Ordinary Joe, anteprima della nuova serie NOW/Sky

Ordinary Joe, recensione in anteprima della nuova serie tv in onda dal 13 aprile 2022 su Sky e on demand su NOW.

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a cura di Valentina Savalli

Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra vita se aveste fatto scelte diverse o intrapreso una strada piuttosto che un’altra? I bivi nel corso della propria vita sono molteplici e lo sa bene il protagonista di
Ordinary Joe, la serie tv dai toni drammatici
prodotta da Garrett Lerner e Russel Friend, nonché produttori della famosa serie tv Dr. House - Medical Division, 

Ordinary Joe è una serie tv prodotta da 20th Television in collaborazione con Universal che potrete trovare su Sky Serie e Sky Now dal 13 aprile 2022, abbiamo avuto il piacere di vedere i primi 5 episodi in anteprima per parlarvene in questa recensione.

Le scelte di Joe

La vita è fatta di scelte e, a volte, un singolo momento può cambiarla per sempre. Lo sa bene Joe Kimbreau, personaggio protagonista di Ordinary Joe, interpretato da James Wolk, che ricorderete sicuramente per la serie tv Watchmen, che una volta laureato non sa che strada intraprendere. Dal giorno della cerimonia della laurea, la sua esistenza prende una piega decisamente inaspettata, dividendosi in tre universi paralleli che ci vengono mostrati nel dettaglio: nel primo scenario Joe è una rockstar affermata con tante luci e alcune ombre, è sposato con l’aspirante politica Amy Kindelán (Natalie Martinez, protagonista del film action Death Race del 2008) e affiancato da Eric Payne (Charlie Barnett), suo migliore amico e manager. La sua ex ragazza del college, Jenny Banks (Elizabeth Lail, Anna nella famosa serie tv Once Upon A Time), è diventata un’avvocata di successo, ma nasconde un segreto sulla vecchia relazione con Joe. 

Nel secondo scenario di Ordinary Joe, Joe è un pacato infermiere ancora legato sentimentalmente a Jenny: hanno un figlio, ma non sono più felici come un tempo. In questa realtà parallela, Amy è sposata con Eric, il miglior amico di Joe, diventato chef. Nel terzo scenario, invece, Joe è un eroico poliziotto, come il suo defunto padre, che dopo dieci anni dalla laurea incontra nuovamente Amy, diventata una politica affermata al fianco del deputato Diaz (interpretato da Adam Rodriguez, CSI - Scena del crimine). Jenny è invece un’assistente procuratore distrettuale: ha avuto un figlio da Joe, ma non gliel’ha mai rivelato.

La scelta di Joe cambia radicalmente non solo il suo destino, ma anche quello delle persone che lo circondano. Tutto sembra mutabile, ma in realtà non esistono scelte giuste o scelte sbagliate: non importa cosa possa essere accaduto o possa accadere, d’altronde la vita è sempre incasinata, a volte eccitante e a volte più difficile, ma l’unica certezza è che rimane sempre imprevedibile.

Ordinary Joe, analizzando la serie

Ordinary Joe, come anticipato precedentemente, narra le tre vite parallele del protagonista in base alle scelte differenti che avrebbe potuto effettuare nella sua vita. La serie si presenta in modo semplice e godibile: benché abbia una narrazione su tre livelli, tutti e tre i percorsi raccontati sono ben approfonditi, nessun dettaglio dei vari background viene tralasciato e anche l’approfondimento sulle vite dei personaggi secondari vengono scanditi da un ritmo abbastanza lineare.

Molto carini i tagli che suddividono le tre vite parallele, che vengono mostrati con un effetto visivo a vignetta che divide lo schermo in più parti, in modo da differenziare i livelli di narrazione ed essere più chiari allo spettatore. Il punto di forza di Ordinary Joe, però, è senz’altro la fotografia e l’utilizzo del colore: per suddividere i tre parallelismi, infatti, sono state scelte tre gradazioni di colore che danno modo allo spettatore di non perdersi durante la visione della serie tv, infatti la suddivisione viene mostrata in maniera netta con palette di colori orientati sul verde per rappresentare la vita da infermiere, tonalità blu per rappresentare le vicende del Joe poliziotto e, infine, palette dai toni caldi e aranciati per quanto riguarda la vita da rockstar.

Oltre che le differenti palette di colori, si possono notare anche tonalità chiaro scure per rafforzare le scene di determinati momenti salienti della serie: si possono notare maggiori penombre nei momenti ad alta carica drammatica e toni più soft con colori più accesi, invece, nelle scene che presentano vibrazioni positive. Insomma, tecnicamente è una serie ben realizzata e ben scandita, che rende chiari i percorsi di vita del protagonista allo spettatore.

Ordinary Joe, una serie un po’ sfortunata

Malgrado la buona realizzazione e l’ottimo lavoro dei produttori esecutivi Garrett Lerner e Russel Friend, in collaborazione con Matt Reeves che aveva in precedenza adattato il prodotto, la serie non ha ottenuto il risultato sperato: Ordinary Joe, infatti, dopo la realizzazione della prima stagione caratterizzata da 13 episodi dalla durata di circa 40 minuti ciascuno, subisce una cancellazione causata dai non soddisfacenti dati di ascolto negli Stati Uniti. 

Inoltre, oltre alla cancellazione, la serie non è stata fortunata nemmeno per quanto riguarda la realizzazione, infatti subì un forte ritardo durante le riprese, causato dalla pandemia globale di Covid-19, che doveva debuttare nel periodo 2019-2020 e che invece vide la luce solo l’anno successivo, andando in onda negli Stati Uniti dal 20 settembre 2021 al 24 gennaio 2022, per poi approdare in Italia dal prossimo 13 aprile, sulla piattaforma su Sky e on demand su NOW.

Riflessioni sulla propria vita

Un altro punto di forza di Ordinary Joe, però, è sicuramente la riflessione che dona allo spettatore: durante la visione dei primi 5 episodi ci si trova a osservare le scelte del protagonista, ma allo stesso tempo ci si interroga sulle scelte che invece noi abbiamo fatto durante il corso della nostra. Sembra quasi che lo spettatore, in un modo o nell’altro, possa rivedersi in uno dei tre scenari proposti, per poi porsi delle domande interiori, come se questa serie volesse, come obiettivo principale, portare lo spettatore a una riflessione sulle proprie vicende per poi riflettere su quello che si è fatto fino a quel momento. 

Una serie riflessiva, dunque, che porta ad analizzare le scelte che avremmo potuto o meno affrontare nel corso della nostra vita. Il messaggio che traspare, però, è sempre e solo uno: percorrere un percorso piuttosto che un altro porta sempre delle difficoltà, la vita non è mai quello che programmiamo ma quello che accade mentre cerchiamo di programmare.

Conclusioni

https://youtu.be/XPBj8sqgRT0

In conclusione questa serie merita la visione anche solo per gli spunti riflessivi che regala episodio dopo episodio. Sicuramente dopo aver visto Ordinary Joe i bivi che ci si presenteranno da ora in poi li affronteremo con meno impulsività, ragionando anche su “cosa potrebbe accadere se…?”, una sorta di What If?, ma senza supereroi.