Gli "Scassoncini" di RoscoPC: Lotus 79

L’auto di Formula 1 più elegante di sempre? La Lotus 79 naturalmente, meglio nota come “Black Beauty”! Approfittiamo dell’annuncio nei giorni scorsi della nuova versione 2.0 della primissima vettura di Formula 1 progettata e realizzata da RoscoPC per presentare la versione in mattoncini di una delle Lotus più iconiche e BELLE di sempre: lo Scassoncino Lotus 79 in scala 1:27 di RoscoPC.

Avatar di Francesco Frangioja

a cura di Francesco Frangioja

-

L’auto di Formula 1 più elegante di sempre? La Lotus 79 naturalmente, meglio nota come “Black Beauty”! Approfittiamo dell’annuncio nei giorni scorsi della nuova versione 2.0 della primissima vettura di Formula 1 progettata e realizzata da RoscoPC per presentare la versione in mattoncini di una delle Lotus più iconiche e BELLE di sempre: lo Scassoncino Lotus 79 in scala 1:27 di RoscoPC.

(Credit: Rebrickable.com
)
Importante: non dimenticate di seguire il profilo instagram di RoscoPC (https://www.instagram.com/roscopc.it/) e di iscrivervi alla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/roscopc)!

Dalla seconda metà degli anni '60 l'aerodinamica divenne sempre più importante per i progettisti di auto da corsa. Negli anni precedenti la riduzione della resistenza aerodinamica aveva la massima priorità fino a quando gli spoiler e le ali non venivano attaccati per creare deportanza e aumentare la stabilità alle alte velocità. I nuovi livelli di aderenza in curva più che compensavano l'aumento della resistenza aerodinamica. Quasi alla fine degli anni ’70, il fondatore e capo progettista della Lotus, Colin Chapman, trovò il modo di creare l’effetto suolo dando al fondo dell’auto un profilo alare. L'aria che passava sotto l'auto veniva in pratica accelerata, con il risultato di creare una zona di bassa pressione. Su entrambi i lati dell'abitacolo del pilota, la Lotus 78 montava due “condotti” laterali che si estendevano a tutta la lunghezza delle fiancate, che ospitavano i radiatori e creavano appunto l’effetto suolo. L'area di bassa pressione era sigillata su entrambi i lati da minigonne che potevano scorrere in su e in giù in funzione delle “onde” dell’asfalto, facendo così in modo di essere sempre in contatto con la pista. Chapman utilizzò per la prima volta questo nuovo design sul telaio/modello 78, l’auto con la quale Lotus correva in Formula 1 nella stagione 1977, dando il via a quella che è conosciuta come l’era dell’effetto suolo. Gran parte della struttura a nido d'ape utilizzato per il telaio/modello 78, fu sostituito da una più convenzionale lamiera di alluminio. Questo portò ovviamente ad un aumento del peso complessivo, ma fu un effetto del tutto secondario e permise un irrobustimento necessario per sopportare le sollecitazioni maggiori dovute alle elevate velocità in curva. Per incrementare l’effetto suolo, furono montate sulla vettura anche delle fiancate laterali più grandi, che ora erano dotate di minigonne a tutta lunghezza. Nella parte posteriore, le fiancate laterali vennero estese ulteriormente: superiormente con la carrozzeria che si prolungava sino ai montanti dell’alettone, mentre inferiormente il profilo alare rovesciato arrivava a sollevarsi davanti alle ruote, creando due efficienti condotti Venturi e massimizzando l’effetto suolo. Rispetto alla 78, la nuova vettura presentava una carrozzeria molto più pulita e liscia. I test in galleria del vento rilevarono che la Lotus 79 era del 25% più efficace della precedente. Purtroppo la macchina non fu pronta in tempo per l'inizio della stagione e il Team Lotus dovette accontentarsi della 78 per le prime gare del 1978. Spinta dal familiare motore Ford Cosworth DFV, aveva il serbatoio costituito da un’unica cella posta dietro il sedile del pilota. Venne presto ribattezzata "Black Beauty" per la iconica livrea “total black” ispirata al noto sponsor principale. Prima che la 79 fosse pronta, Peterson e Andretti ottennero entrambi una vittoria con la vecchia vettura. La Lotus 79 apparve per la prima volta al Gran Premio del Belgio e Andretti ottenne una convincente vittoria al debutto dalla pole position. Il Team Lotus ha dominato il resto della stagione con Andretti che ha vinto un totale di sei gare e Peterson due. Andretti e Lotus sono stati incoronati Campioni ben prima della fine della stagione. Unica nota triste per la stagione fu che Ronnie Peterson rimase coinvolto in un incidente mortale al via a Monza: dovette partire con il vecchio modello 78 dopo aver danneggiato la sua 79 in una sessione di prove. Peterson ha comunque concluso la stagione al secondo posto in campionato.

Benvenuti (e bentornati) a questa nuova puntata della serie Gli Scassoncini di RoscoPC, nella quale ogni settimana vi parliamo di uno dei modelli auto di Formula 1 in scala 1:27 di RoscoPC, vi raccontiamo di come si costruisce e vi diamo tutta una serie di informazioni sull'auto alla quale si ispira il modello e tante altre cose. Nell'articolo che segue, troverete come sempre:
  • scheda informativa dell'auto reale alla quale il modello si ispira
  • una mini-recensione del modello
  • i commenti di RoscoPC su quali sono i tips & trick più difficili sui quali si è trovato a dover lavorare per ciascun modello
  • curiosità e info sul processo che RoscoPC segue per progettare e realizzare i modelli
  • il confronto con la "sorella maggiore" in scala 1:8
  • info e link per costruire i modelli (1:27 e 1:8)

Seguiteci in questo nostro viaggio nella storia della Formula 1!

Lotus 79, scala 1:27

Il quinto modello che andiamo a scoprire insieme è quello di un'auto del 1978 di origine (di nuovo) britanniche: la Lotus 79.

Caratteristiche tecniche (auto reale)

  • Anno: 1978
  • Info: progettata da Colin Chapman
  • Piloti: Mario Andretti, Ronnie Peterson
  • Motore: Ford V8, 3000 cc, 475 HP

(Credit photo: ultimatecarpage.com)

Lotus 79, scala 1:27

Questo quinto modello che abbiamo costruito è composto da 162 pezzi e come nei precedenti, vi troviamo all’interno tecniche costruttive particolari e l'utilizzo di alcuni pezzi in modi che non sono quelli per i quali sono stati originariamente pensati. Ad esempio: i condotti di scarico del motore sono stati riprodotti con l’elemento “Weapon Bladed Claw Spread”, in pratica (tra gli altri) gli artigli della Minifigure di Wolverine.

La costruzione anche questa volta molto fluida, ma come sempre richiede un po’ di esperienza con i mattoncini. Si parte dal telaio, che farà da base per il resto del veicolo ed in particolare con la porzione posteriore della vettura, passando poi a quella anteriore. Si procede successivamente con la zona del motore e dell’abitacolo, per poi dedicarsi alla costruzione della struttura portante delle fiancate e con la struttura che ospita il retrotreno, asse delle ruote posteriori e braccetti delle sospensioni inclusi.

È la volta poi della “zona” del musetto, che si costruisce come un sotto-modello a sé e che andrà poi unito al telaio precedentemente realizzato. Il musetto include ala anteriore, braccetti delle sospensioni, mozzi delle ruote anteriori e musetto vero e proprio, dietro al qual trova posto il volante.

Il modello è ormai quasi ultimato: mancano le paratie laterali delle due fiancate al cui interno trovano posto i radiatori

e l’ala posteriore, anch’essa realizzata come sotto-modello a sé che poi viene unito al resto del modello.

Aggiungendo le ruote (cerchi + pneumatici) anteriori e posteriori, il modello è ultimato.

Resta ancora l’usuale e delicato, ultimo passaggio: l'applicazione degli adesivi. IMPORTANTE! Gli adesivi sono solo ed esclusivamente quelli degli sponsor. La carrozzeria è realizzata con i colori della livrea del team e su quest'ultima si vanno ad applicare i loghi degli sponsor. La procedura è sempre la stessa: un po' di pazienza, una buona pinzetta e anche gli adesivi vanno al loro posto, finalizzando il modello.

I numeri

  • Pezzi: 162
  • Misure: lunghezza 16,4 cm, larghezza 7,8 cm, altezza 4,0 cm
  • % elementi LEGO Technic: 5%

L'angolo di RoscoPC

  • CulturaPop: Quali sono stati i particolari più difficili da riprodurre in questa scala?
  • RoscoPC: Come sempre l’obiettivo generale è trovare il giusto compromesso tra le dimensioni ridotte e il numero di dettagli da poter rappresentare adeguatamente: questa vettura aveva una carrozzeria molto pulita ed era importante riuscire a riprodurla con parti ben allineate e lisce.
  • CulturaPop: qual'è il dettaglio o il particolare del quale sei più soddisfatto di essere riuscito a riprodurre?
  • RoscoPC: le fiancate che includono sia il profilo alare inferiore che il radiatore superiore e i bordi laterali lisci, sono state la sfida principale.
  • CulturaPop: c'è una tecnica costruttiva particolare che ti sei dovuto inventare per riprodurre un particolare o un dettaglio di questo modello?
  • RoscoPC: il cofano motore dietro l’abitacolo termina con la presenza di scarichi alti: per raccordare il tutto e simulare le griglie di aspirazione ho usato due "Plate Modified 1 x 2 with Pin Hole on Bottom", che mi hanno permesso di mantenere i 7 plates di larghezza.

Definizione della scala del modello

Terzo passo – terza parte: progettare il modello tramite CAD 3D.

Finito il progetto del modello in CAD, RoscoPC è solito sovrapporre il blueprint/cianografia della vettura reale con l’immagine del modello virtuale in mattoncini per verificare il risultato e la correttezza delle proporzioni complessive.

Le dimensioni del modello sono valutate in "stud", cioè l’unità di misura LEGO® di riferimento di un brick 1x1. L’obiettivo in termini di precisione e “scarto” è quello di rimanere entro il mezzo brick di tolleranza/differenza. Per ottenere un modello con il grado di dettaglio desiderato, RoscoPC deve considerare una scala di almeno 1:10, ma poiché ci sono pochi pneumatici LEGO di dimensioni così grandi e visto che sono questi ultimi a definire la scala complessiva del modello, la scala del modello finito è tipicamente intorno a 1:8.

(Credit photo: roscopc.it)

Lotus 79, scala 1:8

La sorella maggiore di questo modello è stata la prima auto di Formula 1 progettata e realizzata da RoscoPC nel 2006, alla quale da pochi giorni si è affiancata la versione 2.0, completamente ridisegnata e riprogetta utilizzando i pezzi più recenti messi a disposizione dal catalogo LEGO e mettendo a frutto tutte le tecniche di costruzione e di progettazione maturate nel progettare i modelli successivi alla capostipite. Vediamo i due modelli a confronto nelle foto qui sotto:

Anche questo modello, come i precedenti, è realizzato con tecnica ed elementi misti, LEGO System per carrozzeria, alettoni e altri elementi estetici e LEGO Technic per quanto riguarda telaio, sospensioni, motore e tutto quelle che sono le componenti meccaniche (scarichi, collettori etc). Le caratteristiche:

  • ruote (anteriori) sterzanti
  • sospensioni funzionanti
  • riproduzione del motore V8
  • minigonne mobili e funzionanti
  • fiancate con canale Venturi
  • 1.580 pezzi
  • anno 2006
  • misura 55,2 cm di lunghezza, 25,6 cm di larghezza e 13,5 cm di altezza

(Credit photo: roscopc.it)

Istruzioni e liste pezzi

Le istruzioni per costruire le due versioni (Scassoncino 1:27 e Scassone 1:8) sono acquistabili sul sito Rebrickable.com e nella "scheda prodotto" di ciascun modello troverete anche i link per acquistare i mattoncini e gli elementi necessari per costruirli. Le istruzioni includono anche un file PDF per stamparsi a casa gli adesivi necessari al completamento della livrea dell'auto. In alternativa, è possibile fare richiesta ed acquistare gli stessi adesivi stampati e pre-tagliati su fogli di carta vinilica inviando una mail a luca.rusconi@roscopc.it

Vi aspettiamo tra pochi giorni con una nuova puntata e con un nuovo Scassoncino tutto da scoprire!