Stranger Things 2 - Un sequel in piena regola

Lo show di Netflix più amato dello scorso anno torna con una seconda stagione carica di novità ma soprattutto aspettative. Sono riusciti i fratelli Duffer a replicare il fortunato connubio di citazioni anni '80 e intrattenimento per ragazzi?

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a cura di Andrea Balena

Se dovessimo fare un riassunto della scorsa annata seriale, la serie che si ergerebbe su tutte le altre, vecchie e nuove, sarebbe indiscutibilmente la prima stagione di Stranger Things. Mentre l'attenzione per altri nomi scemava dopo qualche mese, la fama della serie Netflix creata dai fratelli Duffer si è accresciuta col tempo tramite il passaparola degli appassionati e grazie alla sua particolare estetica, un gran pot-pourri di tutto ciò che ha reso magici gli anni '80 nella cultura pop tra cinema, musica e videogiochi.

Non c'è quindi da sorprendersi per l'immenso interesse intorno alla seconda stagione da parte degli appassionati, desiderosi come non mai di scoprire il prosieguo delle vicende di Undici e della nuova gang di nerd più amata del piccolo schermo. Molti temevano che fosse difficile replicare la magia della prima stagione e che il fallimento fosse dietro l'angolo, ma non potevano aver più torto di così: Stranger Things 2 è il sequel quasi perfetto, che non fa minimamente rimpiangere la prima stagione e, anzi, scava ancora più a fondo nella mitologia della serie e del suo universo narrativo, forse non originalissimo ma messo in scena in modo magistrale.

Gruppo ghostbuster
Partiamo proprio da quel "2" così platealmente esibito nel logo. Il gioco dei Duffer è stato proprio quello di accostare il seguito della loro creatura non agli schemi di una seconda stagione televisiva, quanto più a un sequel strettamente cinematografico vecchio stampo, con nuovi personaggi e una nuova vicenda, pur mantenendo tutti gli elementi che ne hanno decretato il successo.

La storia riprende un anno dopo, precisamente qualche sera prima dell'Halloween del 1984. I quattro protagonisti stanno crescendo - come evidenziato dal loro linguaggio più volgare ed esplicito - ma le loro passioni restano le stesse: sale giochi, Dungeons and Dragons e film. Ma mentre preparano i costumi da Ghostbusters per la festa, il piccolo Will continua a soffrire di visioni del Sottosopra, la realtà alternativa in cui fu intrappolato l'anno precedente. Una nuova minaccia, sotto forma di una gigantesca tempesta rossa, si sta avvicinando alla cittadina di Hawkins. Solo i quattro, lo sceriffo Hopper e altri personaggi vecchi e nuovi possono fronteggiarla.

Rispetto allo scorso anno, dove le vicende erano maggiormente concentrate su Mike, protagonista assoluto, nella seconda stagione la sceneggiatura sposta l'attenzione sulle dinamiche di gruppo e dei personaggi secondari. Ci sono più sottotrame da seguire, incentrate sui singoli membri del gruppo dei quattro. Da essere spalle e assistenti, sono diventati protagonisti a tutto tondo, a volte anche in contrasto fra loro. La novità assoluta è Max, il nuovo elemento femminile, il cui arrivo provoca un po' di scompiglio nel gruppo.

Undici
Molta importanza viene data alla crescita personale di Undici, dapprima nel suo inedito rapporto con Hopper e poi nella sua ricerca verso l'infanzia che le è stata negata. Nonostante la sua giovane età, Millie Bobby Brown si dimostra fin da subito una delle promesse più sfavillanti nel panorama televisivo e riesce a donare una profondità unica al personaggio, in grado di tenere interamente la scena e addirittura una intera puntata interamente dedicata a lei.

Il mistero della stagione intriga nuovamente lo spettatore, anche se in certi momenti appare una ripetizione di quanto visto nella precedente stagione. I nuovi mostri non mantengono alta la tensione quanto il Demogorgone, ma funzionano comunque egregiamente. Sicuramente beneficiano di una computer grafica di ottimo livello, molto più credibile e fusa meglio con la scena che in passato.

Mind flayer
Stranger Things 2 si affida molto al suo animo citazionista, anzi ne fa la sua solida base: la reinterpretazione di molti topoi del cinema horror e dei racconti per ragazzi degli anni '80 ha permesso anche quest'anno la costruzione di un intreccio ben diversificato, che riesce a rimescolare le carte in tavola e tenere sempre alta l'attenzione dello spettatore, deliziato dai continui riferimenti meta-narrativi e le tante canzoni del periodo.

Con un rinnovo già confermato fino alla quarta stagione, l'unica reale preoccupazione per il delizioso mostro di Frankenstein di Netflix è riuscire a mantenere il gioco a lungo intrigante, ma soprattutto fresco e apprezzabile come dimostrato da questa riuscitissima annata. Fratelli Duffer, non deludeteci!


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