My Best Friend’s Exorcism: un esorcismo teen su Prime Video

My Best Friend’s Exorcism è il nuovo titolo Prime Video che racconta di amicizia, problematiche adolescenziali e... esorcismi.

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a cura di Rossana Barbagallo

Una coppia di migliori amiche può esserlo ancora se una delle due viene posseduta dal demonio? My Best Friend’s Exorcism è il nuovo titolo Prime Video diretto da Damon Thomas in cui due ragazze che sperimentano le frustrazioni dell’adolescenza, devono vedersela anche con un altro tipo di inferno: quello letterale, da cui provengono i demoni che prendono possesso dei corpi umani. Un horror comedy che tuttavia è un po’ meno horror e un po’ meno comedy, ma che nella sfera teen potrebbe avere parecchio da offrire a un giovane pubblico in procinto di affacciarsi sul mondo dell’orrore (cinematografico, specifichiamo).

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My Best Friend’s Exorcism: la trama

Abby (Elsie Fisher) e Gretchen (Amiah Miller) sono migliori amiche, e sono unite da un rapporto che potrebbe tenerle strettamente legate anche quando Gretchen si trasferirà con i genitori in un’altra città. Prima che ciò avvenga, però, le ragazze organizzano una gita in una casa al lago insieme alle amiche Glee (Cathy Ang) e Margaret (Rachel Ogechi Kanu), alle quali si accoda anche il ragazzo di quest’ultima, Wallace (Clayton Johnson). Sotto l’effetto dell’ LSD procurata da Wallace, Abby e Gretchen si spingono più in profondità nel bosco, all’interno di un’abitazione abbandonata che si dice sia stata teatro di un sacrificio satanico. È qui che le due giovani trovano qualcosa di agghiacciante, riconducendo tuttavia quanto visto agli effetti dell’allucinogeno.

Con il passare del tempo Abby deve però ricredersi, quando Gretchen inizia ad avere comportamenti bizzarri culminanti in un’escalation terrificante, che va dall’autolesionismo al tentativo di omicidio delle sue stesse amiche. Qualcosa non va in Gretchen, che da dolce amica del cuore è diventata perfida e meschina anche verso Abby. In quella casa nel bosco Gretchen deve essere venuta a contatto con qualcuno o qualcosa e Abby, con l’aiuto del religioso maestro di fitness Christian Lemon (Chris Lowell), è decisa ad andare in fondo alla faccenda per aiutare la sua migliore amica a uscire da questo vortice di tormento.

Lacca, ouija e case nel bosco

Sulle note di Take on Me degli a-ha si apre My Best Friend's Exorcism che ci accoglie in questi anni '80, di cui è esploso un revival negli ultimi tempi, con immagini di poster di Boy George, ragazze che usano ettolitri di lacca e test su riviste per adolescenti. Il benvenuto è convincente, così come tutta l'atmosfera generale che permea il film di Damon Thomas tratto dall'omonimo romanzo di Grady Hendrix. La tendenza retro avviata con perizia e maestria da Stranger Things nel campo seriale ha trovato un terreno fertile nella narrazione dei topoi adolescenziali che strizzano l'occhio agli adulti di oggi. E si fa sentire discretamente anche in My Best Friend's Exorcism con una fotografia fresca e colorata e un utilizzo di costumi e scenografie piuttosto valido, benché siamo lontani dal realismo della produzione dei Duffer Brothers. Il concetto però è molto semplice e chiaro: ci troviamo in un periodo ben definito, con tutti i suoi valori e le sue convinzioni, e questo va a vantaggio degli autori che, nel costruire l'epoca anni '80 in cui sono calati i protagonisti, adotta anche un linguaggio cinematografico che richiama vagamente alcuni "teen horror" di quel tempo.

Il riferimento più evidente sembra essere quello a La Casa di Sam Raimi, con un approccio però più soft, smussato e meno orrorifico, quanto piuttosto orientato più verso tematiche critiche. C'è una casa in un bosco e c'è una presenza demoniaca in essa che prende possesso di una delle protagoniste, con esiti disastrosi per chi le sta attorno, rimarcando la vicinanza (o quantomeno il tentativo di omaggiarne la struttura portante) a quella pellicola in cui un giovane Bruce Campbell doveva vedersela con i suoi amici posseduti. Inevitabile poi che si arrivi al punto in cui anche L'Esorcista di William Friedkin faccia capolino in questo film (d'altra parte già il titolo ci dice che ci sarà un esorcismo), anche in questo caso però con soluzioni visive limate sugli aspetti più horror.

Sembrerebbe, insomma, che My Best Friend's Exorcism non intenda spingersi troppo in là sul terreno dell'orrore, il che è un peccato per il bacino di spettatori più adulto che accede a questo nuovo titolo Prime Video. Non c'è mai un climax nel terrore, le sequenze che vediamo sono abbastanza telefonate e i cliché adottati sono molteplici e scontati, per i più navigati nel genere: una tavola ouija con cui la presenza demoniaca comunica ai presenti; una casa abbandonata in una foresta dove sono stati compiuti atti blasfemi e dimora adesso di un'entità malvagia; il manifestarsi del maligno con gli effetti visivi e sonori di cui anni di cinema horror hanno abusato. Questo però non è necessariamente un autogol per My Best Friend's Exorcism, che con le sue scelte narrative e registiche si adatta maggiormente alla forma di un'eventuale ricezione teen e alla sensibilità di una generazione ancora troppo giovane per poter apprezzare immagini e suggestioni più orrorifiche. Il film di Thomas è perciò più nelle corder di una fascia di pubblico teen o young adult: horror, ma stemperato al punto giusto da poter essere fruito anche da chi non ha ancora gli strumenti adatti per approcciarsi al genere. È molto importante su questo versante anche il ruolo giocato dalle considerazioni che emergono nel corso del film, sull'adolescenza sì, ma anche sulla figura della donna o sul bigottismo americano di facciata.

Horror comedy a chi?

In effetti My Best Friend's Exorcism non ha tanto il volto dell'horror, se non come una maschera, un pretesto per parlare d'altro. Lo fa in maniera convincente? Sì e no. La pellicola di Damon Thomas spazia attraverso tematiche delicate, non senza una certa dose di rispetto, attraverso il linguaggio dell'orrore che diventa qui una nota critica e uno spunto di riflessione. MBFE ci parla della mancanza di figure genitoriali supportive o, in altri casi, della loro presenza ingombrante con valori religiosi che tengono conto più dell'apparenza che della vera sostanza (ricordiamo che le protagoniste frequentano tutte una scuola cattolica). Passa poi attraverso gli atteggiamenti verso l'omosessualità, la visione dello stupro come un'onta per la vittima e non un motivo di condanna per l'aggressore, l'idea che la donna sia una figura da vedere sempre e solo in relazione a quella dell'uomo. E approda infine nel mondo dei "mostri" quali autolesionismo, disturbi alimentari, paura nell'affrontare la propria sessualità. C'è talvolta e purtroppo un distacco emotivo dato dalla necessità di applicare il "filtro horror" a situazioni così delicate, ma c'è anche un approccio ponderato nel presentarle all'interno della narrazione che le rende le vere cause del nostro orrore e il motivo per cui continuiamo a rifletterci sopra anche dopo i cambi di sequenza.

Qualcosa in cui invece My Best Friend's Exorcism manca il bersaglio è la sua capacità di inserire momenti ilari al posto giusto, come vorrebbe la categorizzazione di horror comedy con cui il film viene presentato. Sul piano comedy il titolo mostra infatti una certa aridità di idee e guizzi: i momenti che potrebbero strappare un mezzo sorriso sono abbastanza esigui e scritti con poca inventiva. La presenza dei fratelli Lemon ad esempio, body builder con una fervida fede religiosa tanto da essere quasi dei predicatori, avrebbe potuto essere sfruttata maggiormente nel dare a questo horror comedy anche la sua giusta valenza ironica (in lingua originale, il gioco di parole "exorcise" ed "exercise" è già una trovata piuttosto geniale). L'occasione però viene giocata male e i bros non forniscono grossi motivi per guadagnarsi la nostra simpatia.

D'altra parte è rimarchevole invece il tema di sottofondo che dà vita al film e si trova sempre costantemente presente in esso: la determinazione data dall'amicizia e dal desiderio di perseguire il bene dell'altro ad ogni costo, anche addossandosi colpe immeritate o andando incontro a pericoli mortali. L'amicizia tra Abby e Gretchen è il motore che muove l'intera pellicola ed è significativo il contributo dato da Elsie Fisher e Amiah Miller nel metterla in scena con cognizione e decisione. Due giovani interpreti che, nonostante l'età, danno prova di una caratterizzazione eccellente e convincente e che speriamo di rivedere in altre produzioni. Voto complessivo: 6.