Red Theatre di Chise Ogawa, la recensione

Red Theatre è l’ultimo manga di Chise Ogawa a sbarcare in Italia, grazie a J-POP.

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a cura di Beatrice Villa

Red Theatre è l’ultimo manga della famosa autrice di BL Chise Ogawa a sbarcare in Italia. Pubblicato da J-POP, Red Theatre è un volume autoconclusivo, dai toni psicologici che riportano alla mente Caste Heaven.

“Devi ballare. Ballare con le tue scarpe rosse finché non diventerai debole e pallida, finché la tua pelle non si ringrinzirà come quella di uno scheletro.”

Red Theatre: benvenuti a Parigi

Ci troviamo a Parigi, la città della moda e del lusso sfrenato. Yuri è un giovane bellissimo, dall’aspetto androgino che, dopo la morte della madre, decide di prendere le redini della compagnia di moda Abalkin, un brand particolarmente rinomato nel settore di moda, che deve la sua fama soprattutto a delle importanti scarpe da donna, eleganti e costose, la cui caratteristica più evidente è il tacco a spillo. Yuri è votato al suo lavoro: durante il giorno si dedica a organizzare sfilate di moda, eventi promozionali, interviste mentre di notte non si fa scrupolo a usare il suo corpo, magnetico e lussurioso per intrattenere i suoi sponsor, tutto a unico beneficio e vantaggio del marchio.

Adam è giunto a Parigi da ragazzino. Dopo essere rimasto abbagliato dalle luci del palcoscenico, su cui danzavano nude delle ragazze che indossavano eleganti scarpe con tacchi a spillo, decide di diventare un calzolaio, con il sogno di creare un giorno, una linea di scarpe tutta sua, in grado di esaltare la bellezza di chi le indossa. Una possibilità che gli viene data da Yuliya, la fondatrice di Abalkin e madre di Yuri. Per realizzare il suo sogno Adam non esita ad andare a letto con Yuliya, a farsi sfruttare e a permettere alla donna di utilizzare il suo marchio a nome suo, tutto per la sua brama sconfinata per la bellezza.

Quando Yuliya muore per un incidente, Yuri decide che sarà lui a indossare le creazioni di Adam al posto della madre. Yuri si trasforma ben presto in una marionetta nelle mani di Adam, e il suo ruolo è quello di fare parlare di sé e delle scarpe che indossa. Recitando alla perfezione un ruolo costruito in maniera impeccabile e i due iniziano una relazione pericolosa. Adam diventa il suo segretario e braccio destro, nonché ghost designer e Yuri è disposto a tutto per lui, non importa quanto in basso debba scendere o quanto debba macchiare la sua anima.

Il rapporto tra i due non è semplice e trasparente come sembra ma ossessivo-compulsivo e di dipendenza reciproca. Quando l’azienda si ritroverà a dover affrontare accuse diffamatorie, anche il loro rapporto subirà le conseguenze di questa pressione mass mediatica e qualcosa cambierà. Se quello che serve all’azienda è rimpiazzare Yuri e prendere le distanze dalla loro relazione, Adam riuscirà veramente a rinunciare, seppur temporaneamente, a Yuri?

Red Theatre: una storia di passioni e ossessioni

Se avete letto Caste Heaven, l’ultima opera della sensei Ogawa, noterete delle somiglianze con Red Theatre a partire dalla trama, ricca di elementi psicologici che tessono le trame di una storia dalle tinte oscure e contorte, dove l’amore tra i due personaggi è intrecciato al desiderio spasmodico di possesso e a quello di ottenere tutto dall’altro.

Yuri e Adam ricordano Karino e Azusa, soprattutto nelle fondamenta sulle quali hanno intrecciato la loro relazione, di dipendenza e di sfruttamento reciproco.

Come i protagonisti di Caste Heaven, Yuri e Adam stanno giocando con il fuoco, impersonando dei ruoli ben precisi, quelli di servo e di padrone. Ma chi è il servo e chi è il padrone? Nel corso degli anni questa distinzione è andata sfumando e i confini su ciò che è moralmente permesso e ciò che non lo è, si sono fatti sempre più labili. Ciò che tiene unito i due uomini e che impedisce loro di troncare qualsiasi contatto, non è solo il lavoro, il fatto che debbano portare avanti il nome dell’azienda, quanto l’ossessione compulsiva sempre più evidente che sussiste tra i due.

Yuri è il primo a mostrare questa sua dipendenza da Adam. Non può fare a meno di lui, tutta la sua vita ruota intorno all’uomo e trema al solo pensiero di poterlo perdere un giorno. Farebbe di tutto per lui, sporcarsi le mani e macchiare persino la sua anima. Yuri si mostra forte ma in realtà è un personaggio fragile, che porta sulle sue spalle un peso troppo grande per lui, tanto che sembra pronto a spezzarsi da un momento all’altro. Per poter sopportare di andare a letto con altri uomini, molto spesso vecchi e verso i quali prova disgusto, deve assumere delle droghe e per riuscire ad addormentarsi prende dei sonniferi, aumentando però la dose man mano che l’effetto svanisce. Quando crede di avere commesso un errore la paura si impossessa di lui. È una paura irrazionale dovuta al fatto che non può permettersi di deludere Adam, non può nemmeno concepire il pensiero di venire abbandonato dall’uomo perché senza di lui la sua vita non varrebbe nulla.

“È la mia punizione… per avere voluto quelle scarpette rosse.”

Poi abbiamo Adam, che fin da subito ci appare come un uomo disposto a tutto per realizzare i suoi sogni, anche di sfruttare Yuri, senza badare alle conseguenze. Non si fa nessun problema nel vedere Yuri fare sesso con altri uomini, eppure si rifiuta di andare a letto con lui. È l’unica cosa che non vuole fare. Perché? Perché teme di diventarne ossessionato, di cedere alla passione e di diventare a sua volta dipendente dall’uomo. Se facesse l’amore con lui manderebbe tutto quello per cui ha lottato negli anni a rotoli.

Ma se in realtà fosse già dipendente? Se sotto quel velo di possessioni, ossessioni e turbamenti si nascondesse l’amore? Perché Adam tiene a Yuri e anche lui farebbe di tutto per l’uomo che capisce di amare. Ancora una volta la sensei Ogawa ci trasporta all’interno di una storia basata su ossessioni e desideri carnali. Ritornano quelle linee sinuose, talvolta brusche e affilate con le quali l'autrice disegna i suoi personaggi, psicologicamente complessi, molto spesso irrazionali e difficili da comprendere a prima vista. La narrazione è fluida, il linguaggio non è moderato, anzi, molto spesso rude e animalesco. Le scene di sesso sono spinte e senza censure.

Alla fine della storia principale troviamo due one-shot, uno che ci rivela la relazione tra Carlos, capo dell’azienda Garcia e Mikhail, lo zio di Yuri, e l’altro che in realtà è l’epilogo della storia tra Yuri e Adam.

A proposito di Chise Ogawa

Chise Ogawa è lo pseudonimo che la mangaka utilizza nei suoi manga yaoi. Il suo vero nome è Shigeyoshi Takagi ed è la sorella gemella minore di Morie Satoshi, anch’essa autrice di manga ma di genere shoujo. La Ogawa sbarca in Italia per la prima volta con il manga Figurati se mi piaci! (Kono ore ga omae nanka sukina wake na), pubblicato dalla Flashbook Edizioni. Prima di Red Theatre, J-POP ha pubblicato Caste Heaven, ormai vicino alla sua conclusione.