Recensione: I Luoghi di Lovecraft, una Lonely Planet anni ’30 per il Solitario di Providence

Da Arkham a Dunwich, da R’lyeh all’onirica Celephais, I luoghi di Lovecraft si rivela a ogni pagina come una semiseria Lonely Planet d’epoca, ideale per avventurarsi da turisti negli abissi più innominabili inventati dal visionario di Providence.

Avatar di Davide Vincenzi

a cura di Davide Vincenzi

I Luoghi di Lovecraft, pubblicato da Edizioni NPE, è una guida turistica semiseria e ricca di ironia ai luoghi, più o meno immaginari, in cui sono ambientati i più celebri racconti di H. P. Lovecraft.

Questo bellissimo volumetto rilegato, che anche nell’aspetto richiama alla memoria pubblicazioni di altri tempi, con il suo stile scorrevole, nonostante il datato registro linguistico giustamente impiegato nella stesura, sa magistralmente condurre con ironia il lettore/viaggiatore attraverso le più importanti mete lovecraftiane, siano esse di questa terra o delle Terre del Sogno.

A cura di N.

A quanto pare, si deve ringraziare niente di meno che il Caos Strisciante, Nyarlathotep in persona (o in avatar o in una delle sue mille incarnazioni, fate voi…), per la realizzazione di questa particolare guida turistica.

Gli autori, infatti, nell’introduzione al libro hanno sapientemente giocato con i Miti, declinandola come se fosse stata scritta dall’emissario degli Dei Esterni in persona. Veniamo dunque a sapere che questo dono letterario del Faraone Nero è in realtà una delle sue infinite macchinazioni: cosa c’è di meglio di una guida turistica per indurre l’umanità a viaggiare in luoghi che non potranno che condurli alla follia?

Una guida esaustiva

Divisa per aree geografiche, questa guida non si limita a descrivere a grandi linee le principali destinazioni del turismo lovecraftiano, ma per (quasi) tutti i luoghi fornisce precise indicazioni su quali monumenti, edifici o zone della città visitare, dove alloggiare e dove mangiare i migliori piatti tipici locali, oltre a fornire anche alcune indicazioni su dove fare shopping e recuperare qualche souvenir della vacanza. Sempre che riusciate a tornare a casa sani di mente, o per lo meno vivi.

I Luoghi di Lovecraft inizia con il presentare le città del New England più significative per questa nuova forma di turismo letterario. Innsmouth, Arkham, Dunwich e i loro dintorni sono certamente mete ovvie, così come Kingsport, ma la presenza nella guida di città come Providence, Newburyport e Salem fornisce un quadro completo delle folli bellezze che quest’area degli Stati Uniti può regalare al viaggiatore in cerca di un pizzico di orrore.

La guida ci porta poi di sfuggita nella vecchia Europa, più precisamente a Parigi, dove gli autori consigliano di andare a visitare la casa del famoso violinista Erich Zann, la cui musica è al centro di uno dei racconti di HPL.

Alcune località peculiari del nostro pianeta, come le Montagne della Follia in Antartide (imperdibile il Centro Educativo degli Antichi), l’isola di R’lyeh, dove se siete (s)fortunati potrete fare la conoscenza del Grande Cthulhu in persona e la Città senza Nome, persa nel deserto del Rub' al-Khali, sono le ultime mete descritte, prima di lasciare il mondo della veglia e addentrarci nelle Dreamlands.

Non i soliti posti

La guida prosegue, quindi, nel descrivere i luoghi delle Terre del Sogno più meritevoli a essere visitati per una vacanza fuori dal comune. La splendida città di Celephais, il terribile Altopiano di Leng e ovviamente la città di Ulthar, in cui i gatti sono sacri, sono solo alcune delle mete proposte. Anche in questi casi, gli autori non lesinano in consigli su cosa vedere e dove rifocillarsi.

Infine, a dimostrazione di quanto questa guida sia completa, non mancano alcune ricette tradizionali delle squisitezze locali delle varie mete proposte e un piccolo dizionarietto contente alcune frasi negli idiomi locali, essenziali quando si viaggia in luoghi così pittoreschi. Una frase utilissima al ristorante, ad esempio, è: “C’è un occhio nel mio piatto, posso parlare con lo chef?”; con questa guida saprete che il modo corretto di porre la domanda è: “B’lb Ph’nok mglw’tak! F’nkl Ch’f?”.

Ironia e citazioni, una ricetta vincente

I Luoghi di Lovecraft riesce magistralmente a “spacciarsi” per una guida turistica dei primi del Novecento, grazie al grande impegno profuso dagli autori nell’utilizzare un registro sufficientemente antiquato per essere credibile e al contempo uno stile leggero e scorrevole grazie alla cospicua dose di ironia infusa in queste pagine.

Numerosissimi, ovviamente, i riferimenti alle opere originali del Solitario di Providence, ma non mancano nemmeno spunti e citazioni provenienti da alcuni supplementi delle precedenti edizioni del gioco di ruolo de Il Richiamo di Cthulhu (giunto ora alla sua settima edizione, di cui potete leggere la nostra recensione).

I lettori più attenti, inoltre, potranno trovare una serie di altre simpatiche citazioni che strizzano l’occhio ad altre opere mainstream per la cultura pop.

Per citarne un paio, personalmente ho molto apprezzato, nella sezione di testo relativa ai volumi contenuti nella biblioteca della Miskatonic University di Arkam, il riferimento al De Vermis Mysteriis e al racconto Jerusalems’s Lot di Stephen King (a sua volta un omaggio dello scrittore allo stile di Lovecraft e contenuto nella raccolta A Volte Ritornano). Un'altra citazione che mi ha strappato un sorriso, è stata quella relativa al Joker, nel paragrafo relativo al Manicomio di Arkham.

Le altre, scopritele da voi.

Il prodotto editoriale

Anche dal punto di vista meramente fisico e visivo, I Luoghi di Lovecraft passa l’esame a pieni voti.

Fisicamente, tutto, dalla rilegatura con copertina rigida in imitlin, che ben imita le copertine in tessuto dei primi del Novecento, alla carta utilizzata, rimanda a un volume degli anni ’30 e aumenta l’immedesimazione del lettore. Se proprio dobbiamo essere pignoli, abbiamo sentito la mancanza di un nastro segnalibro che avrebbe dato un ulteriore tocco di pregio al prodotto.

Graficamente parlando, il libro è ricco di splendide illustrazioni e fotografie in bianco e nero che ne arricchiscono le pagine e contribuiscono a restituire la sensazione di “testo antico”.

Di buon livello anche l’editing, pochi infatti i refusi emersi durante la lettura.

Concludendo

I Luoghi di Lovecraft, grazie alla cura con cui è stato realizzato, è sicuramente un volume che ogni appassionato del Solitario di Providence vorrà avere nella propria collezione.

Una lettura di svago che grazie agli ottimi contenuti, arricchiti da una spiccata dose di ironia e da uno stile più che piacevole, farà sorridere e viaggiare con la mente tutti coloro che si getteranno tra le sue pagine. È un piacere perdersi alla ricerca di tutte le simpatiche citazioni.

Sebbene si rivolga maggiormente agli estimatori di HPL, può fungere anche una lettura propedeutica per chi non ha mai sfogliato le pagine di un racconto di Lovecraft.

Infine, può risultare anche un simpatico accessorio da usare per chi, come noi, ama cimentarsi con il gioco di ruolo de Il Richiamo di Cthulhu.

L’unico lato negativo, che poi negativo in realtà non è, è che avremmo voluto godere della descrizione di qualche luogo in più, come il Lago Hali e la perduta città di Carcosa, giusto per fare un esempio.

In ogni caso, chi viene con noi a sciare sulle Montagne della Follia?