Subs Heroes, quando gli appassionati piegano la televisione

Oggi possiamo fruire facilmente di film e serie TV in lingua originale con il supporto dei sottotitoli, ma appena dieci anni fa la situazione era decisamente più complessa. Gli eroi invisibili che hanno permesso questo cambiamento sono i fansubber, e questo documentario ne celebra la più grande comunità italiana.

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a cura di Andrea Balena

Quando cercate sottotitoli per la vostra serie televisiva preferita, scaricherete quasi sempre un misero file di testo di appena qualche kilobyte. Bastano due semplici passaggi per sincronizzarlo con il video della puntata (sulla cui provenienza non ci pronunciamo) e il gioco è fatto. Forse durante la sigla che conoscete oramai a memoria avrete notato alcuni strani nomi in sovrimpressione: sono i nickname dei tanti traduttori amatoriali che ogni giorno, spinti dalla passione o dal gusto della sfida, lavorano per creare i sottotitoli suddetti.

I fansubber sono veri e propri eroi invisibili del web, che spesso si alzano nel cuore della notte per vedere la nuova puntata di Game of Thrones e di altri show trasmessi in America e iniziare subito la traduzione, spesso potendo contare sulla sola traccia audio. Tutto pur di rendere disponibile in mattinata e a tutti il frutto del loro lavoro, senza retribuzione e senza chiedere null'altro in cambio.

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Proiezione di Bergamo con Klonni, Yossarian, chizpurfle e iome86

Il 30 gennaio, in ben 16 cinema sparsi per l'Italia, tutti gli appassionati si son potuti riunire per la prima proiezione pubblica di un film che finalmente esplora questo sottobosco della rete e ne dà il giusto riconoscimento, spiegando come sia in parte il fattore trainante di alcuni recenti cambiamenti nel mondo televisivo e non solo.

Subs Heroes, diretto da Franco Di Pietro, è il primo documentario a ripercorrere la storia di questo fenomeno culturale che in appena dieci anni ha segnato una generazione di appassionati, ha cambiato profondamente le abitudini del consumatore medio ed ha influito sulle strategie dei network e broadcaster del nostro paese. L'opera prende in esame l'esperienza di Italian Subs Addicted (meglio noto come Itasa), la prima e tutt'oggi più grande comunità online italiana di fansubber, che conta l'impressionante numero di mezzo milione di utenti registrati e più di cinquecento traduttori attivi.

Tutto parte dal racconto di Andrea, in arte Klonni, un adolescente che nel 2005 era talmente appassionato del teen drama The O.C., tanto ansioso di conoscere le sorti dei suoi beniamini da non poter aspettare i tempi di adattamento e doppiaggio della TV italiana. Tramite il web il protagonista scopre i video in lingua originale dello show e si rende conto di quanto sarebbe utile poter usufruire di sottotitoli in italiani. Insieme ad altri internauti, Klonni decide di fondare Itasa il 25 dicembre dello stesso anno e lo presenta come primo portale completo per la traduzione e discussione delle serie TV di nuova generazione.

Dopo le prime schermaglie con gli immancabili troll della rete, il sito inizia la sua scalata mediatica, tanto da essere oggetto dopo pochi anni di alcuni reportage apparsi sulla TV generalista. Il motivo di tale successo è stata indubbiamente l'essersi accostati al fenomeno Lost, la serie TV che in quel periodo stregò completamente il pubblico italiano. Per vincere la gara a chi pubblicava prima i sottotitoli con altri siti di funsubbers, i membri di Itasa adottarono per la prima volta il metodo "notturno" per cui diventarono presto famosi, fino a creare una vera fidelizzazione e poter sfoggiare con orgoglio il titolo "Primi in Italia".

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Proiezione di Torino con waffles, tatau e Edel Jungrafu

Non c'è voluto molto tempo prima che questi appassionati si scontrassero, seppure a distanza, con i loro nemici naturali, ovvero i doppiatori e adattatori ufficiali. Il documentario analizza la storia della nascita dell'arte del doppiaggio durante il periodo fascista del nostro paese, visto come un modo per preservare l'indipendenza culturale nel campo degli audiovisivi. Molto correttamente e con obiettività, il regista dà voce a questa categoria e intervista un paio di esponenti di questo mondo, tra cui Daniele Giuliani - la voce italiana di Jon Snow in Game of Thrones -, ma allo stesso tempo evidenzia i punti critici del doppiaggio, che spesso richiede di accorciare o comunque modificare le frasi per poter rientrare nel labiale dell'attore. A titolo di esempio confronta alcune scene tratte da famose serie TV, tra cui il "Sono quello che bussa" di Breaking Bad, completamente diverse nelle controparti doppiate.

Molto interessante è la parte di documentario dedicata agli studi accademici sul fenomeno, specialmente nell'ambito della mediazione linguistica: un esperimento con gli studenti conferma che l'approccio scelto da Itasa, quello della traduzione più fedele possibile all'originale, sia generalmente più apprezzato rispetto al tentativo di adattamento per il gusto del pubblico italiano.

Non si può dire che il fenomeno, nel decennio di attività di Itasa e siti affini, sia rimasto confinato al mondo spesso autoreferenziale dei fansubbers. Da anni la legislazione mondiale sul diritto d'autore e pirateria si trova in una zona grigia per quanto riguarda il fenomeno dei sottotitoli non autorizzati; alcuni stati - il documentario riporta il caso dell'Olanda-hanno già calato la scure su tali siti, mentre altri sono ancora indecisi sul da farsi.

Il rischio di interventi legali non ha comunque fermato questi appassionati, che oggi più che mai sono orgogliosi dei risultati ottenuti: quando iniziarono la serie TV arrivavano nel Bel Paese con una differita anche di un anno, mentre oggi per prodotti di punta come The Walking Dead si parla di appena 24 ore, e con l'opzione dell'originale sottotitolato fin da subito. Una comunità di piccoli Davide che ha messo in crisi il regime dei Golia e li ha costretti ad adeguarsi alle loro esigenze. Non è un caso che Netflix e altri servizi di streaming abbiano previsto sin dal principio l'opzione multilingua, anche se questo aspetto del fenomeno è trascurato nel documentario.

Logo Produzione
Il logo della casa di produzione Duel Films

Qual è il futuro del fansubbing? I fondatori di Itasa chiudono il documentario con la speranza che prima o poi il loro lavoro di supereroi non sarà più necessario e che tutti i film e le serie TV offrano i sottotitoli come opzione. Per il momento, questa enorme comunità continuerà a vegliare e aiutare tutti coloro che vogliono scoprire il ben più ricco e variegato mondo dei prodotti in lingua originale.


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