Quantum & Woody: una stana, avventurosa coppia

Quantum & Woody, vita, morte e miracoli di una serie atipica, ma imperfibile, con due supereroi insuali ma dal fascino incredebile

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a cura di Giovanni Campodonico

Ci sono molti modi per sfidare una superpotenza, ma forse uno di quelli più efficaci è studiarla fino allo sfinimento, viverci dentro ed usare poi tutte le sue debolezze contro di lei. Nel 1988, l'ex editor in chief della Marvel, Jim Shooter, sapendo delle difficoltà economiche della casa editrice, proverà  ad acquistare la Casa delle Idee assieme a un gruppo di investitori, venendo però sconfitto all'asta dal magnate Ronald Perelman. Con un po' di soldi in mano, e la fiducia dei suoi compagni di avventura, Shooter fonderà così la Voyager Communications, una ditta con una sua personale casa editrice di fumetti, chiamata Valiant Comics, provando a sfidare una superpotenza...costruendone un'altra.

Nel 1991, la Valiant lancerà così sul mercato i suoi nuovi fumetti con un  buon successo di pubblico e di critica, che porterà alla neonata casa editrice numerosi primi, fra cui il prestigioso titolo di miglior casa editrice di fumetti americana (che avesse una presenza superiore al 5% sul mercato degli albi pubblicati negli USA), segnando la prima volta che l'onorificenza fosse stata assegnata a un editore che non fosse la Marvel o la Dc.

Quantum e Woody, una serie incredibile

Nel 1994, la Valiant verrà comprata dalla ditta di videogiochi Acclaim Entertainment, che aveva collaborato a più riprese con la casa editrice, pubblicando numerosi titoli legati ai titoli a fumetti Valiant (citiamo ad esempio lo sparatutto Turok, Dinosaur Hunter), che deciderà non solo di rilanciare tutti i personaggi già editi dalla Valiant in nuove testate, ma anche di provare a creare qualche personaggio nuovo.

E così lo scrittore Fabian Nicieza che in quel periodo era vicepresidente dell'Acclaim nonché editor-in-chief della sezione fumetti, chiamò al telefono l'amico Christopher Priest, veterano dell'industria sia come editor che come sceneggiatore, e gli chiese “Senti, ci piacerebbe che ci facessi una serie alla buddy cop come facevi alla Marvel con Power Man and Iron fist ci stai?”.  Priest ci pensò un po', e poi disse “Va bene, ma ai disegni se volete una cosa così, ci dovrebbe essere quello che disegnava Power Man and Iron Fist”. Nicieza fece due telefonate, e sulla barca di questa nuova serie salì anche il disegnatore in questione, Mark D. Bright, e con un team creativo al completo, la serie era pronta a salpare. Va bene, ma a salpare dove? Certo, si sapeva che l'idea era di creare una serie buddy cop, ma come gestirla? E di che cosa avrebbe parlato?

Priest e Bright si ruppero ben bene la testa finchè Mark non avanzò una proposta. “Senti, facciamo una serie con un protagonista bianco ed uno nero, ma per un volta la spalla comica è il bianco”. A Priest l'idea piacque, ed iniziò così la lavorazione al fumetto che sarebbe poi divenuto Quantum & Woody.  Con qualche ispirazione alla pellicola Chi non salta bianco è nascevano così due amici: Eric Henderson e Woodrow “Woody” Van Chelton.

Due eroi atipici

Eric era un ragazzo morigerato, forse troppo ligio alle regole ma molto dotato intellettualmente, Woody aveva un'anima da rockstar ed un'astuzia che gli veniva dalla strada. Per anni, i due saranno inseparabili, legati da un’amicizia quasi fraterna basata su un legame che andava oltre la pesantissima serietà di Eric, e l'ignoranza geniale di Woody, fino a quando, un giorno come gli altri, Woody deciderà di lasciare la scuola, e la vita di Eric, e non si farà sentire per ben 15 anni.

Nel frattempo, Henderson e Van Chelton senior, entrambi scienziati di fama e soci in affari, stanno vivendo un’esistenza appagante fino a che un misterioso incidente in elicottero non toglierà loro la vita ad entrambi, portando i loro figli ad incontrarsi di nuovo dopo tre lustri, al loro funerale. Peccato però che, essendo gli unici eredi della fortuna di famiglia, Eric e Woody diventeranno in breve tempo sospettati di aver orchestrato l'incidente per incassare l'eredità, e il duo sarà così spinto ad indagare per conto proprio per svelare il mistero, essere scagionato, e perchè no anche prendersi una vendetta in caso si fosse trattato per davvero di un omicidio.

Negli anni, Eric era diventato un militare, ed era quindi stato addestrato nel combattimento e nell'infiltrazione. Woody, aveva provato a sfondare come musicista, ma senza successo, ma di base aveva preso parte ad un bel po' di risse. Seguendo la scia di indizi, il duo si dirigerà al laboratorio dove i loro padri stavano lavorando al loro ultimo esperimento, e scopriranno che dietro all'omicidio c'era David Warrant, un'assistente di laboratorio, che riuscirà a chiudere i nostri all'interno di una macchina sperimentale che trasformerà i corpi di Eric e Woody in pura energia. Fortunatamente, prima di entrare nella macchina, i nostri avevano indossato un paio di bande metalliche trovate fra le cose dei loro padri, credendo potessero essere utili, ed in effetti si riveleranno cruciali, poiché solo indossando le bande, Eric e Woody potevano restare solidi.

A conti fatti, i nostri eroi scopriranno con grande sorpresa di aver ottenuto una struttura molecolare instabile, che donava alcuni vantaggi, come la capacità di lanciare raggi di forza concussiva per Woody, e quella di lanciare raggi laser per Eric . Peccato però, che se ogni 24 ore, il duo non avesse messo in contatto ambo le bande colpendole con forza (facendogli fare l'onomatopea simbolo della serie “Klang”), i loro corpi avrebbero semplicemente cessato di esistere.

Questo voleva dire che dopo 15 anni,e due vite completamente diverse, Eric e Woody erano costretti a restare non solo vicini, ma anche a collaborare sebbene si trovassero tutto sommato insopportabili diventando in seguito anche supereroi, in un albo che diventava così una sorta di La Strana Coppia a fumetti, ma anche qualcosa di molto di più.

Un impianto narrativo innovatio

A parte la premessa fantascientifica, e tutte le varie influenze più o meno palesi dell'albo, se a una prima vista Quantum & Woody sembrava una serie comica, in realtà il tutto era molto più sfaccettato, e con una smisurata attenzione ai dettagli. Parliamo un secondo delle identità segrete dei nostri: se Eric indossava un costume intero con mantello e cintura piena di gadget, usciva di scena dai luoghi dei reati con salti e piroette su aste di bandiere, Woody aveva con sè degli occhiali, un accendino, una Beretta e solitamente abbandonava la scena del crimine a piedi, o prendendo l'ascensore se il luogo del crimine si trovava in un appartamento all'ultimo piano di un grattacielo.

C'era quindi un raffinato gioco di spinte e controspinte diviso fra il prendere in giro tutti i vari tropi del genere supereroistico, senza però dimenticare di usare i tropi che funzionavano, dando vita ad un qualcosa che ovviamente era divertente, ma che non aveva paura anche di essere serio, e pieno di azione al fulmicotone. Inoltre, c'era sempre anche tempo per una digressione sociale, con alcuni commenti degli autori (entrambi particolarmente sensibili all'argomento) che venivano però sempre espressi nello stile della serie, con una sobria irriverenza, e perchè no anche con una leggera carica di metafumetto. Se nel numero 4, Quantum & Woody ci tenevano a far sapere la loro sull'uso delle imprecazioni, alla fine del numero 17, quando la serie venne cancellata (per poi essere riaperta, ma chiusa col numero 22), erano i personaggi stessi a dircelo, avvisati da una telefonata dell'Acclaim che ricevevano all'interno dell'albo.

Il tutto, disegnato da un Mark Bright in forma veramente smagliante, che aveva fatto evolvere il suo stile in un modo particolarmente interessante. Se il primo Bright infatti era un disegnatore estremamente pulito e sintetico, con delle chiare influenze anni 60 che spaziavano dai grandi del fumetto americano ai cartoni Hanna-Barbera più “seriosi” come Space Ghost, Bright arrivava su Quantum & Woody con un tratto sì sintetico, ma molto più sporco, in alcuni casi quasi abbozzato, creando così un effetto quasi ossimorico di sovrapposizione di vecchio e nuovo, di studiato e di buttato giù di pancia, catturando alla perfezione tutto il tono della serie.

Il tempo, terzo componente della strana coppia

Ma, oltre all'umorismo, oltre alla carica di personaggi strani e stramboidi, di capre potentissime (esatto, capre), quello che forse era uno dei tratti distintivi più interessanti di Quantum e Woody, era il suo particolare uso del concetto di tempo all'interno dello storytelling. Il fumetto si alternava fra flashback e flashforward, intermezzati da alcune vignette completamente nere con scritte bianche che ci davano un indizio su cosa stessimo per leggere, ma soprattutto sul “quando” stessimo per leggere. In un attimo era possibile che una scena d'azione si interrompesse per lasciar spazio ad un paio di pagine di una gag sulla vita da adolescenti di Quantum e Woody, oppure per mostrarci in anticipo le conseguenze di una scelta sbagliata del duo.

L'idea di questa struttura non lineare, venne a Priest quando, durante la stesura del primo numero della serie, il suo computer faceva le bizze, e continuava a spegnersi prima che lui potesse salvare il lavoro fatto costringendolo a scrivere la serie da capo ogni singola volta, e questa sorta di piccolo loop temporale analogico fu la scintilla che diede vita a questo stile particolare, che secondo il team creativo fu usato anche per evitare il solito modo trito e ritrito di presentare le origini dei supereroi. Il tutto avrà poi il suo culmine con una mossa molto coraggiosa, ma anche particolarmente rischiosa: come scritto poco sopra, la serie verrà cancellata con il numero 17, per poi tornare alle stampe undici mesi dopo. Tutto molto bello, se non fosse che per creare un po' di Hype per la serie, e per capitalizzare un po' anche il successo che Priest aveva avuto alla Marvel scrivendo la serie regolare della Pantera Nera, Quantum & Woody non tornerà con il numero 18, ma con il numero...34.

Questo numero speciale, ambientato nel futuro della serie, non solo era una palese parodia di un albo della Casa delle Idee (e dello stile particolare di narrazione di ambo i fumetti scritti da Priest), ma era anche uno sguardo in continuity su quello che sarebbe successo se avessimo continuato a seguire Quantum & Woody, sguardo che però non andrà lontano, visto che il fumetto non arriverà oltre il numero 22, 12 numeri prima dell'albo “Futuro”.

Se poi ci vogliamo mettere che l'Acclaim dichiarerà bancarotta nel 2004, chiudendo del tutto anche la sua sezione fumetti, potete ben capire come il futuro dei nostri eroi sembrerà esser particolarmente plumbeo, questa volta la cancellazione sembrava proprio definitiva. Ma come un fulmine a ciel sereno, nel 2005, un gruppo di imprenditori guidati da Dinesh Shamdasani e Jason Kothari ricompreranno i diritti delle vecchie storie targate Valiant e Valiant/Acclaim, pensando di poter riportare in vita la casa editrice, obbiettivo che raggiungeranno nel 2012, in quella che verrà chiamata L'estate della Valiant.

Una nuova vita per Quantum e Woody

Fra i molti personaggi rilanciati, ci saranno ovviamente anche Quantum & Woody che appariranno in un nuova versione scritta dal comico James Asmus e disegnata da Tom Fowler, in una serie di storie re-immaginavano i nostri eroi per un pubblico moderno, con tutta una serie di pregi e un buon numero di spunti interessanti, ma il dubbio rimaneva: era possibile se non completare, almeno dare un epilogo alla serie originale? La risposta, era sì. Nel 2014, Priest e Bright torneranno sulle scene con la miniserie in cinque numeri Q2; the return of Quantum & Woody, ambientata vent'anni dopo l'ultimo numero di Quantum & Woody, e che ci presentava un mondo diverso, ma ancora familiare. Certo, la chimica fra i due artisti non era più la stessa per loro stessa ammissione, ma il cuore c'era ancora tutto.

Basti pensare che, il libro si apre con un riassunto della storia dei nostri eroi decisamente fuori dal canonico:

“Quantum e Woody sono cresciuti insieme. Erano amici. Sono diventati supereroi. E non si sopportano”

Una schiettezza che i fan del periodo in cui Priest faceva l'editor ricorderanno molto bene (la tagline del fumetto di un personaggio di serie Z della Dc noto come il Condor Nero ideata da Priest  era letteralmente “Un tizio. Vola. Fa cose”), che i fan di Quantum & Woody versione 1.0 troveranno nello stile della serie, e che effettivamente dice molto di più su quello che sono Quantum e Woody, di quanto possa fare un lungo e noioso articolo. E questa, era una metarecensione. Q2 risulterà essere così una storia interessante, con una sensibilità molto moderna, e alcuni commenti sociali molto importanti e ben posti, ma anche ad una storia con una struttura narrativa piuttosto semplice, e con un finale che, sebbene sia molto commovente, se la cava con un paio di soluzione non troppo originali, risultando così un buon prodotto, ma nel parere di chi non scrive, non l'avventura migliore di Quantum & Woody.

Non è difficile rendersi conto che ricatturare il genio in bottiglia, quella chimica particolare che solo un grandissimo amore per il medium ed un’esperienza professionale vastissima unita alla voglia di fare qualcosa di davvero diverso, sarebbe stato impossibile per chiunque, ma se devo parlare col cuore, posso dire che è sempre e comunque bellissimo tornare a visitare Eric e Woody. Quantum & Woody è un progetto veramente fuori dagli schemi, non perché sia un unicum nel suo genere, le parodie dei supereroi, le storie con un duo di personaggi molto diversi l'uno dall'altro, e perché no anche le strutture narrative differenti esistono, esisteranno, e sicuramente nel grande panorama del fumetto ci sono state serie che sono state migliori di Quantum & Woody, però solo in una delle sue molteplici sfaccettature. Quantum & Woody si presentava come una serie ricchissima di spunti e di idee, ma che riusciva ad essere bilanciata sotto ogni suo aspetto, provando ad essere un po' segnale di stile, un po' fumetto umoristico, e un po' fumetto di supereroi.

Ma dividere questa serie in compartimenti, è veramente impossibile, perchè alla fine di tutto, siamo di fronte ad un qualcosa di talmente compatto che è molto più forte, molto più grande, molto più importante della somma delle sue parti, una serie con una formula difficile da apprezzare, ma che quando diventa un gusto acquisito, vi sarà impossibile dimenticare. Sono passati molti anni da quando ho letto Quantum & Woody per la prima volta, ma ancora adesso, non posso più leggere l'onomatopea “Klang”, senza sorridere, e pensare a loro.

Potete conoscere questi due strani eroi recuperando il primo volume di Quantum & Woody: Nuova Serie