Phantom Seer, la recensione del primo "oscuro" volume

Arriva finalmente anche in Italia, grazie a Edizioni Star Comics, il manga sovrannaturale in quattro volumi Phantom Seer.

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a cura di Giovanni Arestia

Arriva finalmente anche in Italia, grazie a Star Comics, il manga sovrannaturale Phantom Seer nato come one-shot e poi divenuto una miniserie dopo la pubblicazione su Weekly Shonen Jump che ha riscosso un discreto successo il quale tuttavia non ha impedito alla serie di essere improvvisamente cancellata. L'opera, scritta da Toto Goto e illustrata da Kento Matsuura, inizialmente era stata criticata in terra natale a causa di una storia pregna di topoi già abbondantemente visti in altre opere, tuttavia la narrazione e gli stupendi disegni hanno portato a far affezionare non pochi lettori. Scopriamone di più in questa recensione del primo volume di quattro.

Phantom Seer: una caccia continua contro gli spiriti maligni

Le vicende di Phantom Seer si svolgono in un Giappone moderno e avanzato e noi facciamo subito la conoscenza di una liceale di nome Riku Aibetsu dotata di una sfortunata e terrificante abilità: attirare a sé fantasmi o, meglio, spiriti malvagi. Dopo mille vicissitudini, ecco arrivare un altro studente, Iori Katanagi, nonché uno sciamano che si ritrova ad aiutare la povera ragazza per affrontare un fantasma che la perseguita. Da questo momento i due diventano compagni inseparabili, poiché Riku racconta a Iori delle altre battaglie spirituali che si svolgono intorno a lei. Purtroppo questo porta Riku a immergersi sempre più a fondo nel mondo degli sciamani, scoprendo la natura del suo potere e quanto possono essere pericolosi gli spiriti malvagi. A causa di questa abilità unica, viene usata dagli sciamani proprio per attirare i fantasmi così da poter essere esorcizzati. Quelli che ci troviamo a leggere sono scenari episodici in cui Riku, Iori e vari compagni vengono a conoscenza di uno spirito, lo tirano fuori dal proprio nascondiglio e lo esorcizzano.

Se questa sinossi vi dovesse, comunque, suonare alquanto blanda è perché, in tutta onestà, lo è davvero. Phantom Seer infatti ha un inizio decisamente banale e stereotipato, ma la sua narrazione migliora man mano che i capitoli avanzano, specialmente per quanto riguarda lo sviluppo di Riku e la descrizione degli obiettivi personali di Iori. Tutto questo viene rafforzato da disegni di altissima qualità realizzati da un ispiratissimo e geniale Matsuura. Dal momento che questa storia tratta il soprannaturale come tema centrale, i lettori vengono viziati da straordinarie tavole che mettono in risalto fantasmi dai dettagli grotteschi talmente ben disegnati da sembrare che da un momento all'altro possano divorare le pagine in cui sono presenti. L'accentuata e intensa espressività dei personaggi su sfondi scuri consente di mantenere sempre alto il pathos generale nonostante gli spiriti vengano rivelati con una certa rapidità nel corso dei capitoli. Conseguenza di quest'ultimo punto è l'azione che può essere breve, ma ciononostante il lettore viene ricompensato con delle epiche pagine singole o doppie che donano un climax crescente alla storia e danno ulteriore forza e senso alle battaglie.

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Una grande varietà di stili ben amalgamata

Al riguardo, Iori ha dalla sua la conoscenza della magia oscura con cui riesce a creare armi simili a ombre e, sebbene non sia di certo un concetto nuovo, il modo in cui i tentacoli oscuri si muovono attraverso le tavole e le pagine è uno spettacolo che va assolutamente osservato. Questa caratteristica migliora ulteriormente quando Iori evoca i suoi fantasmi personali che vengono controllati in maniera molto simile a quanto osservato in serie come Le bizzarre avventure di JoJo o Persona. Al di fuori dell'azione, comunque, i personaggi stessi hanno design nitidi e altamente dettagliati che ricordano proprio lo stile moderno ed elegante del mondo del sopracitato Persona. I personaggi principali, infatti, sono attraenti ed eleganti e tra questi spicca Kurose che sfoggia un abito di alta classe nonostante la presenza di una canottiera impreziosita da decorazioni molto curiose. Questa attenzione ai dettagli può essere osservata in tutto il volume, dai design degli spiriti fino ad arrivare ad alcune architetture ultraterrene come la casa di Iori.

I dialoghi e la narrazione in Phantom Seer scorrono in maniera molto lineare e le parti comiche sono efficaci per rompere, di tanto in tanto, le zone più oscure del racconto. Iori viene descritto come un eroe un po' riluttante e lamentoso, quindi per la maggior parte del tempo lo troviamo a lamentarsi del suo lavoro, per scoprire poi che in realtà ci trova gusto nell'esorcizzare continuamente spiriti maligni arrivando ad annoiarsi quando non ne trova qualcuno per un po' di tempo. Riku, invece, è l'elemento altruista del gruppo, ma anche quello che si caccia sempre nei guai. La maggior parte della commedia del racconto deriva proprio dalle sue reazioni all'eccentricità di Iori e compagni e in particolare quando crea dei siparietti alle varie bugie o contraddizioni del compagno d'avventure. Come la storia, anche il personaggio di Riku ha un inizio molto lento, che diventa più attivo man mano che impara a conoscere di più gli sciamani divenendo, quindi, un'ottima protagonista.

In conclusione

Nel complesso il primo volume di Phantom Seer è davvero interessante e spinge senz'altro il lettore a proseguire la lettura anche con i volumi successivi. L'inizio non è certamente dei migliori, ma lo sviluppo generale prosegue in maniera tanto rapida, quanto dettagliata, articolata e divertente. La tematica sovrannaturale, a sua volta, non è il massimo dell'originalità, ma l'impostazione da Battle Shonen classico permette anche una certa libertà al narratore e soprattutto al disegnatore, presentando e caratterizzando i personaggi, gli spiriti e i luoghi in maniera impeccabile. Il design, infatti, è il vero motore trainante dell'opera unendo scene d'azione, con elementi thriller, comici e mitologici in un modo decisamente impeccabile.