Disney ha usato un supercomputer con ben 55.000 core per creare Big Hero 6, il lungometraggio di animazione atteso nelle sale italiane per il prossimo dicembre. Si tratta dell'adattamento dell'omonima testata Marvel, ma è anche di un nuovo punto di riferimento per quanto riguarda la tecnologia usata nella produzione cinematografica.
Ci sono voluti anche software sviluppati apposta, anzi sono stati proprio questi a spingere verso l'uso di una maggiore potenza di calcolo. Particolarmente degno di nota è Hyperion, il cui scopo è tra le altre cose gestire l'illuminazione. È in un certo modo simile ai motori grafici dei videogiochi, almeno per quanto riguarda l'illuminazione: data una o più fonti di luce, calcola tutte le possibili rifrazioni e l'effetto sulle varie superfici. Allo spettatore sembra una cosa ovvia, ma è invece una faccenda molto complessa che richiede moltissima potenza.
E infatti ci è voluto un supercomputer con ben 55.000 core per il rendering di Big Hero 6, distribuito in quattro diverse locazioni, come spiega Joseph Volpe su Engadget. Per gestire tale complessità è stato necessario sviluppare un altro software ad hoc: si tratta di Coda, il programma che unisce le quattro "render farm" e le fa agire all'unisono. Non manca l'applicazione per iPhone che avvisa gli operatori in tempo reale se qualcosa non funziona.
Big Hero 6, trailer num. 1
Come termine di paragone, Andy Hendrickson (CTO, Disney) ha spiegato che Hyperion potrebbe "renderizzare Rapunzel da zero in soli dieci giorni"; un risultato impressionante. Per chi ama i numeri, Big Hero 6 porta sullo schermo una città digitale con 83.000 edifici, 260.000 alberi, 215.000 lampioni stradali e 100.000 veicoli. Più tutti i personaggi, gestiti da un software chiamato Denizen. Secondo Kyle Odermatt, Supervisore agli Effetti Speciali, con la tecnologia esistente non sarebbe stato possibile animare una città simile.
Big Hero 6, trailer num. 2
 | Frozen | |
 | Gli Incredibili | |
 | Wall-E |
Big Hero 6, quindi, non è un semplice film di animazione: andranno a vederlo i più giovani con i genitori, ovviamente, e gli adulti che apprezzano il genere. Ma è anche un punto di riferimento per la tecnologia cinematografica, e anche il curioso appassionato di tecnologia potrebbe trovarlo interessante. E se non bastasse la tecnologia "dietro le quinte" a spingervi nelle sale, forse sarà il fatto che in questo lungometraggio sono protagoniste tante idee e tanti gadget reali - come i droni o le stampanti 3D.