Il reboot

Star Trek è tra i marchi fantascientifici più famosi, ecco una guida per scoprirlo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Con la serie Enterprise sembrava che il mondo dell'intrattenimento di massa non avesse più spazio per Star Trek. Ci eravamo praticamente rassegnati a considerarlo una gloria del passato in effetti, quando nel 2009 Hollywood ci stupì con "Star Trek, il futuro ha inizio".

L'undicesimo lungometraggio è quello che viene comunemente chiamato un "reboot", vale a dire un riavvio, un ricominciare da zero. Cancellata la lavagna, infatti, gli autori rimettono in scena Kirk, Spock, Uhura e gli altri personaggi della serie classica.

Il film vuole raccontare la loro prima missione a bordo dell'Enterprise, farci sapere come sono diventati l'equipaggio più famoso della fantascienza televisiva. E ovviamente si sta anche tentando di replicare il successo del passato ottenendo di nuovo incassi milionari - missione che tra l'altro finora è perfettamente riuscita.

Per un'operazione del genere è necessario svincolarsi dal passato, così da proporre al nuovo pubblico un prodotto che possa comprendere e apprezzare - con buona pace di chi amava il vecchio prodotto. "Star Trek, Il Futuro ha Inizio" è ambientato in un mondo alternativo, una realtà parallela nella quale le cose sono un po' diverse da quelle che conosciamo. Kirk è il solito scavezzacolli, ma non proprio lo stesso. Spock è un vulcaniano per metà umano, ma un po' più umano. Scott è sempre un ingegnere creativo, ma un po' più allergico alle regole e un po' più incline (forse troppo) al rendersi involontariamente comico.

E così via, questo nuovo universo forma il tessuto su cui J.J. Abrams ha realizzato un film spettacolare nelle immagini e serrato nel ritmo. Anche se non completamente riuscito, a tratti prevedibile e noioso, questo film ha comunque incassato l'apprezzamento del pubblico pagante e della critica - qualcuno l'ha demolito ma in generale se l'è cavata con una sufficienza abbondante.

Probabilmente è in effetti un prodotto eccessivamente di maniera, troppo rispettoso delle regole per riuscire a sorprendere, ma d'altra parte se i produttori hanno scelto Abrams è perché volevano poche sorprese e un film che funzionasse al botteghino - e così è stato.

L'esperimento è andato bene e il successo è stato sufficiente a giustificare un altro film, così nel 2013 abbiamo visto "Star Trek: Into Darkness". La nuova avventura rievoca il personaggio di Khan, visto nel film del 1982. Nemmeno questo film è particolarmente riuscito, anzi è probabilmente ancora più prevedibile e noioso del primo.

Ci sono tanti buoni attori, certo, e le scene spettacolari non mancano. La fotografia è curata, e in generale è un piacere per gli occhi. L'insieme però non è più di "così così". Come spesso accade comunque il pubblico ha risposto positivamente, pagando il biglietto al cinema prima, e poi l'acquisto o il noleggio dell'home video. Un fenomeno curioso al quale l'autore non ha saputo sottrarsi - a dire il vero non ci ho nemmeno provato.

In ogni caso ci sarà almeno un terzo film, perché nel 2016 la saga di Star Trek compirà 50 anni e di certo la produzione non vorrà "bucare" un evento tanto importante. Anche noi, come spettatori, non vorremmo davvero rinunciare a una celebrazione per questo compleanno. Vedremo quindi almeno un altro film ambientato in questo universo alternativo, che probabilmente ci dirà anche se questo reboot ha un futuro oppure no.

Se non dovesse funzionare sarà la fine di Star Trek? Probabilmente no, ma magari ci sarà qualche altro anno di pausa prima che si tenti una nuova ripartenza - magari con il formato della serie televisiva da cui si era partiti nel 1966.