Samaritan, recensione: Sylvester Stallone protagonista di un cinecomic nostalgico

Sylvester Stallone veste i panni del supereroe in Samaritan, cinecomic che strizza l'occhio ad Unbreakable, in arrivo su Prime Video.

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a cura di Domenico Bottalico

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È in arrivo ufficialmente domani su Prime Video, Samaritan. Il film è firmato da Julius Avery (Son of a Gun, Overlord) e ha per protagonista il leggendario Sylvester Stallone che, dopo una carriera passata a interpretare action hero, veste per la prima volta i panni di un supereroe in questo cinecomic a medio budget che paga dazio ai cult del genere, come Unbreakable o il nostro Lo Chiamavano Jeeg Robot d'Acciaio, ma senza affondare il colpo preferendo invece giocare sull'effetto nostalgia e su una estetica estremamente debitrice proprio alle pellicole anni 80 che più si avvicinavano al genere oggi dominante, quello dei cinecomic appunto.

Samaritan: l'eterna lotta fra bene e male

Venticinque anni fa, Granite City è stata sconvolta dalla lotta fratricida fra l'eroe Samaritan e suo fratello, il perfido Nemesis. Dopo il loro scontro definitivo che ha distrutto un magazzino avvolgendolo dalle fiamme, i due sono ritenuti entrambi morti. Oggi la città è sull'orlo del caos e della rovina. Sam (Javon "Wanna" Walton) è un vispo tredicenne convinto che Samaritan non sia affatto morto ma sia semplice in "esilio" volontario e vesta i panni di un comune cittadino.

Dopo essere stato soccorso dall'aggressione di un gruppo di bulli dal suo taciturno dirimpettaio Joe Smith (Sylvester Stallone), Sam si convince che proprio Joe sia Samaritan. Pur riluttante, Joe inizia a condividere i suoi segreti con il ragazzino e a fare luce sul suo passato. Quando però Cyrus (Pilou Asbaek) e la sua banda entrano in possesso dell'arma di Nemesis, un potentissimo martello, e della sua maschera decidono di completare il piano lasciato incompleto anni prima dal villain scatenando tutta la frustrazione della gente, ormai esasperata dalle condizioni della città, con la promessa di un futuro migliore.

Quando anche Cyrus però intuisce che Joe potrebbe essere Samaritan la situazione precipita rapidamente. Per attirarlo nel suo covo ed eliminarlo, Cyrus rapisce Sam costringendo Joe a intervenire. L'uomo scatena così tutta la sua potenza per salvare Sam e con lui il futuro di Granite City ma per farlo dovrà purtroppo rivelare il suo segreto più recondito ma non prima di impartire una lezione fondamentale allo stesso Sam.

Samaritan: Sylvester Stallone e un cinecomic che sa più di action movie

È indubbio come l'intento di Samaritan non sia né quello di stupire lo spettatore né quello di inserirsi di prepotenza in un genere oggi più che mai codificato e rivoluzionarlo. Al contrario Julius Avery prende il canovaccio del già citato Unbreakable e lo rimaneggia ritagliando addosso a Sylvester Stallone una parte per lui perfetta soprattutto in questa fase della sua carriera, quella del mentore riluttante che però non disdegna di tornare in azione all'occorrenza. A differenza di altri sciagurati progetti, per esempio gli ultimi episodi del franchise di Rambo, qui Stallone non "scimmiotta" sé stesso ma al contrario presenta un personaggio che ha la giusta gravitas tipica del genere ma anche il giusto distacco per non prendersi sul serio e soprattutto per offrire quasi un commento meta-narrativo alla sua carriera e a molti degli iconici personaggi da lui interpretati.

In questo senso non sorprende la scelta del regista di utilizzare il tema supereroistico come mero macguffin spostando la narrazione su un terreno meno idealizzato e più concreto quasi quotidiano. Samaritan infatti si configura velocemente come il più classico degli action movie ottantiani ricordando cult come Robocop (protagonista anche di un piccolo easter-egg, a voi scovarlo) e facendo sfumare il canovaccio che vede il giovane protagonista osservare, attraverso la lente del supereroismo, la netta contrapposizione fra bene e male in un terzo atto che paga dazio ai classici revenge action movie sempre di quel decennio, come il secondo o il terzo capitolo del franchise di Rambo.

Le intenzioni di Avery erano evidentemente quindi quelle di lavorare sulla sintesi, di realizzare una sorta di spaghetti cinecomic che mantenesse intatti i suoi connotati ma senza arrivare al revisionismo di colleghi come Alejandro González Iñárritu. In questo senso è anche da leggersi la sceneggiatura semplice e lineare, i dialoghi ridotti all'osso proprio per evidenziarne i passaggi salienti e una regia che abbandona qualsiasi ricerca in termini di movimenti di camera e di fotografia affidandosi invece a una estetica ancora una volta che si rifà a quella degli action movie anni 80, saturazione bassissima dei colori, e coreografie ed effetti pratici per le scene d'azione. Non manca qualche soluzione più moderna: più riuscita la post-produzione semplice ma efficace con svariati filtri nella sequenza iniziale mentre più interlocutoria la scelta di ringiovanire digitalmente Stallone per una manciata di fotogrammi fra altro molto statici.

Da segnalare le buone prove del giovane Javon "Wanna" Walton nei panni di Sam e quella del caratterista danese Pilou Asbaek (Il Trono di Spade) davvero a suo agio nell'interpretare un antagonista tanto bidimensionale quanto spietato.

Samaritan vuole mettere in evidenza la proverbiale zona grigia fra bene e male in cui nulla è quello che sembra e soprattutto le apparenze possono ingannare. La sceneggiatura e il ritmo del film in questo senso non riescono ad essere ugualmente efficaci in tutto l'arco del film. Quello che manca in questo senso al film è il guizzo che lo distingua dal resto delle produzioni del genere. Se in Unbreakable era la costruzione certosina di una lore personale o in Lo Chiamavano Jeeg Robot d'Acciaio era la presenza di un antagonista eccezionale, qui non basta un ottimo Sylvester Stallone che rende più credibile il twist finale già fatto intuire con alcuni passaggi soprattutto nella parte centrale del film.

I 100 minuti di Samaritan scorrono quindi in maniera abbastanza fluida e piacevole, si tratta in fin dei conti di una pellicola adatta per una afosa serata di fine estate pensata per i fan di Stallone e per chi dei cinecomic vuole sviscerare tutti gli aspetti.