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a cura di Tom's Hardware

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Tornando al concetto con cui ho iniziato questo articolo, la filmografia che tratta l'argomento vampiri è più o meno sconfinata. Gran parte di essa è spazzatura, con qualche rara eccezione. Anche i pochi buoni prodotti però non si possono valutare per una fantomatica originalità, che semplicemente non può esistere. Se ne può trovare una piccola traccia in alcuni esperimenti di contaminazione tra i generi, disperati tentativi di svecchiare la formula.

È uno scenario da tenere bene a mente nel valutare Subspecies e qualsiasi altro "film di vampiri", perché ci serve a capire quanto sia difficile, dopo uno sfruttamento di tale portata, venire fuori dal pastone dei film di genere con un prodotto che sia quantomeno dignitoso.

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Riguardo a Subspecies merita apprezzamento Charles Band, produttore di origine italiana che ha messo impegno e passione nel proprio lavoro. Nonostante il budget ridotto all'osso, Band tende sempre a guardare avanti senza mai lasciarsi abbattere. In questo caso, oltre a produrlo e distribuirlo, ha sviluppato il soggetto di Subspecies, affidato poi al regista Ted Nicolaou (che tra gli altri ha firmato anche il live action di Luky Luke con Terence Hill). Regista che ha sua volta ha dimostrato perizia nel mestiere, con Subspecies, oltre che di avere a cuore il progetto che stava realizzando. Nonché una certa familiarità col genere in sé.

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Sicuramente il primo punto a favore va all'inventiva: ci sono dozzine di film che sfruttano il cliché del vampiro e della Transilvania, eppure a nessuno (almeno in epoca moderna) era mai venuto in mente manco per sbaglio la cosa più ovvia di tutte: andare a girare proprio in Romania. Un po' come per Il Ritorno dei Morti viventi di O'Bannon, no? L'unico film, dopo anni e anni, a mostrare la sequenza (data per scontata da tutti) del risveglio, con gli zombie che vengono fuori da sottoterra.

Il che dimostra che a volte, quando si ha a che fare con la narrativa di genere, l'atto di originalità può essere proprio tornare alle origini, tornare a mettere in scena quei clichè che tutti hanno dimenticato e che per tanto non sono più tali. Laddove non s'arriva col denaro, quando non si possono creare elaborate e costose location in studio, ci si arriva con la semplice e pura suggestività del luogo d'origine del mito. Di necessità virtù, insomma.

Nicolaou sfrutta al meglio tutto quello che si ritrova a disposizione. Anche il lavoro fatto per la caratterizzazione di Radu è sicuramente degno di nota e merita di essere menzionato. Nell'aspetto e nelle movenze infatti, ricalca il Nosferatu di Murnau - vero e proprio punto fermo nella storia del Cinema. Dal capolavoro del 1922, tra l'altro, Nicolau riprende anche le peculiari pose d'ombra.

Per almeno alcuni aspetti, dunque, Subspecies si merita i complimenti. Non per questo è privo di difetti, anzi ne ha parecchi, ma tutti riconducibili allo scarso budget e all'epoca storica. In altre parole, questo film è probabilmente troppo uniformato ai suoi tempi.

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La maggior parte degli sforzi è indirizzata alla realizzazione dell'aspetto di Radu, e questo ha portato al risparmio matto e disperatissimo su tutto il resto. La Full Moon di Band era ed è nota per i film a basso costo, ma nel caso di questa casa low budget sarebbe forse meglio tradotto con "due schifosi spicci".

La trama tiene banco discretamente. Il discorso sulla Pietra di Sangue è un bonus molto gradito, oltre al fatto di essere anche alquanto originale come struttura per l'epoca. Pregevole anche il protagonista Radu, che non è certo un antieroe: la sua negatività è assoluta, eppure a lui è riservato il posto d'onore. Di film con un cattivo come protagonista, ne converrete, non ce ne sono poi molti.

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Se solo non fosse venuto a mancare il coraggio di osare, di distaccarsi dalla matrice horror tipicamente anni 80, Subspecies, che in ogni caso ha il suo status di culto e il suo discreto seguito d'appassionati, sarebbe entrato di sicuro nell'olimpo dei film di genere.

Come abbiamo accennato in apertura, i film della saga sono cinque (quattro della serie principale più una specie di spin-off). In Italia sono arrivati ufficialmente solo i primi due, Vampiri (Subspecies) e Radu, principe delle tenebre (Bloodstone: Subspecies II). Il nostro paese non ha accolto molto bene questa serie di film, che altrove sono diventati un cult guadagnandosi edizioni speciali e rimasterizzate. I film comunque non costano molto e vale davvero la pena di recuperali. Magari anche tutti volendo. Si lasciano guardare, sono piacevoli e divertenti.

Vi lascio con una nota personale: apprezzo più film come Subspecies, con tutto il loro carico di pregi (pochi) e difetti (tanti), tirati su letteralmente a forza di elemosine e speranze. Piuttosto che film supportati da budget faraonici e che a conti fatti, si rivelano molto, molto peggio di questo. Bene, detto questo credo che anche per oggi sia tutto.

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