Oh My Goods!: la recensione

Oh My Goods! è un gioco di produzione risorse estremamente essenziale ma non per questo banale. L’espansione Longsdale in rivolta, non solo aggiunge nuove meccaniche ed un impianto di narrazione, ma abilita anche la modalità a singolo giocatore.

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a cura di Roberto Richero

Quando si pensa ad un gioco da tavolo (o di carte, come in questo caso) di produzione di risorse, ci si immagina tipicamente un prodotto ricco di materiali molto variegati e con un regolamento complesso. Oh My Goods! è la dimostrazione che in realtà, con una buona idea, si può creare un gioco di questo tipo con l’uso di un numero limitato carte, mantenendo la ricchezza del genere e limitando solo parzialmente la componente strategica.

In Oh My Goods! i giocatori sono artigiani del medioevo che, a partire da una semplice carbonaia, sviluppano una attività produttiva, con lo scopo di accumulare più ricchezza possibile. Il gioco si basa esclusivamente sulle carte che rappresentano, in una sola volta e a seconda delle situazioni, denaro, risorse, prodotti o edifici produttivi. Ogni turno di gioco rappresenta una giornata tipica dell’artigiano che, al mattino, si reca al mercato e, in funzione di quello che è offerto, decide come e cosa produrre. A fine giornata è completata la produzione e, se il giocatore ha accumulato abbastanza denaro, potrà decidere di espandere la propria attività.

I tre elementi del gioco

Il meccanismo di gioco si basa essenzialmente su tre aspetti: il primo è la produzione a partire dalle risorse base (legno, stoffa, argilla, minerali, grano); queste sono quelle presenti al mercato e permettono, combinate fra loro in molti modi diversi, di creare prodotti aggiuntivi (carbone, pelli, animali, mattoni e molto altro). Questi stessi prodotti possono poi diventare materie prime al fine di creare prodotti più elaborati e, ovviamente, dal maggior valore.

Il secondo aspetto del meccanismo di gioco sono gli edifici: questi possono generare un solo tipo di prodotto e quindi devono essere costruiti attuando una specifica strategia che consideri le dipendenze di risorse produttive (è inutile costruire un panificio che necessità farina, se non possiamo produrla). Gli edifici hanno inoltre la “catena produttiva”: una modalità di produzione speciale che permette di accelerare enormemente la produzione, in funzione delle carte che si hanno in mano.

Il terzo ed ultimo elemento riguarda cosa e come produrre: l’artigiano è infatti da solo e può produrre in uno solo dei propri edifici (a meno che assuma un assistente, che però ovviamente non è altrettanto efficiente) e si deve basare su quello che offre il mercato (definito casualmente ad ogni turno). L’offerta dei prodotti del giorno è effettuata in due momenti distinti e la decisione su come e cosa produrre deve essere presa fra questi due fasi, basandosi quindi su informazioni parziali. In caso il giocatore preveda che le risorse a lui indispensabili possano non essere presenti, ha la possibilità di agire sulla produzione per adattarsi a quello che ha… perdendo ovviamente in efficienza.

In generale

Il gioco si sviluppa in maniera molto lineare e con turni abbastanza semplici: si definisce la prima parte dell’offerta del mercato, si decide come e cosa produrre, si completa il mercato, si produce ed eventualmente si costruiscono nuovi edifici.

Nonostante questa semplicità, il gioco ha diversi elementi strategici e obbliga i giocatori ad operare scelte ben ponderate: una partita dura non più di una decina di turni ed ogni scelta ha un impatto sul risultato finale. La componente fortuna è abbastanza importante (sia per la definizione delle merci presenti al mercato, sia per le carte pescate) ma difficilmente tende a favorire/infierire su un solo giocatore. Nelle partite a quattro giocatori le centodieci carte sono un po’ poche; da una parte questo implica che spesso ci si ritroverà a rimischiare il mazzo degli scarti, ma dall’altra parte garantisce un rinnovo delle carte che mitiga ulteriormente gli aspetti casuali.

La prima espansione – Longsdale in rivolta

Il ruolo tipico di un’espansione è quella di ampliare il gioco iniziale, senza stravolgerne gli elementi fondanti. Longsdale in rivolta (la prima di due espansioni per Oh My Goods!, l’unica al momento localizzata in italiano) in realtà fa evolvere il gioco in maniera molto forte, pur rimanendo fedele all’idea originale.

Oltre a nuovi edifici, l’espansione introduce infatti la modalità narrativa che, attraverso carte aggiuntive, trasporterà i giocatori nella storia della rivolta della città di Longsdale, capitale del regno. La rivolta si svolge nell’arco di diverse partite, ognuna delle quale rappresenta un capitolo della storia; per ogni capitolo sono presenti due carte dedicate: una narrativa che spiega il canovaccio della storia, ed una che spiega il setup delle carte per la specifica partita.

Sono inoltre state aggiunte le carte evento: all’inizio di ogni turno si scatenerà casualmente un evento che introdurrà elementi nuovi nel gioco, obbligando ancora di più i giocatori ad adattare le proprie strategie.

L’espansione può essere utilizzata anche in modalità non narrativa (la così detta “Tutto Incluso”, teoricamente una volta completata la modalità storia); questo ovviamente per non relegare l’espansione ad un semplice addendum che può essere giocato un numero limitato di volte.

L’ultima, ma non per questo meno importante, novità introdotta dall’espansione è la possibilità di giocare in solitario: questa modalità è ovviamente garantita dalla possibilità di sfruttare gli obiettivi introdotti dalla modalità narrativa, ma ovviamente è valida anche con le regole del “Tutto Incluso”.

Conclusioni

Il gioco base si presenta come un’alternativa ben riuscita a giochi di produzione di risorse complessi e impegnativi (soprattutto in termini di tempo). Non solo può essere un buon filler, ma può aiutare ad introdurre giocatori meno esperti al genere. Le partite del gioco base tendono dopo un po’ ad essere ripetitive ma l’introduzione dell’espansione aggiunge varietà e longevità al gioco.

Le partite sono divertenti, anche se ovviamente, come in ogni gioco di produzione di risorse, l’interazione non è particolarmente viva.

Materiali

Le scatole del gioco sono di buon cartone e piacevoli per la scelta dei colori e delle illustrazioni. Se la scatola base lascia presagire un gioco “leggero”, l’espansione presenta una copertina un po’ di seria e cupa. Le carte sono standard ed i manuali sono di carta leggera, patinata ma non per questo di grande effetto qualitativo. Le illustrazioni sono molto semplici ma curate ed efficaci e l’uso dei colori ben studiato per creare facilità nello svolgimento del gioco.

Gioco indicato per

Il costo contenuto e la qualità generale rendono il gioco particolarmente appetibile per una vasta categoria di giocatori: non solo gli appassionati del genere che cercano un’alternativa light, ma anche giocatori più occasionali. Pur essendo caratterizzato da regole semplici e partite veloci, non è un party game ed infatti l’interazione fra partecipanti è minima