Star Wars Visions: incontro con i produttori della serie

I produttori di Star Wars Visions ci guidano alla scoperta della nascita della serie della nuova serie animata di Disney+.

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a cura di Manuel Enrico

Star Wars Visions, la nuova serie animata ambientata nella galassia lontana, lontana, si è rivelata una piacevole sorpresa. Come vi abbiamo raccontato nella nostra anteprima, gli otto episodi che compongono questa prima stagione sono una piacevole novità all’interno del nuovo canon di Star Wars, dove ogni produzione deve esser saldamente legata a una continuity narrativa che non conferisce sempre più solidità alla saga. Con Star Wars Visions, giocando proprio sul concetto di visioni come possibilità alternative, si è voluto andare oltre questo dogma, offrendo differenti interpretazioni del mito di Star Wars.

Una scelta interessante e che ha consentito, grazie all’animazione, di realizzare diverse interpretazioni, capaci di omaggiare l’essenza della saga, arrivando anche alla radice autentica dell’immaginario di Star Wars. Difficile non rivedere, infatti, in Il Duello la dialettica di Kurosawa, regista nipponico da sempre considerato uno degli ispiratori di Lucas, ma la tradizione cultura del Sol levante trova una felice sinergia con l’universo di Star Wars anche in altre modalità, che hanno reso Star Wars Visions una ventata di novità in un franchise simbolo della pop culture.

Star Wars Visions: alla scoperta della nuova serie animata di Disney+

Per meglio comprendere quale sia stata la dinamica che ha portato alla creazione di Star Wars Visions, abbiamo avuto l’occasione di fare una breve chiacchierata con il produttore esecutivo e vice presidente dei LucasFilms James Waugh e la produttrice Kanako Shirasaki, che ci hanno dato una chiave di lettura intrigante ed emozionante per comprendere al meglio la progettualità di Star Wars Visions. Potersi confrontare con un universo narrativo come Star Wars è un’occasione unica, che viene offerta spesso ad artisti che, prima di tutto, sono appassionati della saga, come confermano Waugh e Shirasaki.

James Waugh: “Credo Star Wars sia una storia mitologica, che nella sua essenza sia profondamente umana. Una caratteristica che la rende credibile e comprensibile. Se ripensiamo alla Trilogia originale, è una storia di padri e figli, dove viene mostrato come sia possibile scivolare nel proprio lato oscuro, ma anche di come sia possibile tornare indietro grazie all’amore di un figlio. Non sono gli scontri con le spade laser a caratterizzare Star Wars, ma il suo contesto emotivo, per me si tratta di una storia in cui sono presenti emozioni primordiali che rendono questo universo vivo ed estremamente umano”

Kanako Shirasaki: “Star Was è una grande storia d’amore, che sia per la famiglia, per i propri amici, o per il tuo pianeta. Ogni volta che guardo Star Wars mi accorgo di come sia sempre l’amore per qualcuno o qualcosa a guidare le azioni dei protagonisti. È vero, abbiamo tanta fantascienza e i combattimenti con le spade laser, ma se guardo al cuore di Star Wars vedo sempre questo amore e come viene espresso verso le altre persone, verso ciò che circonda i protagonisti.”

Da questa passione espressa, non ci si può aspettare che una profonda conoscenza per l’essenza di Star Wars, compreso il tanto temuto Canon. Le ultime produzioni nate dopo la creazione di una linea narrativa ferrea scaturita dopo Il Risveglio della Forza hanno dovuto accettare questo dogma, come dimostrato da The Mandalorian o Bad Batch. Star Wars Visions, invece, ha avuto una libertà narrativa che sembrava oramai lontana nell’era del Canon, presentandosi quasi come un’anomalia.

James Waugh: “E’ vero, abbiamo avuto una grande libertà. Sin dai primi momenti di discussione su Star Wars Visions è stato chiara una cosa: siamo tutti grandi fan di Star Wars. Questo franchise ha profondamente influenzato il modo di raccontare, ha dato un nuovo modo di intendere il ‘cosa’ e il ‘come’ nelle tecniche narrative. Parlando con il team creativo, abbiamo percepito queste caratteristiche, ma quello che ha aperto a nuovi scenari per il franchise è stato Disney Plus. Con la sua creazione, ci siamo chiesti ‘Cosa possiamo fare ora?’. C’era così tanto potenziale in questo canale, potevamo realizzare il nostro Star Wars!”

In effetti, vedendo quanto è stato realizzato in Star Wars Visions è palpabile la sensazione di voler esplorare nuove frontiere del franchise, anche discostandosi dalla cronologia ufficiale. Negli episodi di Star Wars Visions, infatti, assistiamo sia a situazioni che hanno una forte attinenza a momenti visti nel corso della saga in capitoli come La Minaccia Fantasma, sia a divagazioni verso momenti possibili del franchise o interpretazioni più fantasiose, come per I Gemelli.

James Waugh: “Eravamo in cerca di una possibilità di raccontare Star Wars a nostro modo. Eravamo entusiasti di poter creare nuove storie del franchise, tutti noi avremmo voluto in passato, ma mancava la possibilità che ci veniva ora offerta con Disney+. Sin dall’inizio volevamo realizzare qualcosa di diverso, e abbiamo pensato di portare l’oriente in Star Wars, motivo per cui abbiamo contattato Kanako e il suo studio per realizzare questa nostra idea, chiacchierando a lungo sui film e su quale particolare punto di vista avremmo potuto avere per il nostro progetto. È in questa fase ce non ci siamo lasciati tentare dal decidere in quale parte della continuity della saga avremmo voluto ambientare la nostra serie, quanto partire da un diverso interrogativo: cosa ti ha colpito di Star Wars? Cosa vorresti raccontare?”

Un concept che traspare dai diversi episodi di Star Wars Visions, che spaziano non solamente sul piano narrativo, ma anche in quello realizzativo. Diversi stili tipici dell’animazione nipponica che interpretano al meglio le suggestioni tipiche del franchise, ma che hanno proprio nel primo episodio, Il Duello, una particolare identità.

D’altronde, è il corto animato che più di ogni altro si avvicina al concept originale della saga, caratterizzato da una forte familiarità con il cinema di Kurosawa.

Kanako Shirasaki: “Era esattamente quello che volevamo realizzare con questo corto, sono sempre stata certa che nei commenti su Il Duello sarebbe emersa questa particolare dualità. Nel realizzare questo corto si è sempre tenuto presente quanto Kurosawa sia stato importante per Star Wars, e si è cercato un modo per integrare al meglio lo stile di Kurosawa, partendo dai tratti tipici del regista avvicinandoli agli stilemi tipici di Star Wars. A partire dal character design sino allo story telling, tutto è stato pensato e realizzato per far sé che lo spettatore si chiedesse ‘Come sono riusciti a portare Kurosawa in Star Wars?’. Sono stati incredibili, sono riusciti a utilizzare alla perfezione le tecnologie disponibili per dare vita a questo episodio stupendo”

Le parole di James Waugh e Kanako Shirasaki sono la conferma di quanto Star Wars Visions sia una produzione pensata per dare pieno risalto ai tratti essenziali della saga, presentandoli sotto una diversa prospettiva che, nella sua atipicità, sia comunque indissolubilmente legata ai canoni narrativi di Star Wars.