Sense8, fantascienza d'autore in televisione

Otto individui in ogni parte del mondo iniziano un giorno a comunicare fra di loro telepaticamente. Qual è il risultato? Una serie ad alto budget, tecnicamente fantastica e solo qualche incertezza nella sceneggiatura.

Avatar di Andrea Balena

a cura di Andrea Balena

Il mondo della serialità televisiva americana cresce di anno in anno, abbattendo sempre di più i confini che lo separano dalla cinematografia. Affascinati da questo particolare modo di raccontare storie, molti registi e sceneggiatori di Hollywood, anche famosi, negli ultimi tempi lasciano la loro impronta autoriale su lavori ad alto budget. Tuttavia non riescono sempre a "portare a casa" dei buoni risultati, sia in termini di qualità che nel riscontro di critica e pubblico. Ma Sense8 non rientra in questa categoria.

Sense8 è il prodotto di un vero dream team formato dai fratelli Wachowski (registi di The Matrix e Cloud Atlas) e Joseph Michael Straczynski (creatore di Babylon 5 e scrittore di importanti saghe supereroistiche dei comics), supportati dalla produzione di Netflix, la vera rivelazione degli ultimi anni.

La storia ruota attorno a 8 individui, di nazionalità e cultura diversa sparsi nel globo, che in un giorno qualsiasi cominciano a comunicare telepaticamente fra di loro. Dopo momenti di incomprensione e situazioni imbarazzanti, questi sensate iniziano a legare sempre più, condividendo sentimenti, paure e ricordi delle loro vite, e uniscono le loro forze per proteggersi da un misterioso nemico.

Il punto forte di questa serie sta proprio nel dipingere le diverse realtà che animano il mondo: sfarzosi matrimoni indiani, gay pride, baraccopoli africane e le incontaminate montagne islandesi sono solo alcune delle tante situazioni e luoghi mostrati. Dopo il controverso e atipico Cloud Atlas, i Wachowski tornano sul tema dell'umanità, distinguendo e definendo ciò che ci rende veramente umani, non lupi solitari come scrisse il filosofo Hobbes, ma animali sociali come invece ci definì John Locke.

In questo caso i registi mostrano come in una cerchia di sconosciuti, al di là delle differenze culturali e religiose, l'elemento emotivo è ciò che crea un filo rosso che unisce. Le scene in cui i personaggi si incontrano e condividono esperienze sono i momenti più intensi dal punto di vista della narrativa, dove anche la barriera linguistica viene abbattuta e i personaggi imparano a parlarsi attraverso le emozioni. Anche il solo ascoltare musica diventa un momento di unione, anche grazie a una regia visivamente potente che non si limita nell'utilizzo del rallentatore per sottolineare la bellezza della scena.

Gli otto protagonisti sono tutti ottimamente caratterizzati e sufficientemente disparati per esprimere al meglio l'idea cardine della serie: oltre a culture ed etnie differenti, troviamo un omosessuale e un transgender esponente attivo della comunità LGBT. Come è noto, Larry Wachowski nel 2012 annunciò pubblicamente di aver cambiato sesso, e per questo motivo in Sense8 gli orientamenti sessuali non sono mai trattati con condiscendenza e paternalismo, anche quando i personaggi devono confrontarsi con una società che non li ha ancora pienamente accettati.

sense8 (10)

Non bisogna però dimenticare la componente action, che non delude le aspettative. Una volta presa coscienza dei loro poteri, i sensate imparano a sfruttare le abilità di ciascuno per tirarsi fuori dai guai, il tutto sottolineato da notevoli piani sequenza dove a turno i personaggi si alternano sulla scena, con una tecnica registica sopraffina.

L'unico appunto che si può fare a questa prima stagione è comune a tutte le serie corali, come Game of Thrones o American Horror Story: con così tanti protagonisti è impossibile dare lo stesso minutaggio e rilevanza a ciascuno di loro, e infatti alcune storie risultano avere più importanza di altre e sono meglio legate alla trama orizzontale. Una trama che nella prima metà fatica a decollare, (anche se pone solide basi per il prosieguo); un limite che si riflette in dialoghi che a volte suonano artificiosi e didascalici.

Il livello tecnico il prodotto è superbo, sfacciatamente superiore rispetto alla media televisiva: tutte le riprese sono realizzate in ambienti veri e non su set e sono girate in contemporanea in ben otto metropoli, un dettaglio che la regia ha marcato con numerose e spettacolari riprese aeree delle città. Se c'era una linea di confine tra televisione e cinema, Sense8 è riuscito a superarla.

Con un finale di stagione fra i migliori degli ultimi anni e qualche questione lasciata in sospeso, si conclude la prima stagione di un altro prodotto Original Netflix molto interessante, che continuerà a far parlare di sé nei prossimi anni.

Cloud Atlas Cloud Atlas
  

Matrix - Ultimate Collection Matrix - Ultimate Collection
  

Le puntate precedenti della rubrica sulle Serie Tv sono qui