Un rinnovamento a metà

C'era una volta Mazinga, e c'è ancora. Il nuovo film è tutto sommato godibile, grazie a una realizzazione tecnica di alto livello e ad alcuni passaggi ben riusciti. Cerca l'equilibrio tra il fan service e il nuovo pubblico, riuscendoci però solo n parte.

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a cura di Tom's Hardware

Mazinger Z anime 2017 image 110[1]

Per un adulto è comprensibile come si usino technobabble per spiegare qualcosa di impossibile e inconoscibile, ma per la mente candida di un'infante quelli saranno forse momenti noiosi in vista delle purissime scazzottate tra robot, e forse va bene anche così: in fondo perché adattarsi al filone contemporaneo di shonen con poca anima, se si ha qualcosa da dire?

E in aggiunta viene anche ripresa ed esplorata più a fondo la dicotomia uomo-demone che da sempre ha impregnato l'elemento etico dell'anime, costringendo Koji alla riflessione ultima sulla problematica morale, che condurrà a un epilogo davvero molto sentito e a una chiusura in termini di regia praticamente perfetta. Mazinga Z Infinity rappresenta in conclusione il ritorno in grande stile dell'icona massima dei mecha, nuovamente in azione per difendere l'umanità, con le stesse armi di un tempo, la stessa grinta e la stessa passione di quarant'anni fa.

Mazinga Z Infinity poster black[1]

Che dire quindi di questo Mazinga Z Infinity? Siamo di fronte a un'opera celebrativa fatta a uso e consumo dei fan. La volontà di aprirsi alle nuove generazioni è evidente, con una protagonista nuova e giovane, ma anche nel character design e temi che vogliono essere "maturi e adulti" come da fantascienza anni 90-2000 piuttosto che 70-80. Volontà che, a mio avviso, non viene troppo premiata nell'economia del film che resta quindi a metà tra omaggio e svolta, tra esplosioni e spiegoni scientifici, tra turbe dei protagonisti che vogliono uscire dalla loro bidimensionalità e il tempo effettivo di un'ora e mezza.

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Go Nagai non è nuovo a reinventarsi il suo universo narrativo, ma forse in questo caso, andava fatto in maniera totale con coraggio; coraggio che sicuramente in Toei non sarebbe stato apprezzato e che rende questo film una macchina da soldi sicuramente efficace ma che non riesce a soddisfare lo smaliziato fan di anime della nuova generazione, né tanto meno (o almeno non del tutto) il vecchio quarantenne cresciuto a pane e robottoni, visto anche un finale "alla Dragon Ball" che lascia interdetti.

Omar Serafini

Classe 1965, è laureato in Ingegneria Elettronica e in Scienze della Comunicazione, con una tesi sulla Storia e critica della filmografia di Godzilla del periodo Showa. Ha curato molti prodotti dedicati al genere kaiju eiga, e ha collaborato con Fantascienza.com, e Università dell'Insubria di Varese nell'ambito dei seminari Scienza & Fantascienza. Nel 2011 crea il podcast FantascientifiCast (Facebook - Twitter), già vincitore di diversi riconoscimenti. Potete seguire Omar su Twitter.


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