Orrori di adattamento

Tra errori di comprensione, imprecisioni linguistiche e traduzioni frettolose, ecco alcuni dei più grossolani errori di adattamento arrivati sui nostri schermi, veri e proprio orrori di adattamento!

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a cura di Lorenzo Ferrero

Che piaccia o no, il doppiaggio italiano vanta una lunghissima tradizione di professionisti, probabilmente tra i migliori al mondo, che spesso migliorano addirittura la prestazione degli attori stessi. Ma una parte importante del lavoro è l'adattamento, ovvero la traduzione dei dialoghi di un determinato prodotto che vengono, appunto, adattati al labiale, nonchè alla lingua in cui vengono trasposti.

Purtroppo, nonostante un discreto livello di professionalità, alcuni prodotti vengono rilasciati sul mercato con grossi ed evidenti errori di traduzione e di adattamento, che ne rovinano sicuramente la visione. Vediamone insieme alcuni dei più conosciuti.

Futurama e "L'auto che era"

Iniziamo con un errore davvero incredibile, sia dal punto di vista dell'adattamento, che da quello della traduzione. Nell'episodio di Futurama intitolato "L'Auto che era", il robot Bender viene investito da una macchina con volontà propria, che lo trasforma, nelle notti di luna piena, in una macchina lui stesso, diventando "L'Auto che Era".

Se si guarda l'episodio, ci si rende conto che la definizione stessa di "Auto che Era" non ha il minimo senso! Il riferimento è, infatti, alla creatura mitologica del Lupo Mannaro, che mordeva le sue vittime trasformandole in lupi mannari a loro volta. In inglese, il Licantropo è tradotto "Werewolf"; infatti in Futurama abbiamo la "Werecar", ossia letteralmente "Auto Mannara". Abbiamo quindi non solo un errore decisamente grave di traduzione, ma anche di comprensione della storia! Sarebbe bastata un minimo di attenzione per rendersi conto di ciò che stava accadendo a schermo, evitando questo errore.

Star Wars e "La Guerra Dei Quoti"

Qua abbiamo una situazione decisamente meno "grave", ma comunque degna di attenzione: siamo alla fine degli anni '70 e al cinema arriva Guerre Stellari, il primo film di George Lucas dell'epopea cinematografica di Star Wars. In una delle prime battute del film, il giovane Luke Skywalker, parlando con Obi-Wan Kenobi, si rivolge a lui chiedendogli:"Tu hai fatto la Guerra dei Quoti?".

Ovviamente, è la guerra dei Cloni, anche perchè in originale la frase è:"You fought in the Clone Wars?", ma perchè l'adattamento è stato reso in maniera così bizzarra? La spiegazione che meglio regge è che non si aveva la minima idea di cosa fosse un clone e si è tradotto un po' a caso. Anche perchè, in generale, l'adattamento italiano di Star Wars non è così pessimo, soprattutto per l'epoca! Fener, Ian, Leila e tutti i nomi adattati in italiano sono un modo per cercare di dare una sonorità più familiare all'orecchio di una persona del nostro paese. Ma quello dei Quoti è davvero un mistero e ascoltato ancora oggi fa molto sorridere.

Breaking Bad e "A me non possono sparare"

Nell'Agosto del 2011, va in onda uno delle serie TV più incredibili della storia della televisione moderna: Breaking Bad. Sia che vi abbia entusiasmato, sia che non vi abbia convinto, è comunque degna di lode l'interpretazione di Bryan Cranston, passato da un ruolo comico come quello del padre di Malcolm nella serie omonima, ad uno decisamente diverso e drammatico come quello di Walter White. Nell'episodio intitolato "Cornered" (in italiano "Messi all'angolo"), in una discussione con la moglie, Walter dice:"Ti comunico che non mi stanno minacciando, Skyler. Sono io la minaccia. Se sparassero a chi apre quella porta morirei io? No. A me non possono sparare."

In quel periodo, Breaking Bad stava riscuotendo un successo planetario e l'adattamento e traduzione avveniva quasi in contemporanea, decisamente in fretta. E sicuramente, nessuno si sarebbe aspettato che una frase in particolare sarebbe stata iconica del personaggio di Walter White e che quindi la gente avrebbe fatto molta più attenzione a riguardo. Perchè in originale, il dialogo è così:"I am not in danger, Skyler. I am the danger! A guy opens his door and gets shot and you think that of me? No. I am the one who knocks!". Capite bene che, per quanto il senso della frase rimanga simile, il significato è decisamente più aggressivo. E' un errore davvero strano, perchè bastava tradurre letteralmente "Sono io quello che bussa [a quella porta]" è sarebbe filato tutto liscio.

Buffy e "Il maestro rosa"

La serie televisiva Buffy è forse una delle prime definibili "moderne", ovvero comprensive di diverse stagioni con trame orizzontali, talvolta intersecate tra loro e che è proseguita per molto tempo, nonchè uno dei primi successi a livello di ascolti anche nel nostro paese. Tuttavia, non è esente da errori di traduzione e adattamento. Nell'episodio "The Wish" ("Il Desiderio"), dopo che la protagonista si ritrova in una realtà in cui il fantomatico maestro è ancora vivo, abbiamo Angel che, da dietro una cella, dice:"Il Maestro rosa mi ha lasciato vivere per punirmi".

Se conoscete un minimo Buffy, sapete che il Maestro non è esattamente rosa, quindi già così fa un po' storcere il naso; in più, se vediamo la battuta originale, ci rendiamo conto che l'errore è decisamente più grave del previsto:"The Master rose. He let me live to punish me.". Per "Rose" non si intende il colore rosa, bensì il passato del verbo "to rise", ovvero "Risorgere".

Doctor Who e "La lacrima nella fabbrica della realtà"

Doctor Who è una delle serie di fantascienza più longeve della storia della televisione, tanto che nel 2013 è stato trasmesso in contemporanea mondiale lo speciale del cinquantesimo anniversario, ricevendo anche un doppiaggio in italiano in tempo record. Purtroppo, tutto il lungometraggio è costellato di errori davvero grossolani, ma quello che rimarrà nella storia dell'adattamento è quando il Dottore, interpretato da David Tennant, pronuncia la seguente frase:"Una lacrima nella fabbrica della realtà, può ricadere di tutto".

Se già di per se la frase non ha il minimo senso, sappiate che in originale la frase è:"A tear in the fabric of reality, anything could happen". Il problema, quindi, non è solo la parola "tear" che va tradotta con "strappo", ma anche la parola "fabric", che in inglese significa "struttura/tessuto". Se fosse stato tradotto in maniera corretta, la frase sarebbe dovuta essere:"Uno strappo nel tessuto della realtà, potrebbe succedere qualsiasi cosa". Un vero peccato che un'occasione importante come il cinquantesimo anniversario di una serie TV storica sia stato in parte "rovinato" da un adattamento pessimo.

Questi sono solo alcuni degli "Orrori" di adattamento e traduzione che sono presenti in molti prodotti televisivi e cinematografici nostrani. Sia chiaro, con questo articolo non si vuole denigrare il lavoro dei Doppiatori, che fanno un altro tipo di lavoro e si limitano a recitare, interpretare e leggere ciò che gli viene fornito sotto forma di copione e che con essi, purtroppo, non hanno quasi mai diritto di parola. Basterebbe un minimo di cura in più nella realizzazione di un prodotto audiovisivo per rendere perfetto il già eccellente doppiaggio italiano.