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Per amore di Monna Lisa, recensione: storia umana del furto del secolo

Per amore di Monna Lisa: racconto di un furto leggendario, tra storia e immaginazione. edito da Feltrinelli Comics.

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a cura di Manuel Enrico

Dietro ogni grande evento storico si nasconde un segreto, una vicenda umana che spesso non viene compreso nella Storia, quella che si studia e diventa la verità inattaccabile universalmente accettata. Eppure, è umano domandarsi quali siano state le vere intenzioni che smuovono persone comuni a compiere azioni, non sempre ideali, che li consegnano all’imperitura memoria. Chissà, ad esempio, quale sia stata la vera molla che ha spinto Vincenzo Peruggia a inizio ‘900 a compiere il furto del secolo, spingendolo a rubare La Gioconda dal Louvre, divenendo una figura indissolubilmente legata al mito del capolavoro di Leonardo. Fortuna vuole che questo avventuroso furto degno del famoso Lupin sia divenuto ispirazione per una delle coppie artistiche più apprezzate del panorama fumettistico nostrano, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, che hanno dato una propria chiave di lettura su questo rocambolesco furto con Per amore di Monna Lisa.

Edito da Feltrinelli Comics, Per amore di Monna Lisa è un’interpretazione di questa vicenda che non si focalizza solamente sul gesto fine a se stesso, ma punta a dare una contestualizzazione più ampia ed emotiva dell’evento. Per noi italiani, La Gioconda è divenuta quasi un casus belli con i cugini transalpini, che ha visto nell’assenza dai nostri musei del capolavoro di Leonardo un motivo di disprezzo verso i francesi, rei, secondo una convizione popolare, di poter mostrare nel loro museo più famoso un capolavoro italiano ingiustamente trafugato. Un’idea divenuta verità popolare, capace di riemergere periodicamente come parafulmine di altri dissapori, che non a caso Rizzo lascia emergere nella reinterpretazione dell’avventura di Peruggia.

Per amore di Monna Lisa: storia di un furto leggendario

21 agosto 1911. Il Louvre, celebre museo parigino, si risveglia privo di una delle sue opere più prestigiose, La Gioconda di Leonardo da Vinci, un’improvvisa assenza che mina la credibilità di un museo che già aveva dovuto fare fronte ad accuse di ‘misteriose’ sparizioni. Per il buon nome del Louvre e della culture francese, questo affronto deve esser immediatamente punito, trovando il colpevole di questo furto, decisione che porta a una caccia all’uomo senza eguali, che coinvolge anche i dipendenti del museo, tra cui l’italiano Vincenzo Peruggia. Lo stesso Peruggia che si scoprirà, pochi anni dopo, esser stato il vero artefice di questo furto divenuto mito.

Partendo da questa verità storica, Rizzo e Bonaccorso colgono lo spunto per presentare un racconto in cui la Storia lascia ampi spazi alla fantasia, alla ricostruzione emotiva di una vicenda che non manca di cogliere le sfumature più urticanti di una società parigina di inizio ‘900, in cui la grandeur nazionale viene mostrata anche nelle sue ombre. Non è un’invenzione che gli immigrati, compresi gli italiani, venissero visti come presenze sgradite, mal accettate e quasi ghettizzate, aspetto che in Per amore di Monna Lisa viene trattato con una delicata ma inconfondibile ritrattistica da parte del duo autoriale, che non mancano una stoccata alla visione coloniale tramite le parole di Jacques:

Da quando sono arrivato in Francia, sono circondato da tanti Goblier ogni giorno. Sono venuti loro a casa mia, in Guinea…ma forse non vogliono vedermi a casa loro

Un passaggio particolarmente intenso, dove l’espressività di Rizzo trova nell’interpretazione grafica di Bonaccorso una felice sinergia. Anche il nostro Peruggia, operaio del Louvre, si scontra quotidianamente con lo sprezzo monsieur Gobier, responsabile del museo, che non manca di ribadire la sua astiosa intolleranza nei suoi confronti perché italiano, offrendo al nostro connazionale una prima leva che lo spinge a compiere quel famoso gesto divenuto epica moderna. Una condizione personale che viene tratta con la giusta sensibilità da Rizzo, redendola delicatamente parte integrante della personalità della figura del Peruggia, che non nasconde di sentirsi un elemento estraneo della vita parigina:

Sai… a volte questa città sembra quasi che voglia scrostarci via

Usando un linguaggio stilisticamente contemporaneo e lontano dalle forme lessicali del periodo, Rizzo coglie le sfumature interiori dei personaggi e le trasmette al lettore di oggi, usando un linguaggio comune. La scelta di un vocabolario in linea con il periodo storico sarebbe stata ideale in una ricostruzione storica, ma il fine di Per amore di Monna Lisa non è il resoconto storico, quanto il racconto di una storia umana, tangenzialmente legata a un evento storico.

All’interno di Per amore di Monna Lisa la sparizione della Gioconda non è il fulcro della storia quanto un punto di partenza, palesata subito nelle prime pagine per poi avviare un’avvincente narrazione che si fonda su come questa scelta di Peruggia abbia colpito tanto la società quanto lo stesso ladro. Se la parte romanzata della vicenda ci racconta di un emigrato alle prese con le difficoltà della vita lontano da casa e costretto a rapportarsi con persone tutt’altro che accoglienti (tema caro alla coppia Rizzo-Bonaccorso), è la ricostruzione storica delle conseguenze del furto che trova nella ricerca delle fonti storiche e nel loro perfetto inserirsi all’interno del racconto la bellezza di questa pubblicazione. Come ben spiegato da Rizzo nella sua spiegazione-post fazione (non a caso intitolata Realtà, Finzione, Sogno) laddove alcuni passaggi sono stati ovviamente piegati alla necessità narrativa, gran parte di quanto letto sul periodo successivo all’atto criminale di Peruggia è basato su veri accadimenti, a dimostrazione di come questo gesto sia stato un evento epocale, capace di generare un dibattito sociale, specie in territorio italiano, che ha tramutato un ladro in un eroe nazionale.

Nella rivisitazione di Rizzo e Bonaccorso, questa componente personale di Peruggia diviene un romantico ritratto di un’anima lontana da casa, che vive la condizione di espatriato con una nostalgia della patria che muta in rimpianto e acida rabbia nei confronti di chi manifestamente lo disprezza. La percezione di questa visione del Peruggia traspare nei dialoghi con il suo amico Jacques, la si respira nelle espressioni rese magnificamente da Bonaccorso, che ci consegnano uno sconfitto che, per una volta, decide di prendersi la sua rivincita. Non sfugge come il gesto, palesata dalle parole del Peruggia come un atto di patriottica difesa dell’arte italiana, sia in realtà un atto di ribellione a una condizione personale tutt’altro che idilliaca.

Non manca, dietro questo avventuroso racconto, anche una presenza di elementi di riflessione particolarmente attuali, che vengono alimentati dalle parole di coloro che si trovarono all’epoca a dover spiegare questo gesto di Peruggia. Che si tratti della giustizia dei tribunali o di quella popolare, l’effetto di questo gesto eclatante ebbe ampie ripercussioni, andando ad alimentare un mito che dall’esecutore materiale del gesto si sposta sull’oggetto trafugato, dando, in un certo senso, ulteriore importanza all’opera e generando un dibattito a furor di popolo che vive ancora oggi. Non una recriminazione basata su fatti storici, ma su una percezione personale che, da elemento scatenante del furto, si rivela dimostrazione di come la mancanza di competenza e la mancata verifica dei fatti possano andare a detrimento delle nostre convinzioni, come Rizza fa dire al questore Tarantelli:

Preferiamo crogiolarci nell’ignoranza invece di informarci…specie se la conoscenza, a volte, va contro quello che vorremo sentire

Un modo diverso di raccontare la Storia

La condizione umana di Peruggia non traspare solamente da dialoghi ed eventi raccontati, ma trova una caratterizzazione impeccabile nel lavoro di Bonaccorso. Profondamente diverso per tenore narrativo rispetto a …A casa nostra o Salvezza (letture che vi consigliamo caldamente), Per amore di Monna Lisa è disegnato con un tratto visivamente più leggero, quasi caricaturale, in cui l’espressività dei personaggi viene acuita per questa particolare interpretazione di Bonaccorso, che deforma in modo affascinante prospettive e anatomie, giocando con particolare bravura sulla cinetica dei personaggi e sulla loro presenza scenica. Che si tratti di mostrare la sequenza del furto o la dimensione onirica di Vincenzo, Bonaccorso non manca di affascinare il lettore con una linea morbida, vivace, che viene impreziosita da una colorazione color seppia, che diventa un ottimo tramite per trasmettere l’idea di un evento antico.

Feltrinelli Comics pubblica Per amore di Monna Lisa in un volume brossurato, presentando al pubblico una lettura intrigante e avvolgente, in cui un dettaglio del passato di una delle opere artistiche più note della storia consente di godere di una vicenda umana agrodolce, presentata con una semplicità narrativa che rende questo fumetto adatto ad ogni lettore. Una lettura serena e leggera, che rapisce i lettori svelando una potenziale verità dietro uno dei capitoli più rocamboleschi della storia contemporanea.

Voto Recensione di Per amore di Monna Lisa



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Interpretazione avvincente di una realtà storica

  • - Bonaccorso realizza tavole stupende

  • - Post-fazione di Rizzo perfetta per inquadrare la vicenda storica

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Feltrinelli Comics pubblica Per amore di Monna Lisa in un volume brossurato, presentando al pubblico una lettura intrigante e avvolgente, in cui un dettaglio del passato di una delle opere artistiche più note della storia consente di godere di una vicenda umana agrodolce, presentata con una semplicità narrativa che rende questo fumetto adatto ad ogni lettore. Una lettura serena e leggera, che rapisce i lettori svelando una potenziale verità dietro uno dei capitoli più rocamboleschi della storia contemporanea.

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