isaac è semplicemente sontuoso nel ritrarre il dramma personale di Marc, con una convincente recitazione ‘doppia’ su cui si fonda l’intero episodio.

L’elemento supereroico è marginale in questo episodio, che si focalizza interamente sulla costruzione emotiva del lato umano del Pugno di Khonshu. L’utilizzo di un mezzo fantastico come l’oltretomba egizio è funzionale non solo a ribadire il legame con Khonshu e il pantheon egizio, ma si rivela un affilato strumento narrativo con cui ritrarre una tormentata anima. Un capitolo di Moon Knight intimo e introspettivo, che ci lascia con una grande curiosità per scoprire come si concluderà la serie dedicata al Pugno di Khonshu.

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