Moon Knight Episodio 6: citazioni e riferimenti in Déi e Mostri

Moon Knight Episodio 6: citazioni e riferimenti in Dèi e Mostri. La serie è disponibile settimanalmente su Disney Plus.

Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

E infine anche Moon Knight arriva al suo ultimo episodio, concludendo, almeno per ora, l’avventura del Pugno di Khonshu su Disney+. Sei episodi che ci hanno mostrato una diversa modalità di raccontare il mondo dei supereroi Marvel, andando a toccare la storia dei più particolari e atipici supereroi nati in seno alla Casa delle Idee, senza dimenticare di regalare ai fan del Marvel Cinematic la tradizionale caccia all’easter egg. Un rituale che si è ripetuto un’ultima volta, con la ricerca di riferimenti e citazioni in Moon Knight Episodio 6.

Ovviamente, proseguire la lettura potrebbe esser fonte di spoiler se non avete ancora visto Dèi e Mostri, ragione per cui sarebbe preferibile leggere questa caccia all’easter egg dopo la visione di Moon Knight Episodio 6. Il finale di stagione di Moon Knight non si limiterà ad offrirci un interessante capitolo finale, ma strapperà qualche sorriso complice ai conoscitori dei fumetti dell’eroe marveliano.

Moon Knight Episodio 6: citazioni e riferimenti

Dèi e uomini

Abbiamo temuto il suo arrivo per tutta la serie, ma infine Harrow (Ethan Hawke) sembra esser riuscito a liberata Ammit, la dea del giudizio, che si mostra in tutto il suo potere. Ammit ha fattezze da coccodrillo, ma la sua capigliatura ricorda quella sfoggiata dalla sua versione cartacea vista nella run di Lemire e Smallwood, dove era la direttrice del centro psichiatrico in cui era rinchiuso Marc. Ruolo che abbiamo nel precedente episodio, Asylum, esser interpretato dal suo avatar, Harrow.

La presenza del divino in Moon Knight è stata una linea guida importante, soprattutto legandosi alla necessità di un corpo umano ospite, un avatar. Non è un caso che alla presunta morte di Marc, anche Khonshu, una volta liberato dalla sua prigionia, cerchi nuovamente un avatar, sperando di trovarlo in Layla (May Calamawy), che rifiuta preferendo infine accettare la richiesta di Taweret, divenendo il tramite terreno della dea.  Considerato come i paramenti della dea e l’armatura che ricopre Layla in questa sua veste sfoggino lo scarabeo come animale totemico, viene da pensare che Layla diventi la versione del Marvel Cinematic Universe di un misconosciuto personaggio marveliano, Scarlet Scarab.

Comparso per la prima volta in Invaders #23 (1977), creato da Roy Thomas e Frank Robbins, Scarlet Scarab è l’identità eroica del professor Abdul Faoul, archeologo egiziano che aveva deciso di fondare un culto di seguaci degli antichi faraoni, con l’obiettivo di cacciare gli inglesi dall’Egitto. Nella sua vita fumettistica era stato una figura indecifrabile, a volte amico e altre avversario, ma sempre con a cuore gli interessi della sua nazione. Alla sua morte i poteri passarono al figlio, Mehemet, che si scontrò con Thor. Interessante notare come il cognome dei due personaggi cartacei assomigli a quello di Layla El-Faouly, il cui padre era un archeologo e che era solito chiamarla piccolo scarabeo. Ascoltando la puntata in lingua originale, si può anche sentire Khonshu appellarla con quel nomignolo, anziché il termine ‘formichina’ utilizzato nell’adattamento italiano.

Uno e trino

Per tutta la serie di Moon Knight abbiamo visto segnali che ci portavano a credere che Marc e Steve non fossero le sole personalità su cui Khonshu potesse contare. I blackout di cui entrambe le personalità sembravano soffrire sono stati infine spiegati con la presenza di Jake Lockley, terza e ben più letale personalità della tormentata psiche del personaggio.

Di questa terza parte della mente di Moon Knight abbiamo parlato nei precedenti episodi, come quando abbiamo segnalato la presenza di un terzo sarcofago nell’ospedale psichiatrico al termine del quarto episodio. La sua presenza in Dèi e Mostri conferma le teorie, mostrandolo non solo come il braccio violento di Khonshu, di cui persino Marc e Steve sono ignari, ma lo presenta nel ruolo di autista e violento esecutore del dio egizio. Jake guida una limousine che ricorda quella vista nella serie di Moon Knight realizzata da Warren Ellis e Declane Shalvey, mentre la versione di Khonsu in elegante completo bianco è un omaggio alla visione offerta da Lemire e Smallwood nella loro citata serie.

La presenza di Jake potrebbe essere un elemento che verrà sviluppato nel futuro del personaggio, magari fornendo anche a questa incarnazione della psiche di Marc un proprio costume. Nel caso, rivedremo di sicuro Marc e Steven, protagonisti di un emozionante abbraccio tra le sabbie del Duat che ha ricordato quello visto nelle pagine dei comics, quando Lemire ha raccontato l’addio di Marc alle sue personalità, saluto accompagnato da un tenero abbraccio a Steve.

La presenza di Jake all’uscita della clinica psichiatrica londinese in cui è stato rinchiuso Harrow non deve distrarci dal nome dell’istituto: Sienkiewicz Psychiatric Hospital. Il nome ricorda il celebre Bill Sinkiewicz, artista che ha contribuito a dare a Moon Knight il suo aspetto nei comics.  E sempre all’interno dell’ospedale, durante la fuga di Harrow, abbiamo modo di incontrare un QR Code, ma se negli episodi precedenti questi riconducevano a fumetti delle origini di Moon Knight, in questo caso il codice ci porta a una storia particolare contenuta in Moon Knight Annual #1, in cui il Pugno di Khonshu si scontra nientemno che con Kang il Conquistatore, l’annunciato villain della Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe, di cui abbiamo visto una prima versione nel finale di Loki.

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