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Sottosopra Vol. 3: il mondo dopo l'apocalisse, recensione

Sottosopra Vol. 3 ci guida al finale della saga di Enoch, Crosa e Francescutto edita da Sergio Bonelli Editore.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Sottosopra vol. 3 ci guida al finale della saga di Enoch, Crosa e Francescutto

Dopo l’incredibile cliffhanger del secondo volume di Sottosopra, confesso che c’era una certa curiosità nel vedere come si sarebbe conclusa la storia con Sottosopra vol. 3, ultimo capitolo della miniserie da libreria realizzata da Luca Enoch, Riccardo Crosa e Paolo Francescutto. Pubblicata da Sergio Bonelli Editore in un formato generoso, Sottosopra ha colpito soprattutto per il concept, frutto di una lunga rielaborazione personale da parte di Enoch. Della genesi di Sottosopra abbiamo avuto la fortuna di parlare con il cast artistico all’uscita del primo volume in un'intervista, occasione in cui sono state subito precisate le linee ispiratrici della trama. Un’identità narrativa precisa, netta, che ha reso i due giovani protagonisti, Alessandro e Giorgia, i nostri tramiti emotivi.

Sembra scontato elogiare l’empatia generata da due personaggi di una storia, eppure non è un aspetto scontato. Specialmente in una situazione apocalittica come quella vissuta in Sottosopra, coinvolgere il lettore convincendolo dell’autenticità delle emozioni dei due ragazzi era centrale, si doveva percepire non solo la loro disperazione, ma anche la loro sensazione che il loro mondo fosse oramai un ricordo. L’improvvisa inversione della gravità, infatti, non è solamente un espediente narrativo che consente di mostrare uno scenario post-apocalittico, ma è anche uno strumento narrativo finemente utilizzato da Enoch per mostrare una radicale cambiamento sociale.

Sottosopra Vol. 3: la saga di Enoch, Crosa e Francescutto arriva alla conclusione

Dalla nascita di nuovi culti alla difficoltà di muoversi, senza dimenticare il reperimento di generi di necessità, fondamentali per la sopravvivenza. Alessandro e Giorgia sono due sopravvissuti a tutti gli effetti, che si trovano in un momento drammatico e sviluppano un’iniziale affettività nata da una necessità, salvo poi divenire qualcosa di più profondo. Entrambi adolescenti, sono costretti a maturare repentinamente, in un mondo in cui i superstiti sono pericoli potenziali, che siano militari, capaci di reagire solo sul piano bellico, o santoni votati a un culto della morte.

Comprensibile come, per due ragazzi, si scelga di vivere quasi alla giornata, affrontando un passo alla volta e concedendosi un’intimità che non sia un fattore puramente ormonale, quanto una richiesta di presenza, di presenza. La perdita dei propri cari e l’insicurezza del loro futuro li avvicina, quasi un avvinghiare con feroce ansia l’ultima parvenza di normalità. Un’illusione che, al termine di Sottosopra Vol. 2, è stata definitivamente infranta dalla comparsa di un angelo.

Ora, evitiamo di addentrarci eccessivamente all’interno della trama di Sottosopra Vol. 3. È sufficiente segnalare che, seppure in modo criptico, avremo finalmente la risposta alla domanda che tormenta i due ragazzi: perché? Quale oscuro motivo ha causato questo incredibile evento? Enoch non vuole fornire ai lettori un finale comodo, razionale, ma sceglie di affidarsi a un approccio narrativo moderno, che lascia uno spiraglio alla fantasia dei lettori per dare una chiusa alla storia. Pur fornendo elementi di sostegno alla trama di Sottosopra, Enoch vuole che le risposte emergano dai personaggi secondo la propria indole, lasciando scegliere a loro, e indirettamente ai lettori, se accettare questo incredibile evento nella purezza della sua manifestazione o se continuare ad arrovellarsi per cercare una spiegazione che dia sollievo alle menti più scettiche.

Il senso di Sottosopra Vol. 3 risiede in questa sfida di Enoch. Un finale non finale, se vogliamo, come ci hanno abituato anche cult seriali come Lost o Battlestar Galactica. Non serve avere tutte le risposte per apprezzare una storia, a volte bisogna accettare che gli autori ci pongano davanti a una granitica verità: è successo. E come tale, va accettata, cambiando la domanda: e ora?

Perché è questa la vera eredità di Sottosopra Vol. 3, per i due protagonisti in particolare. sino all’ultimo Alessandro e Giorgia hanno sperato in un ritorno allo status quo ante, ma da un evento di tale portata non si può tornare indietro, solo andare avanti. Come ogni storia post-apocalittica, è il come superare il trauma che diventa centrale. Per Alessandro e Giorgia, gli eventi di Sottosopra sono metaforicamente un passaggio definitivo alla loro età adulta, a una nuova consapevolezza del loro ruolo in un mondo che, dopo essere stato sempre filtrato dalla famiglia che ne definiva le interazioni, si presenta ora i loro occhi come una realtà differente.

Una definizione narrativa fortemente identitaria, che non manca di fare emergere sin dalla copertina i tratti essenziali della storia. Non a caso per i primi due volumi Riccardo Crosa aveva realizzato due tavole in cui l’inversione gravitazionale trasmetteva un senso di spaesamento, accogliendo lo spettatore con una visione nettamente anomala. Per il terzo volume, invece, i due protagonisti sono ritratti in una posizione più familiare, seppur inseriti in un contesto ‘spaziale’.

La fine è solo un nuovo inizio

Questo cambio di passo è, ovviamente, specchio degli eventi del capitolo finale di Sottosopra. Con la sua solita sensibilità, Crosa riesce a ritrarre Alessandro e Giorgia con precisione, enfatizzandone la progressiva presa di coscienza, offrendo una vasta gamma emotiva, ritraendo i due giovani sia nella semplicità della loro intimità che nella più dinamica conclusione di questa storia. Il ritorno a una parvenza di normalità consente al disegnatore di ritrarre il mondo nuovamente nella corretta prospettiva, non prima di averci deliziato con tavole in cui l’elemento ‘alieno’ riveste una particolare e spettacolare importanza.

Non meno rilevante è il lavoro di Francescutto ai colori, parte essenziale di un trio artistico che ci ha già regalato soddisfazioni con Cthulhu: Death May Die – Anche la morte può morire  , supportato in questo caso da Alessandra Baccaglini. Dopo averci impressionati con una particolare gestione dell’illuminazione per il mondo a gravità invertita, Francescutto sceglie di alzare il tiro e dare vita a cromie intense per i momenti più epici della storia, prima di riportarci alla nuova normalità di questo mondo. Vi invito a fare un esperimento, ossia accostare due tavole in cui il mondo sia ritratto nelle sue due differenti versioni. Con maestria, Francescutto ha saputo infatti colorare questi due diversi punti di vista, creando giochi di luci, ombre e riflessi che, per quanto tramiti emotivi di differenti momenti della storia, mantengano comunque una propria identità.

Senza nulla togliere alla particolarità della trama di Enoch, la forza di Sottosopra Vol. 3 è nella perfetta sintesi grafica di Crosa e Francescutto. La città è uno sfondo perpetuo, fedele a sé stessa, che non perde la propria identità, ma che il lettore percepisce a livello superficiale come due diversi ambienti, seguendo il punto di vista dei protagonisti. Un gioco di prospettiva emozionale che si basa sulla perfetta sintonia tra disegnatore e colorista, che ritraggono i personaggi con una raffinata delicatezza valorizzandone movenze ed emozioni. Sottosopra, qualora ce ne fosse bisogno, ricorda la potenza espressiva di un cast artistico sinergico e complementare.

Per la conclusione di Sottosopra, Sergio Bonelli Editore realizza un volume in linea con i precedenti, siano dal punto di vista della grafica, firmata da Marco Brembilla, che sul piano contenutistico, dove sono inseriti extra che consentono di apprezzare maggiormente la filosofia dietro al realizzazione di questa intrigante avventura.

Voto Recensione di Sottosopra vol. 3



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Conclusione della saga - Impianto grafico di alto valore - Cura editoriale apprezzabile

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Senza nulla togliere alla particolarità della trama di Enoch, la forza di Sottosopra vol. 3 è nella perfetta sintesi grafica di Crosa e Francescutto. La città è uno sfondo perpetuo, fedele a sé stessa, che non perde la propria identità, ma che il lettore percepisce a livello superficiale come due diversi ambienti, seguendo il punto di vista dei protagonisti. Un gioco di prospettiva emozionale che si basa sulla perfetta sintonia tra disegnatore e colorista, che ritraggono i personaggi con una raffinata delicatezza valorizzandone movenze ed emozioni. Sottosopra, qualora ce ne fosse bisogno, ricorda la potenza espressiva di un cast artistico sinergico e complementare.

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