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Reckless: il nuovo pulp di Brubaker e Phillips

Ed Brubaker e Sean Philllips raccontano l'Amercia degli anni '80 con Reckless

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Ed Brubaker e Sean Philllips raccontano l'Amercia degli anni '80 con Reckless

Se non avete mai letto una storia firmata dalla premiata ditta Brubaker-Phillips, vi state probabilmente perdendo una delle coppie artistiche più riuscite del mondo dei comics. Che due artisti riescano a lavorare bene assieme è auspicabile, ma che si formino sodalizi baciati da un’incredibile sinergia come nel loro caso è, per noi lettori, una vera benedizione. Una fortuna che ha trovato una nuova manifestazione in Reckless, ultimo capitolo di questo sodalizio artistico che viene pubblicato da Panini Comics.

La collaborazione tra Ed Brubaker (noto anche come uno dei migliori autori di Capitan America) e Sean Phillips nasce all’insegna del crime. Gli estimatori del duo sono consci dell’incredibile lavoro svolto con la serie Criminal, ampliata da graphic novel spin off (Un Brutto week end, I miei eroi sono sempre stati tossici e Un’estate crudele), dimostrazione come sia possibile declinare anche all’interno del medium fumettistico una narrativa poliziesca acida e spietata. Sono evidenti le ispirazioni di una grammatica narrativa mutuata dal cinema di genere, tipico degli anni ’70, in cui non sono presenti eroi ma personaggi borderline, vittime prima ancora attori attivi delle vicende narrate. Una concezione che trova piena espressione in Reckless.

Reckless: l'America ribelle degli anni '70

Non paghi di avere dato vita a un grandioso affresco criminale con Criminal, Brubaker e Phillips sono ora pronti a offrire una diversa prospettiva, affidandosi maggiormente ai presupposti del pulp. Come accennato, non ci sono eroi, ma persone concrete, quasi sempre degli sconfitti che si ritrovano a dovere vivere in un mondo in cui si sentono dei pariah, degli estranei. La chiave di volta di Reckless è prendere questi elementi tipici della narrativa noir, resa celebre da nomi come Stout e Chandler nella prima metà del ‘900, e traslarla nell’America a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Scelta intrigante, che consente di apprezzare come alcuni tratti, specialmente il senso di ineluttabilità e di perdita, sia condiviso tra questi due periodi storici.

Gli States di fine anni ’70 sono una polveriera pronta ad esplodere. Dalle ferite del Vietnam alla lotta per i diritti sociali della popolazione afroamericana, senza dimenticare la crescente sfiducia nelle istituzioni specie da parte di coloro che cercano una vita meno ligia alle regole e più libera. Un pericolo per chi, come l’F.B.I., si ritrova a dovere indagare all’interno di questi ambienti sovversivi, ricorrendo a giovani agenti da infiltrare.

Un ruolo rivestito anche da Ethan Reckless. Un predestinato, figlio di un altro funzionario dei servizi segreti che per evitare al figlio il pericolo della leva obbiligatoria in Vietnam riesce a farlo inserire come giovane agente sottocopertura presso l’F.B.I. Tramite questo incarico, Reckless entra in contatto con gli ambienti della sinistra radicale, inizialmente per carpirne i segreti, ma infine trovando nelle loro idee un differente punto di vista che lo spinge a vedere il mondo sotto una luce differente.

Ferito da un’esplosione durante la sua ultima missione, Ethan viene colpito da un’amnesia, che gli preclude i ricordi degli ultimi giorni del suo incarico, ma che non gli ha privato la memoria del suo innamoramento per una giovane attivista.

È proprio questa giovane a cercare Ethan, anni dopo gli eventi. Reckless nel frattempo si è definitivamente allontanato dagli incarichi governativi, disilluso dalle menzogne del suo stesso Paese, ed è divenuto un investigatore privato. In questa sua veste viene incaricato dalla sua ex fiamma di recuperare una sua proprietà, una discreta somma di denaro frutto di una rapina, che il suo ex socio non intende spartire. Afflitto dai sensi di colpa, Ethan Reckless decide di aiutare la donna, venendo coinvolto in una storia che lo porterà ad affrontare nuovamente il suo passato, tra scazzottate feroci e rivelazioni esplosive.

Con Reckless, Brubaker e Phillips decidono di lanciarsi in una detective story amara, che non si limiti a raccontare un’avvincente storia di intrighi e tradimenti, ma che sia anche uno specchio dell’America del periodo. La disillusione di una generazione e la volontà di sfuggire a certe dinamiche imposte dall’oramai morente American Way sono parte integrante di questo primo capitolo delle avventure di Ethan Reckless, che viene presentato come un figlio del suo tempo.

Disilluso, cinico eppure ancora capace di chiedersi dove stia andando la sua generazione, Ethan è un uomo che non accetta imposizioni, animato da un proprio codice morale. Sfruttando le didascalie come flusso di coscienza, Brubaker trasforma la coscienza di Ethan in una fotografia della società americana del periodo, rende il suo vissuto il ritratto di una società contraddittoria e venata di ipocrisia, che trova la propria natura nei diner sudici delle lunghe highway o nei ritiri solitari di criminali collusi con il potere.

Nessun eroe, solo perdenti

Non male come primo episodio di una, si spera, lunga saga, che in America è già arrivata al suo terzo capitolo. Brubaker mostra di avere ben recepito la lezione dei maestri del genere, ogni elemento della tradizione pulp e noir trova il suo giusto spazio, dal passato tormentato del protagonista alla presenza di una spalla antitetica, che ne sia al contempo custode e coscienza. Lasciandosi anche ispirare da un certo gusto cinematografico del periodo, con una costruzione narrativa che ricorda le pellicole crime del periodo, cogliendo i giusti tempi per introdurre e consolidare gli elementi strutturali del personaggio di Ethan Reckless, dalla segreteria telefonica al suo particolare ufficio.

Con una felice intuizione, Brubaker costruisce la personalità di Reckless giocando su due piani, l’intimo, tramite le citate didascalie, e la percezione che hanno gli altri. I dialoghi sono fondamentali sotto questo aspetto, fanno trapelare la sensazione che Ethan sia una sorta di leggenda metropolitana, un numero a cui rivolgersi in caso di bisogno. Che si tratti della verve con cui viene scosso dall’assistente Anna o il modo in cui viene sagacemente irretito dalla sua amata Rainy, vera femmes fatale, ogni parola nasconde un attento gioco di contrappunti tra la sensibilità di Ethan, la sua visione del mondo, e come invece il mondo vede lui.

Complice l’ottimo lavoro di Sean Phillips nel ritrarre al meglio i protagonisti, con un tratto ruvido, utilizzato per costruire un racconto visivo che sembra rifarsi a un’impostazione quasi cinematografica, che nelle scene d’azione arriva al punto di cogliere istanti particolari che enfatizzano la vis narrativa quasi fossero un fermo immagine. Arricchito dalla colorazione di Jacob Phillips, che trova la giusta palette cromatica per trasmettere l’atmosfera della calda California, riuscendo a creare una serie di contrasti con momenti di pace notturna in cui aleggiando tinte più pacate, giungendo sul finale a prediligere una colorazione più acida e greve, quasi a voler enfatizzare la rivelazione sorprendente.

Un colpo di scena che trova una perfetta interpretazione sotto ogni aspetto, consegnandoci un epilogo degno di un grande pulp, con un Ethan Reckless conscio di sé, del suo recuperato passato e pronto a calarsi in una nuova avventura.

Voto Recensione di Reckless



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia perfettamente scandita - Ethan Reckless è un personaggio carismatico - Un primo capitolo convincente per una nuova saga

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Non male come primo episodio di una, si spera, lunga saga, che in America è già arrivata al suo terzo capitolo. Brubaker mostra di avere ben recepito la lezione dei maestri del genere, ogni elemento della tradizione pulp e noir trova il suo giusto spazio, dal passato tormentato del protagonista alla presenza di una spalla antitetica, che ne sia al contempo custode e coscienza. Lasciandosi anche ispirare da un certo gusto cinematografico del periodo, con una costruzione narrativa che ricorda le pellicole crime del periodo, cogliendo i giusti tempi per introdurre e consolidare gli elementi strutturali del personaggio di Ethan Reckless, dalla segreteria telefonica al suo particolare ufficio

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