Proxima, recensione: il dramma spaziale arriva in Blu-Ray

Proxima è il terzo lungometraggio della Winocour ed è incentrato sull'astronauta Sarah Loreau (Eva Green). Ecco come si presenta il Blu-Ray e il film.

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a cura di Giovanni Arestia

La ricerca della vita su altri pianeti, oltre ad avere un importante scopo scientifico, è sempre stata fondamentale per dare un significato alla nostra misteriosa e, al momento, unica esistenza. Salire a bordo di un razzo diretto verso l'immenso e sconosciuto spazio non è poi così lontano dal dire addio alla vita. L'accostamento è forte, ma non tanto lontano dalla realtà, dato che in entrambi i casi si tende a guardare verso il cielo, aggrappandosi saldamente alla fede e all'idea che un giorno ci sarà la possibilità di rivedersi. Proprio a questa concezione si rifà Proxima, pellicola di Alice Winocour, che esplora il potere liberatorio dell'emancipazione ponendo sue due piani una donna che lascia la Terra e una ragazza che trova la propria identità in assenza di sua madre. In occasione dell'uscita del film in versione Blu-Ray grazie a Koch Media, ecco a voi una nostra analisi del film.

Proxima: due drammi e una missione spaziale

Proxima è il terzo lungometraggio della Winocour ed è incentrato sull'astronauta Sarah Loreau (Eva Green), un'astronauta francese che si prepara a trascorrere un anno ad allenarsi presso l'Agenzia Spaziale Europea a Colonia. È l'unica donna in questo programma ad affrontare il faticoso regime di addestramento ed è scelta come parte dell'equipaggio che intraprenderà una missione di un anno nell'oscurità spaziale chiamata Proxima, con l'intento che questa possa essere l'ultima missione della NASA prima che l'umanità vada su Marte.

Insieme al suo co-sceneggiatore, Jean-Stéphane Bron, Winocour collega abilmente l'alienazione di Sarah con quella di sua figlia, Stella (Zélie Boulant-Lemesle), che deve fare nuove amicizie mentre vive con il padre separato, Thomas (Lars Eidinger), fino al ritorno della madre. Nessuna delle due transizioni è priva di grandi sofferenze, eppure Winocour, essendo lei stessa madre di una giovane figlia, comprende i paradossi di un tale rapporto e come può limitare la crescita di una persona.

Fin da subito spicca la meravigliosa interpretazione di Eva Green che con il suo semplice sguardo riesce a irradiare le emozioni conflittuali che i suoi personaggi spesso cercando di sopprimere in tutti i modi. Una scena è emblematica, ovvero quando nel bel mezzo di una celebrazione Sarah viene informata che sua figlia ha perso un volo fondamentale che le impedisce di abbracciarla e salutarla. Questo è uno dei tanti casi in cui la Winocour mostra efficacemente la tendenza della vita a lanciare sentimenti contrastanti tutti in una volta, e lo sforzo con cui Green simula un sorriso per schermare la sua disperazione è assolutamente straziante.

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Anche se il film potrebbe essere presentato come un dramma spaziale, in realtà ha lo scopo di portarci in un viaggio psicologico e umano soprattutto dal punto di vista individuale di Sarah. Il film mette in luce la sua lotta come donna in un ambiente dominato dagli uomini, dove sembra che ci si aspetti da lei di più di quanto potrebbe essere per una controparte maschile. La sua storia ci porta anche all'interno della sua relazione con sua figlia e della sua fiducia in se stessa.

A differenza di molti altri film del genere, Proxima non arriva a mostrare eccessive competizioni tra colleghi e relazioni complicate fuori contesto, quindi, anche al costo di risultare ripetitivo, cerca di dare la giusta importanza agli sforzi psicologici di Sarah e della figlia Stella. Quest'ultima, infatti, è interpretata con sincera onestà e credibilità da una giovanissima attrice che emula il livello della più esperta Green. È testarda, riflessiva e soprattutto intelligente e queste caratteristiche le dimostra attraverso un profondo amore con la madre.

Tra stereotipi e quarantene aggirate

A completare il quadretto ci pensa un forte cast di co-protagonisti che include Sandra Hüller, Aleksey Fateev e persino Matt Dillon. Quest'ultimo in particolare è sempre un po' sfacciato nei suoi ruoli ma qui diviene necessario nei panni di una sorta di antagonista che risulta, però, anche fondamentale in un ambiente dove tutti devono dimostrare di essere una squadra forte. Ciò che purtroppo sorprende è come questo film si allontani dal dipingere vari personaggi secondari come cattivi nel momento preciso in cui ci aspettiamo che soddisfino le nostre aspettative pessimistiche. Ad esempio, lo stesso personaggio di Matt Dillon, Mike, mostra tutte le caratteristiche di un personaggio sessista che arriva a suggerire a Sarah di dedicarsi esclusivamente alla cucina, mentre non perde occasione per spiarla negli spogliatoi.

Ci saremmo aspettati un approfondimento più marcato del suo personaggio, ma quando viene gradualmente rivelato che lui è principalmente preoccupato per la sicurezza dei suoi compagni astronauti e che il senso di sfida verso la sua nuova collega non è altro che un modo per garantire la sua serietà, tutto viene a cadere. Purtroppo si osserva ancora la volontà di mettere in campo, anche inavvertitamente, gli stereotipi obsoleti delle donne sopraffatte dalle loro stesse emozioni che non riescono a controllare efficacemente.

A questo si aggiungono alcune scelte narrative poco coerenti che vanno a collidere anche con quanto osservato in questo difficile anno di pandemia, ovvero la rottura della quarantena obbligatoria prima di intraprendere il viaggio a causa di un crollo emotivo da parte della protagonista che non sopporta l'idea di non poter vedere la figlia ancora per molto tempo. Anche quando la regista ha spiegato il perché di questa scena durante il TIFF (Toronto International Film Festival) 2019, rivelando che un'astronauta le aveva ammesso di aver fatto la stessa cosa, non sono mancate le risate del pubblico. Esattamente un anno dopo quell'evento, è facile capire come ci sarebbe stato poco da ridere.

Dal punto di vista tecnico c'è poco da dire: le scene sono davvero meravigliose e poetiche. Il tutto è impreziosito dal direttore della fotografia Georges Lechaptois che ha sfruttato sapientemente la possibilità di girare alcune scene presso la struttura dell'ESA di Colonia e a Star City a Mosca. Molte delle parti più belle di Proxima amplificano sensazioni tattili essenziali, che si tratti del solletico di una coccinella che striscia sulla pelle, della carezza fluttuante di una madre e di una figlia in una piscina immobile e luminescente, o del contatto fantasma di due mani separate da un austero pannello di vetro. Il tutto è condito dalla colonna sonora di Ryuichi Sakamoto che accompagna perfettamente gli eventi, con brani emozionanti e perfettamente coerenti con le scene mostrate.

Come si presenta la versione Blu-Ray?

Finora abbiamo parlato esclusivamente del film, anche perché ovviamente è l'elemento cardine, ma c'è altro? Purtroppo no, perché il Blu-Ray di Koch Media non presenta dei contenuti extra, oltre al trailer del film. Proxima, comunque, è adattato a una risoluzione di 1080p a 24 frame al secondo che mostra un dettaglio e una definizione convincenti e un'ottima pulizia generale delle immagini.

I dettagli e le trame sono particolarmente nitide, non si registrano schiacciamenti, e la profondità dello sfondo è semplicemente perfetta, tale da non far rimpiangere per nulla l’esperienza cinematografica, specie se fruirete del film su schermi di dimensioni generose.  Nel complesso è un lavoro che gratifica la ricchezza e la varietà degli scenari del film, che dalle riprese sott'acqua a quelle a gravità zero, riescono a far immedesimare lo spettatore nella vita dei protagonisti. Nonostante i limiti del formato e la mancanza dell’HDR, riesce comunque ad essere un’alternativa più che dignitosa alle ormai sempre più presenti edizioni 4K di altri film.

Per quanto riguarda l'audio, questo è selezionabile sia in italiano che in inglese, entrambi nel formato 5.1 DTS-HD MasterAudio. Questo perde parecchio in qualità e in timbratura rispetto al formato 7.1, soprattutto per chi possiede un impianto home theatre professionale casalingo, ma è certamente più adattabile a tutte le sorgenti audio più comuni. Ottimo il sync labiale, praticamente mai fuori tempo massimo né in originale né in versione doppiata. Presenti, ovviamente, anche in sottotitoli in italiano fondamentali nelle parti recitante in diverse lingue come russo e tedesco. Dispiace, anche in questo caso, per la mancanza di sottotitoli in inglese per coloro i quali utilizzano i film per potenziare la propria conoscenza linguistica.

Per quanto riguarda la confezione di vendita del Blu-Ray di Proxima, questa segue lo standard delle edizioni FullHD quindi anche in questo caso osserviamo una semplice custodia blu con uno spazio interno contenente il disco del film. Nella parte frontale della copertina troviamo la locandina italiana del film impreziosita dai commenti positivi di alcune testate di settore, sul retro invece è presente la sinossi, tre piccoli frame della pellicola e tutte le varie e utili informazioni tecniche. Anche in questo caso segnaliamo ben poco piglio artistico nella creazione delle grafiche che adornano il disco, poiché è nulla più che l'immagine della copertina ridimensionata e adattata per il formato CD.

Conclusioni

In conclusione, Proxima mette in mostra una storia drammatica e matura con Eva Green che offre una delle sue interpretazioni migliori di sempre. Si tratta di una pellicola che mette in mostra uno studio umano meravigliosamente misurato delle relazioni, della forza interiore, del sacrificio e della pura determinazione. Non mancano delle debolezze narrative, alcune alquanto anacronistiche se confrontate con la realtà che stiamo vivendo, ma nulla che rovini particolarmente il film nel suo complesso. Ci saremmo aspettati qualcosa in più, invece, nei contenuti della versione Blu-Ray, soprattutto per quanto riguarda gli extra. Mancano riferimenti ai dietro le quinte o eventuali interviste al cast; ci saremmo aspettati questo e qualche altro eventuale contenuto.