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a cura di Tom's Hardware

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Gene Roddenberry

Dopo Star Trek - The Original Series, Star Trek - Next Generation, Star Trek - Deep Space 9 e Star Trek - Voyager, era passata davvero molta acqua sotto i ponti. La creatura di Gene Roddenberry si era trasformata in un fenomeno di massa, aveva conquistato menti e cuori in tutto il pianeta e prodotto libri, film, merchandising, fan così scatenati da dar vita a un movimento su scala planetaria.

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La mitica serie originale, trasmessa fra il 1966 e il 1969, aveva gettato un seme importante e contribuito a cambiare il modo di fare televisione. Basti pensare al famoso bacio interraziale, uno dei primi della storia della televisione, nell'episodio dal titolo Umiliati per forza maggiore (Plato's Stepchildren, 1968). La scena venne ripetuta ben trentasei volte; non dev'essere facile baciarsi davanti a una telecamera, nemmeno per il mitico capitano Kirk.

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Le serie successive, tuttavia, arrivarono molti anni dopo il '69. Eravamo alla fine degli anni Ottanta, l'edonismo reaganiano era ormai passato di moda e gli Stati Uniti sbriciolavano record economici a non finire. La saga di Star Trek si era felicemente imposta al cinema con quattro film di grande successo e tutti, o quasi, ne acclamavano a gran voce il ritorno in televisione.

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Roddenberry, quindi, si mise al lavoro per colmare un vuoto profondo come una voragine. Next Generation (178 episodi per sette stagioni) ebbe il merito di entrare nei cuori trekkie alla destra della mitica serie originale, un successo che aprì la strada ad altri spin off. Con Deep Space 9 (176 episodi in sette stagioni) e Voyager (172 episodi per sette stagioni), l'universo Star Trek conquistò gli anni Novanta e irruppe da vincente nel nuovo secolo.

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